sykon sciroppo

I benefici del Sykon sciroppo messo in una tisana

L'intestino pigro è un problema che affligge numerose persone. Vita sedentaria, alimentazione sbagliata, poca acqua: tanti sono i motivi che possono portare il nostro “secondo cervello” a funzionare poco e male e a crearci, quindi, problemi e fastidi.

Si può intervenire correggendo le proprie abitudini alimentari e ci si può aiutare con degli integratori specifici. Sykon Sciroppo è uno di questi. E' un preparato naturale, formulato per garantire un fisiologico transito intestinale. Non contiene medicinali, né principi attivi chimici.

 

Cosa contiene all'interno

E' composto, secondo quanto riportato dal libretto illustrativo, da malva, finocchio, fichi, liquirizia, manna, senna e frangola.
Ciò che lo rende molto efficace sono senz'altro malva e finocchio: la malva ha un'azione emolliente, mentre il finocchio aiuta ad assorbire il gas in eccesso. Si tratta di 2 elementi fondamentali per ripristinare l'equilibrio nel nostro organismo e non è un caso se la maggior parte dei naturopati ne consiglia l'utilizzo a tutte le fasce d'età.
Gli altri componenti sono perfetti per assicurare un effetto lassativo non troppo forte: danno una mano all'intestino pigro e consentono una motilità gastrointestinale più fluida e regolare.

sykon sciroppo

Sykon Sciroppo ha, infatti, più di una funzione:

  • regolatrice
  • lassativa
  • digestiva
  • Stimola con dolcezza e delicatezza il transito intestinale ed essendo al 100% naturale non ha controindicazioni specifiche – salvo evitarlo in gravidanza, in quanto potrebbe stimolare le contrazioni e poi causare disidratazione.

E' possibile assumerlo anche in caso di diabete e intolleranza al lattosio e al glutine.
E' perfetto anche per eliminare il gonfiore addominale provocato da un accumulo di gas nell'intestino: il finocchio presente al suo interno ne favorisce l'assorbimento.
Il transito intestinale è favorito dalla presenza della manna e della senna, nonché del fico, che stimolano in maniera efficace il colon un po' lento e pigro.
Non ha, in generale, effetti collaterali, ma bisogna attenersi alle dosi consigliate per evitare che le evacuazioni diventino troppo frequenti e liquide.

Il flacone da 225 ml è abbastanza grande ed ha una durata di circa quindici giorni, tenendo conto che è sufficiente assumere un cucchiaio al giorno di prodotto. Molti utenti infatti utilizzano come unità di misura il cucchiaino andando così incontro ad un sottodosaggio. Il bello è che può essere sciolto anche in tisane o altre bevande calde, soprattutto la sera dopo cena, come si può leggere anche sul libretto illustrativo.

Assumerlo la sera garantisce risultati apprezzabili già dopo 6/12 ore, quindi già nel breve periodo e può aiutare quindi a creare una certa regolarità dell'evacuazione, abituando l'organismo a ripristinare questa funzione essenziale.

Si trova in farmacia ed è possibile reperirlo anche on line, essendo un integratore. Il suo scopo, come per gli altri integratori alimentari, è quello di integrare la dieta e intervenire laddove non si riesce ad arrivare con ciò di cui ci nutriamo. Del resto, è facile di questi tempi avere una dieta sbagliata. Si mangia fuori e magari anche di fretta e quasi sempre si tratta di panini o alimenti pesanti, che creano disturbi sia di stomaco che di pancia. Sykon Sciroppo può aiutare, quindi, non solo a regolarizzare la motilità dell'intestino, ma anche a digerire con più facilità, grazie alla presenza della malva, che ha un'azione molto emolliente.

La sua composizione tutta naturale lo rende un prodotto sicuro per adulti, ma anche per bambini e anziani. Per i bambini, si consiglia l'uso dopo i tre anni.

E' anche molto facile da conservare: basta un luogo fresco e asciutto, non occorre metterlo in frigo.
Non occorre ricetta e il costo del prodotto si aggira intorno ai 18 euro, ragion per cui se lo trovaste ad un prezzo inferiore si tratterebbe di un'offerta da cogliere al volo.


Il nesso tra caldo e diarrea

La diarrea è un problema intestinale che spesso si presenta durante la stagione estiva, a cominciare dei primi caldi di Maggio e di Giugno. Si tratta di un aumento della frequenza intestinale, con cambiamento delle consistenza delle feci, che diventano più liquide. Nella cultura popolare si dice spesso che con i primi caldi arrivi la cacca sciolta, anche se non è esatto associare le temperature alte alla dissenteria non provocata da virus o batteri.

E' vero, invece, che i cambi repentini di temperatura non fanno bene al nostro corpo, provocano stress e ciò può portare a soffrire di questo disturbo proprio quando fa più caldo.
Soprattutto quando si passa l'estate al mare e dal caldo della spiaggia si passa al “fresco” dell'acqua, che è anche ricca di batteri di vario tipo. Tutto ciò porta l'intestino a reagire e spesso provoca diarrea con gonfiore e dolori addominali.

Va inoltre detto che anche alcuni cibi, tipicamente estivi, possono causare crisi diarrea molto liquida. D'estate si pranza e cena spesso fuori, consumando grandi quantità di pesce – a volte crudo – verdure, insalata e frutta. Alcuni tipi di frutta possono dare fastidio, come datteri, fichi, albicocche, prugne e avocado. Ma non solo. E' bene non abusare anche di zucchine, perché, da sempre, vengono consigliate a chi invece ha problemi opposti, ossia di stitichezza.

ragazza a matera in una giornata calda

Da tenere d'occhio anche il melone, che ha proprietà lassative. Meglio non esagerare con l'anguria, frutto tipicamente estivo, che andrebbe consumato sempre lontano dai pasti e in poche quantità, in quanto poco adatto a chi soffre già di problemi di digestione e di problemi intestinali.

D'estate è importante idratarsi molto e in questo la frutta sicuramente aiuta, ma bisogna scegliere quella giusta e non bisogna mai esagerare. Ancor meno bisogna abbuffarsi di cibi pesanti, come i fritti o la troppa carne. Il rischio di una congestione è sempre dietro l'angolo.

I rischi dell'estate

La congestione è una delle cause principali di ricovero durante i mesi estivi. Spesso, infatti, si consumano pasti abbondanti e poi ci si tuffa a mare, bloccando totalmente la digestione.
Non bisogna confondere questo tipo di problema con la diarrea estiva. La congestione porta brividi, molte volte anche vomito e febbre. La diarrea estiva è più localizzata nell’intestino, con i tipici gorgoglii della pancia che si contorce e che provoca non pochi dolori.

Da due anni, ormai, conviviamo anche con una malattia virale che potrebbe confonderci le idee: il covid. Se è vero che questo tipo di infezione ha scatenato in alcuni episodi di intensa dissenteria, è altrettanto vero che la diarrea estiva ha tutt'altra sintomatologia. Il più delle volte non c'è febbre, ci sono crampi molto forti, le feci sono liquide e tutto si risolve in breve tempo, se si riesce a ristabilire un certo equilibrio intestinale tramite integratori anti pancia gonfia e riposo, al fresco possibilmente e mangiando gli alimenti giusti.

Una cosa è certa: la forte diarrea è un problema comune delle persone che sono in vacanza in Agosto o comunque nei mesi molto caldi. Il calore incide molto sulla motilità intestinale, ma anche l'ansia ha la sua parte di responsabilità. Può rallentare o accelerare il transito delle feci e può creare stitichezza o dissenteria a seconda della predisposizione personale. Quando si è preda di un attacco di diarrea, si suda molto e si è molto agitati. In questi casi sono importanti riposo, una giusta alimentazione e bagni a mare nelle ore meno calde.

Il caldo a volte torrido dell'estate, però, può anche scatenare molto stress, in soggetti particolarmente emotivi. E la colite da stress (o anche gastroenterite da caldo) è una realtà, che colpisce moltissimi individui in tutto il mondo. Certo, non solo in piena estate, ma quando fa molto caldo e ci si ritrova a non poter fare quasi nulla perché l'afa è troppa, lo stress può salire e causare disturbi intestinali notevoli.

E molte volte questo accade quando meno ce lo aspettiamo.
Chissà a quanti è capitato di non potersi godere liberamente una giornata al mare, a giocare sulla spiaggia, perché vittime di attacchi di diarrea acuta.

Al contrario di quel che si possa pensare, questo problema non affligge solo le fasce ritenute più fragili, come bambini o anziani. E' un disturbo che può colpire chiunque, vuoi per motivi legati allo stress estivo, vuoi per ragioni più fisiche, legate al cambiamento repentino delle temperature e alle abitudini a volte poco sane che si tendono ad assumere quando si parte per le vacanze. Spesso gli stessi cibi, col caldo afoso, si deteriorano prima e possono causare problemi, come brutte gastroenteriti batteriche. E' anche per questo che bisogna prestare molta attenzione a ciò che si mangia, quando si è in vacanza.

Quello che non dovrebbe mai accadere è soffrire di un attacco di diarrea forte quando si è al mare, magari a farsi un bel bagno! Il problema è che spesso ci tuffiamo per il gran caldo e il nostro organismo deve combattere con il cambiamento di temperatura. L'intestino ne risente, si contorce, e può scappare così, dal nulla, mentre si è nel bel mezzo di una nuotata!

In questi casi c'è ben poco da fare, anche se la situazione è davvero imbarazzante. Se si è abbastanza vicini alla riva, si può tentare di uscire di corsa per recarsi al primo wc disponibile. Uscire dall'acqua in tempo non è sempre possibile, ancor di più se si indossano mute e tutto questo succede mentre si sta facendo immersione!
Purtroppo non sempre abbiamo vicino un bagno e talvolta resistere a una scarica di forte diarrea è quasi impossibile. Si può tentare di rallentare il respiro per mantenere il sangue freddo, senza farsi prendere dal panico e contenere i dolori. Può essere utile, quando possibile, fermarsi, sedersi e stringere con forza i muscoli delle natiche, per evitare che lo sfintere si apra.

E' bene evitare di ingerire cibi o bevande, perché farebbero aumentare ancora di più le temutissime coliche intestinali che colpiscono in queste occasioni.
Meglio cercare posti freschi, e provare a riposare. Appena possibile è auspicabile raggiungere un bagno per potersi liberare e successivamente reintegrare i liquidi persi con soluzioni saline.

In caso di dissenteria dovuta al caldo, è importante seguire una dieta equilibrata, leggera, per qualche giorno fatta solo di cereali e frutta stringente – come mela, limoni e similari.

Vediamo ora i rimedi naturali più efficaci contro la diarrea estiva:

  • digiuno
  • acqua tiepida e limone
  • mirtillo

Il digiuno è consigliato per evitare sovraccaricare l'organismo con del cibo. Bisognerebbe evitare di ingerire cibo per almeno 12, ma chiaramente bisogna bere tanta acqua – mai fredda! - oppure delle tisane calde che aiutino l'intestino a calmarsi e a ritrovare equilibrio.

Dopo le 12 ore è bene iniziare con cibi molto, molto leggeri: riso bianco, brodo di pollo, pesce magro al vapore, poche verdure, magari aiutandosi con una borsa riempita con dell'acqua calda, da mettere in corrispondenza della zona addominale..

E' utile anche bere dell'acqua tiepida – non troppo calda – con del limone, soprattutto al mattino appena svegli perché il limone stringe e depura.
L'acqua non dev'essere mai né fredda, né troppo calda, perché potrebbe far aumentare i crampi. Il the, se non troppo forte (quindi meglio deteinato), è un ottimo rimedio se associato al limone o al mirtillo. Se si preferisce, si possono fare tisane di mirtillo, che disinfettano e aiutano l'intestino a depurarsi.

Questi rimedi semplici possono bloccare la diarrea ed evitare che duri per troppo tempo, ma bisogna anche prestare attenzione all'aria condizionata, che durante la stagione calda è molto alta negli ambienti chiusi. E' bene portare sempre con sé un maglietta in più e coprirsi quando si entra in un luogo con un condizionatore d'aria acceso, perché, come abbiamo già spiegato, questo cambiamento di temperatura così rapido potrebbe scatenare nuove coliche.

Questi episodi possono presentarsi anche quando le temperature cambiano bruscamente per via di temporali o cambi di stagione. La diarrea non è dovuta solo all'eccessivo caldo, ma anche il troppo freddo favorisce la cacarella, condizione che crea altrettanto disagio.
E' utile anche usare abiti adatti, non troppo caldi, non troppo leggeri, per far “vivere” il nostro intestino in una condizione che non subisca troppi sbalzi, che accentuano la possibilità di avere attacchi di intensa dissenteria, con relativi problemi a essa connessi.

Possiamo affermare che la diarrea estiva è un problema diffuso, noioso e imbarazzante, ma che con qualche accorgimento si può evitare e combattere.


confezione debridat

Perchè usare il Debridat nella cura della colite

Il Debridat è un farmaco molto apprezzato dagli adulti che soffrono di colite, colon irritabile e in generale di disturbi funzionali della motilità gastro-esofagea.
E' ben tollerato e il fatto che possa essere assunto in vari modi, lo rende un medicinale molto richiesto.

Il Debridat è disponibile in:

  • capsule molli
  • supposte
  • sospensione orale
  • soluzione iniettabile

Il più delle volte la preferenza tra sciroppo e compresse– sempre secondo indicazioni mediche – cade sulla sospensione, ritenuta più comoda da assumere, rispetto alle capsule molli o alle supposte.
Le capsule non sono comunque difficili da ingerire, sono appunto morbide, non eccessivamente grandi e con liquidi come acqua o the possono essere deglutite senza troppa fatica.

Chiaramente, in presenza di problemi di deglutizione o altre motivazioni serie – pazienti allettati o malati – si può ricorrere alla soluzione endovenosa, che però è sconsigliata per chi gode di buona salute e può assumere la sospensione orale o le capsule.

confezione debridat

 

Il Debridat si presenta, quindi, come un farmaco duttile, adatto un po' a ogni esigenza.
Vediamo nel dettaglio le varie confezioni:

  • confezione da 20 capsule molli
  • confezione da 75mg/15ml di granulato per sospensione orale
  • confezione da 50mg/5ml soluzione iniettabile
  • confezione da 10 supposte

Considerando che non bisognerebbe superare le 8 settimane come tempo di somministrazione, le varie confezioni dovranno essere acquistate più volte, in quanto si consigliano:

  • sospensione orale: 2 cucchiai da minestra al giorno
  • capsule molli: 2 capsule al giorno
  • soluzione iniettabile: massimo due fiale al giorno
  • supposte: due supposte al giorno.

 

Perchè si prende

Come abbiamo già visto, il Debridat è un farmaco altamente consigliato per contrastare gli effetti del colon irritabile, dei disturbi di motilità gastro-esofagea e quindi anche contro eventuali episodi di diarrea liquida da colite.

La Trimebutina Maleato – il principio attivo del farmaco – svolge un'azione antispastica. Deriva dalla papaverina, che è un alcaloide contenuto nell'oppio.
Toglie quindi il dolore, rilassa il colon e aiuta a disinfiammare.

Non è però utile contro il megacolon tossico, per il quale occorre quasi sempre intervenire con la chirurgia. Non è adatto, neppure, contro la colite ulcerosa. Il Debridat è perfetto, invece, per le persone che soffrono di colon irritabile e che riscontrano problemi nella motilità gastro-esofagea.
Si differenzia da altri antispastici, come il Normix o il Buscopan, per la sua specifica azione di contrasto ai disturbi provocati dalla colite, i cui episodi più gravi, possono essere bloccati, sino a scomparire, almeno nel primo periodo.

 
Il Normix, invece, aiuta a eliminare l'aria in eccesso, è usato anche contro diarrea insistente dovuta a scompensi spesso causati da un'errata alimentazione. Il Buscopan, che normalmente viene usato per il “mal di pancia”, non ha la stessa funzione, in quanto elimina semplicemente gli spasmi.
Il Debridat è invece consigliato proprio per combattere la colite acuta.

Va però detto che può avere qualche effetto collaterale, soprattutto sul battito cardiaco. Si possono verificare casi di bradicardia o tachicardia, nonché di ipotensione. Non sono frequenti, ma è bene tenerne conto, soprattutto se si hanno disturbi legati all'apparato cardiocircolatorio.

colon irritabile cura

In generale è comunque ben tollerato e viene dato anche ai bambini – al di sopra dei tre anni.

Si consiglia di assumerlo a stomaco vuoto, per una maggior efficacia, ed è ottimo anche in caso di reflusso, cosa che a pancia piena sarebbe decisamente più complessa da gestire. Spesso, infatti, viene dato anche per alleviare i disturbi dati da questo problema che affligge parecchie persone.
E' bene invece evitare l'alcool, non tanto per eventuali effetti indesiderati, ma quanto più perché l'alcool è un nemico giurato del colon irritabile. Queste e tutte le altre indicazioni consigliate sono scritte naturalmente nel bugiardino, anche se questo spesso viene perduto, mettendo in difficoltà gli utenti che non sanno più come regolarsi.
Per avere una carrellata più precisa sulla lista degli effetti avversi legati all'assunzione di questo farmaco si suggerisce di consultare l'Agenzia Italiana del Farmaco.

Tra l'altro, il farmaco Debridat ha un prezzo accessibile a tutti, perché si aggira sui 12/15 euro a confezione, a patto però di incontrare un farmacista onesto e non dei venditori che cercano di approfittare del momento di bisogno dei clienti per ignobili speculazioni.

Il buon prezzo e la possibilità di assumerlo in varie forme ne fanno un medicinale gradito e molto richiesto. Possiamo inoltre confermare che non dà assuefazione, pertanto lo si può prendere anche a lungo, senza temere eccessivi pericoli – in generale però sarebbe bene non superare le tempistiche consigliate, ossia circa 8 settimane.

Ci sono, come in tutti farmaci, alcune controindicazioni. Per esempio, le capsule molli non vanno bene per chi è allergico alla soia, in quel caso è meglio passare alla sospensione orale. Che invece è meno indicata per pazienti diabetici, a causa del saccarosio. E' invece possibile assumerlo in caso di intolleranza al lattosio o al glutine.

E' il medico che di volta in volta deve valutare quale forma è più adatta per il paziente. Chiaramente, ogni forma ha una sua specifica conservazione.
Vediamo quali sono:

  • soluzione iniettabile: conservare in frigo tra i 2 e gli 8 gradi
  • sospensione orale: conservare in luogo fresco e asciutto, consumare entro 20 giorni da quanto è stata ricostituita
  • supposte e capsule: conservare a temperatura ambiente.

Per acquistare questo medicinale non occorre ricetta, quindi possiamo dire che non è mutuabile, ma che eventualmente si può richiedere la ricetta RR al proprio medico curante.


confezione di spasmomen

Differenze tra antispastico normale e spasmomen somatico e psicosomatico 

Tra i farmaci antispastici più usati e conosciuti, c'è lo Spasmomen, soprattutto quello somatico, specifico per chi lamenta disturbi di “pancia”, correlati a stati ansiosi.
Questo tipo di farmaco, infatti, è mix tra antispastico e psicolettico, perfetto per contrastare spasmi e dolori dovuti all'ansia.

Chiaramente, non è adatto proprio a tutti e bisogna seguire le indicazioni riportate sul bugiardino per capire quando è il caso di evitarlo e di preferire altre soluzioni.

Spasmomen non è indicato per le persone che dimostrano ipersensibilità verso i principi attivi, quindi l'otilonio bromuro e il diazepam, oppure verso gli eccipienti, per esempio non è indicato per chi è intollerante al lattosio. Meglio evitarlo durante i primi tre mesi di gravidanza e comunque è sempre bene usarlo con parsimonia e sotto stretto controllo medico anche nei mesi a seguire e in allattamento.

 

Quando non prenderlo


Non è adatto per chi soffre di glaucoma, sindrome di occlusione intestinale, miastenia grave, ritenzione urinaria e ipertrofia prostatica.

confezione di spasmomen
Bisogna che venga sempre consigliato dal medico, anche se per acquistarlo è sufficiente una ricetta ripetibile: il prodotto, infatti, non è mutuabile.

Spieghiamo nel dettaglio come funziona Spasmomen, come dev'essere usato e per quanto tempo è possibile assumerlo senza problemi.

Spaspomen somatico in compresse rivestite è adatto a curare tutte le manifestazioni spastico-dolorose dell'apparato gastroenterico, nate da una componente ansiosa.
La presenza del Diazepam, che ricordiamo appartenere alla famiglia delle benzodiazepine, lo rende un medicinale perfetto per chi soffre di attacchi d'ansia che minano la salute dell'intestino.
E' importante seguire le indicazioni del medico e non superare le dosi consigliate, soprattutto è bene evitare di mischiare questo farmaco con altri che contengono oppioidi, in quanto potrebbero dare degli effetti indesiderati anche piuttosto seri, come: 

  • sedazione
  • depressione respiratoria
  • coma
  • morte.

 

Si può prendere per un massimo di otto settimane, mai in concomitanza con farmaci antidepressivi, ipnotici, neurolettici e analgesici.

E' ben tollerato, anche se va evitata l'assunzione se si deve lavorare o guidare per la presenza del diazepam. Solitamente le persone che lo hanno assunto hanno trovato beneficio, seguendo però scrupolosamente le indicazioni date dal proprio medico curante. 

Adulti in cura hanno affermato che è veramente molto efficace, aiuta ad alleggerire gli stati d'ansia e  quindi i disturbi di stomaco e pancia dovuti a essi.
Gli anziani riferiscono di aver provato il prodotto e di esser rimasti soddisfatti, anche con il dosaggio minimo, perché la presenza delle benzodiazepine controlla bene il problema legato all'ansia. In generale è un medicinale valutato positivamente. 

Il prodotto è sicuro, ma non va assunto con leggerezza, non è un integratore o un semplice antispastico, contiene benzodiazepine, pertanto non si può dare ai bambini e vanno evitate interazioni pericolose con altri medicinali. 

 

Il costo si aggira intorno agli 11 euro circa, più o meno come alcuni degli antispastici più conosciuti. Va ricordato, però, che questo tipo di medicinale non è solo un antispastico, ma contiene anche un ansiolitico, pertanto, qualora la componente ansiosa sia la causa del dolore alla pancia, è sicuramente più efficace del Buscopan, che agisce invece direttamente sugli spasmi.

 

Ci sono altri antispastici molto potenti, come per esempio la Mebeverina, che però presenta non poche controindicazioni.
Questo principio attivo, infatti, è adatto a chi soffre di: 

  • dolori e crampi allo stomaco;
  • flatulenza e gonfiore di pancia;
  • diarrea oppure forte stitichezza o combinazione di entrambi;
  • feci molto dure e piccole

 

Come si può facilmente vedere, questo tipo di medicinale non ha nulla a che fare con Spasmomen Somatico, adatto invece a tutti quei problemi legati all'intestino dominati dall'ansia.

 

Il farmaco è reperibile solo in compresse, ma in due dosaggi diversi. La scelta di un dosaggio più o meno alto – 20 o 40 mg – spetta al medico curante, che deciderà in base alla gravità dei sintomi del paziente stabilire se serve un maggior numero di pillole.

 

E' un farmaco molto usato dagli adulti, in quanto la maggior parte della persone soffre di attacchi d'ansia, che incidono molto sulla funzione intestinale.
Del resto, il periodo che stiamo vivendo non aiuta a condurre una vita tranquilla e in pace. Siamo portati a fare tutto di fretta, a lavorare sotto pressione, a dare sempre il meglio per paura di non essere all'altezza delle situazioni. In più, negli ultimi anni, con la pandemia prima e il conflitto nel Dombass dopo, i casi di ansia e panico sono aumentati, vuoi per le chiusure forzate, vuoi per la paura di contrarre il virus in maniera forte e mortale.

La funzione degli ansiolitici presenti in Spasmomen è importante, perché va ad agire sulle paure, sui timori, sugli stati d'ansia e di conseguenza calma i forti crampi alla pancia.

Sappiamo bene come lo stato di agitazione può aumentare le difficoltà nella vita quotidiana, rendendo i rapporti umani più tesi e la nostra produttività sul lavoro meno alta. Purtroppo le cronache dei giornali sono piene di episodi di violenza scaturiti da raptus passeggeri, legati spesso a situazioni di burnout che potevano essere risolte per via farmacologica o "allentando" un po' la presa dalle situazioni più stressanti.

Spasmomen somatico è perfetto per combattere tutte quelle situazioni in cui non si riesce a controllare la propria ansia che, il più delle volte, si trasferisce sull'intestino.


pancia gonfia

Ho sempre la pancia gonfia e non so come vestirmi

La pancia gonfia è un problema che affligge tante persone, indipendentemente dal sesso di appartenenza e dall'età. Ne sono soggette le persone dai 20/25 anni in su in maniera indistinta. Uno dei problemi principali percepiti soprattutto in giovan età è quello di nascondere questo inestetismo agli altri, ma per farlo, bisogna indagare sulle vere cause.

Le ragioni che spiegano il perchè del rigonfiamento dell'addome possono essere diverse e non sempre sono facili da individuare.
Capita spesso, per esempio, di sentire persone che si lamentano della pancia che si gonfia dopo aver mangiato. Questo fenomeno colpisce moltissimi individui. Trovare la soluzione alla pancia gonfia dopo i pasti è importante per godersi appieno pranzi e cene, senza temere le sensazioni spiacevoli che porta con sé questo disturbo.

Ma perché si gonfia proprio dopo pranzo? O dopo una cena?

La colpa può essere di pasti troppo abbondanti, o del fatto che si consumano cibi che scatenano nel nostro intestino delle reazioni particolari.
Certi cibi, per esempio, tendono a fermentare, sino a diventare indigesti. Tra questi ci sono i latticini e determinati tipi di ortaggi. Non dimentichiamo, poi, che anche le intolleranze giocano un ruolo fondamentale.
“Mi sento gonfio” è la frase tipica di chi ha abusato di cibi non adatti. Per esempio, in caso di intolleranze al frumento, la pancia può gonfiarsi dopo aver consumato pasta o pane.

In altri casi, il problema è da ricercare nel modo di alimentarsi.
In questo mondo si corre sempre e spesso si mangia troppo velocemente. Questo comporta una certa ingestione di aria che fa aumentare di volume la pancia, creando la spiacevole sensazione di averla perennemente gonfia.

pancia gonfia

C'è da dire che, nelle donne, il fenomeno si verifica anche a causa della sindrome premestruale o menopausa, è quindi legato a un problema fisiologico ormonale.
Quando non capita spesso, magari a giorni alterni oppure di tanto in tanto, si può pensare a un problema di intolleranza o allergia, quindi bisognerebbe stare attenti a cosa si è mangiato in quei giorni per capire cosa ci fa male, ed evitare, quindi, di riassumere gli stessi cibi.

Non è tuttavia impossibile sgonfiare la pancia. Può apparire tonda e dura, negli uomini “magri” e con muscoli a volte nasconde gli addominali. La pancia tesa è un problema che riguarda un po' tutti, anche le donne incinta. In quel caso, l'intestino ha sempre meno spazio e di conseguenza le sue normali funzioni subiscono un bel cambiamento, che possono portare a fenomeni di meteorismo o stitichezza.
Ma come dicevamo esistono rimedi, soluzioni più o meno rapide per eliminare eventuale aria in eccesso – che è spesso la principale causa della pancia perennemente gonfia – e per risolvere questo disturbo.

In primo luogo è importante abbinare correttamente i cibi. La sensazione di essere gonfissimi, infatti, spesso è dovuta ad accoppiamenti di cibi scorretti. Evitare di mangiare carne e legumi, per esempio, può aiutare a combattere il gonfiore.

Da tenere presente le intolleranze, soprattutto quella al lattosio. Quando è accertata, bisogna eliminare tutti i cibi che lo contengono.
Questo vale anche per chi soffre di celiachia, l'intolleranza al glutine e vale anche per chi sa di avere qualche chilo di troppo da togliere: perdere peso può essere di grande aiuto.
Per evitare di ingerire troppa aria, è importante masticare a lungo, lentamente, mangiare poco e spesso ed evitare di parlare troppo quando si sta pranzando o cenando.

L'assunzione di fermenti lattici vivi – nel momento in cui si assumono farmaci come antibiotici – può essere molto utile per combattere la pancia gonfia. Inoltre, va ricordato che è necessario mantenere un buon apporto di fibre e un alto livello di idratazione (almeno due litri di acqua al giorno aiutano a sgonfiare la pancia).

Anche l'esercizio fisico può venire in soccorso, perché allenta lo stress, che è spesso causa del gonfiore. Yoga, pilates, sport in generale sono un valido aiuto, quindi andrebbero praticati con regolarità.

Può essere utile sfruttare la proprietà delle tisane, come quella ai semi di finocchio, per esempio, per espellere l'aria in accesso. Massaggi delicati addominali completano le azioni da fare per limitare o eliminare del tutto la pancia gonfia.

E' importante conoscere l'origine del gonfiore, perché la sensazione di essere costantemente gonfi non è piacevole e bisogna capirne la causa per poi poter combattere efficacemente il fenomeno.

Ciò che si gonfia, infatti, il più delle volte è l'intestino. Ma è importante capire dove si è più gonfi, se sotto l'ombelico, a sinistra o destra, per aiutare il nostro corpo a stare meglio con i giusti rimedi.
La cosa migliore, il miglior rimedio anti gonfiore, è la dieta. Aiutarsi con i cibi giusti, mangiare leggero, sano e con calma è la soluzione più rapida e pratica per evitare di sentire la pancia perennemente gonfia.

Cosa mangiare e bere per sgonfiarsi

  • frutta e verdura, ricca di antiossidanti e di vitamine. Attenzione a scegliere quelli giusti. Legumi e alcune verdure come broccoli e cavoli favoriscono la formazione di aria nell'intestino. Quindi vanno preferite verdure come zucchine, lattuga, radicchio, bietole e spinaci.
  • Per la frutta, è sempre bene dirigersi verso quella ricca di vitamina c e anche avocado, melone e banane.
  • avena, riso integrale, quinoa
  • frutta a metà mattina
  • poche proteine da abbinare a verdure (mai fritte)
  • tisane ai semi di finocchio, coriandolo, cumino e cardamomo
  • spezie come curcuma, cumino e anice
  • zenzero, ottimo digestivo che combatte la pancia gonfia, però occhio ai casi in cui può risultare controproducente magiarne troppo.

Di contro bisogna evitare determinati alimenti. I cibi che possono rendere difficile la digestione come: salse, fritture, prodotti piccanti e carichi di grassi, non aiutano il povero intestino a lavorare come si deve.

Inoltre bisogna evitare – o comunque limitare – il consumo di queste verdure:

  • legumi (ceci, lenticchie, piselli e fagioli)
  • cavoli
  • cipolle
  • melanzane. Queste verdure producono aria, perché tendono a fermentare e la fermentazione dei cibi, all'interno della pancia, è la principale causa del gonfiore della pancia stessa.
  • Da evitare i latticini, anche se non si è intolleranti, perché tengono a creare fermentazione e quindi gas nella pancia. Lo yogurt fa eccezione, se ricco di fermenti lattici vivi.

E' importante partire bene! Una buona colazione, leggera ed equilibrata toglierà la sensazione di pancia costantemente gonfia. Ma cosa mangiare di prima mattina? Evitare i latticini, meglio consumare latte di avena o soia, un po' di cereali come fiocchi di mais o riso soffiato semplice e un frutto (ottima la mela, preferibilmente mele golden).

 

La pancia gonfia nel mondo occidentale è dovuta quasi sempre a un'alimentazione scorretta, ma comunque ricca, che non va confusa con la pancia prominente dei bambini del terzo mondo, che vivono per lo più di riso e poco altro e hanno la pancia carica di liquidi, a causa della riduzione delle proteine nel sangue.

Va detto che seguire una buona alimentazione, bere molto, praticare sport potrebbe non essere sufficiente per eliminare il problema della pancia perennemente gonfia, soprattutto se si vive una vita molto stressante. Lo stress, come abbiamo già accennato, costituisce una delle cause del gonfiore. In questo possono essere d'aiuto le discipline come lo yoga o il pilates, che aiutano a liberarsi delle tossine create dallo stress, tossine che girano nel nostro corpo e contribuiscono a gonfiare la pancia.

Non serve quindi “dimagrire”, se prima non si limita lo stress.

Lo stress colpisce un po' tutti e il problema quindi riguarda sia donne che uomini, soprattutto sopra i trent'anni. Sarà capitato di sentire tante donne dire “mi sento gonfia!”, in particolari periodi del mese o magari quando sotto pressione. Questo può causare anche qualche problema psicologico e il problema di cosa indossare per nascondere questa condizione. In questi casi è bene scegliere abiti comodi, che nascondano un po' la pancia, almeno fino a quando non si riesce a combattere il problema.
Questo gonfiore può presentarsi anche quando si smette di prendere la pillola anticoncezionale, ma è un problema più che altro fisiologico: l'organismo riparte, in un certo senso, e gli ormoni riprendono a lavorare come prima, le ovaie tornano a produrre, pertanto è normale che si verifichi questo fenomeno. Bisogna attendere che il fisico si riassesti, nel frattempo è bene seguire le indicazioni già date in precedenza.
In questi casi ci si può aiutare con delle panciere che, chiaramente, non eliminano il gonfiore, ma lo contengono. Si possono indossare sotto gli abiti per evitare l'imbarazzo, ma è importante poi rimediare e cercare di sgonfiarsi.

Bisogna diffidare di chi dice che si può migliorare in pochi giorni perchè occorre invece adottare dei comportamenti alimentari – e non solo – per un po' di tempo, al fine di aiutare l'organismo a liberarsi delle scorie e riportare la pancia com'era.
Ci si può aiutare con dei prodotti farmaceutici, meglio se specifici integratori per pancia gonfia.
Così come può essere utile assumere carbone vegetale, perché si comporta proprio come una spugna e assorbe l'aria in eccesso. Sempre utile ricorrere anche alla fitoterapia, con prodotti a base di finocchio, anice, camomilla, melissa e cumino.


Cosa nasconde la patina linguale e la lingua bianca?

La lingua è una parte del nostro corpo in grado di "comunicare" eventuali problemi a carico dell'intestino e non solo.
Ecco perché è importante tenere conto del suo aspetto. Una lingua sana – in corpo quindi sano – è una lingua rosea, senza tagli, senza fessure o buchi e soprattutto senza patina bianca. Una leggera patina sulla parte superiore può essere presente, ma quando diventa troppo spessa è la spia di qualcosa che non va per il verso giusto.

Del resto la lingua bianca, o patinata, risulta “sporca”, perché di fatto lo è! Quella patina è formata da batteri, detriti e cellule morte. Quando la patina diventa spessa, la lingua può risultare secca, felpata, persino la saliva può cambiare la sua consistenza, rischiando di alterare il gusto di ciò che si mangia. Questo fenomeno si chiama leucoplachia e si presenta quando ci sono problemi, anche se non è sempre sintomo di qualcosa di serio.

Per esempio, potrebbe essere data da un problema di igiene. Non tutti sanno che è importante pulire anche la lingua, oltre che i denti. Oltre a questo, la lingua biancastra può essere dovuta a cattiva digestione, problemi intestinali e altri fastidi a carico dell'apparato gastro-intestinale. La lingua asciutta e bianca può alterare la percezione del gusto, poiché le papille gustative vengono ricoperte dalla patina di cellule ormai morte.

lingua bianca

Oltre a questa patina, possono comparire anche tagli: in quel caso ci troviamo di fronte a una lingua fessurata, che crea davvero grande disagio. I tagli provocano calore, pizzicore e bruciore e spesso sono dovuti a malattie autoimmuni, allergie, infezioni o traumatismi.

La lingua biancognola, ricca di muco, il più delle volte si risolve cambiando abitudini alimentari o eliminando determinate medicine. Non si può dire lo stesso della lingua nigra, che è una condizione particolare del dorso della lingua, per la quale compare una colorazione nerastra nella zona interna, con papille ingrandite e allungate. In questo caso, a lungo andare, anche i sapore dei cibi potrebbe subire delle trasformazioni.

La lingua nigra o anche lingua villosa può essere causata da:

  • scarsa igiene orale;

  • farmaci particolari come antibiotici;

  • l'uso troppo frequente di collutori;

  • riduzione della produzione della saliva;

  • il fumo;

  • la masticazione del tabacco;

  • la consumazione eccessiva di thé e caffè;

  • la candida.

I problemi legati alla lingua bianchina possono essere diversi ed è importante riconoscerli per affrontarli ed eliminarli del tutto.
Per esempio, in taluni casi, la lingua si presenta ricoperta da una fastidiosa patina giallastra, in quel caso ci troviamo di fronte a una lingua saburrale, sulla quale sono presenti cellule epiteliali di sfaldamento della mucosa orale, rimaste bloccate nelle papille filiformi. Questa particolare colorazione può essere presente anche in fondo alla lingua e per questo un po’ meno visibile di quando si manifesta nella parte iniziale.

Al primo posto tra le cause di una lingua pastosa e spugnosa troviamo una cattiva igiene orale – soprattutto se in bocca sono presenti tante carie – e disturbi della funzione digestiva. Ma bisogna tenere conto anche della condizione dell'intestino: un'alterazione importante della flora batterica può causare questo fastidioso problema.

Lo strato bianco sulla lingua non è certo un bel vedere e anche se il più delle volte tende a risolversi da sé, è sempre bene indagare sulle cause.

Da cosa può dipendere? Come si manifesta la lingua patinata?

E' bene sapere che la lingua diventa biancastra a causa di una crescita particolare dei villi che ricoprono la sua superficie. In condizioni normali, sono bassi e crescono quando c'è qualche “emergenza”, comunicata dall'organismo, creando quel fastidioso strato bianco. Il tutto può dipendere da tante cose, come disidratazione, fumo (incluso marijuama), farmaci, dieta squilibrata. Soprattutto quest'ultima può disorientare l'intestino e questi disordini si ripercuotono inevitabilmente sull'aspetto del cavo orale.

Possiamo anche notare una lingua non totalmente bianca, ma a macchie. Spesso si creano puntini, bolle o chiazze, che corrispondono ai villi ingrossati, ma anche alla formazione di placca e batteri in determinati punti, ecco perché a volte sembra una lingua maculata, che sembrerebbe ricoperta da punticci e brufoli.

Indagare sulle cause è necessario, la lingua coperta da strato bianco non è mai da ignorare.
Alla base del cambiamento del colore può esserci anche un fungo (infezione micotica). La candida, per esempio, è un problema che si presenta spesso in bocca, soprattutto nei piccoli. Il famoso “mughetto” colpisce i bambini in età neonatale o comunque fino a quando mettono un po' di tutto in bocca per esplorare.
Certamente può capitare di prendere questo fungo anche da adulti, magari contratta per scarso igiene o tramite saliva. Ci sono prodotti appositi per guarire, ma il percorso è lungo e la candidosi del cavo orale può essere dolorosa.
Non va confusa con altri problemi, come allergia a certi alimenti e conseguente infiammazione intestinale. Questo tipo di problema consegna alla lingua quel classico aspetto patinato, la lingua appare viscosa, impastata.

Anche il fegato gioca un ruolo importante nella salute della lingua. Se è biancastra, un po' gonfia, potrebbe significare che il fegato sia affaticato, il più delle volte per via di una dieta sbagliata o per l'uso prolungato di farmaci. Solitamente correggere queste due cose migliora la situazione.

Una cattiva igiene orale, in ogni caso, è spesso il motivo principale della lingua asciutta e bianca. E molte volte la presenza di piercing non aiuta a mantenere un'igiene corretta del cavo orale.
Ma non bisogna ricercare le cause solo nell'igiene o in malattie conclamate come diabete – che può portare la sensazione di lingua secca, disidratata e felpata. Questo fastidio può manifestarsi anche in caso di forte stress.
In periodi difficili, l'organismo reagisce come può, creando talvolta degli squilibri ormonali che possono portare la lingua a cambiare aspetto.
Anche l'influenza, mal di gola e il raffreddamento potrebbero incidere sul colore della lingua, in questo caso però il problema si risolve con la guarigione.

Va detto, inoltre, che questo fenomeno legato a più cause, non si presenta in determinate età, ma può accadere in qualunque momento della vita. Nei bambini forse è meno frequente – perché l'organismo reagisce in maniera più rapida a eventuali cambiamenti – ma non è da escludersi.
Nei bambini a volte è causata, come abbiamo visto, da funghi. Altre volte da pessime abitudini alimentari – pensate al cibo “spazzatura” tanto amato dai ragazzini, non è certo un toccasana per intestino e fegato!

Negli adulti si può manifestare per un mix di motivi. Spesso lo stress non aiuta a liberarsi da questo problema, anche perché molte persone stressate si rifugiano in fumo e alcol, che favoriscono il comparire della patina bianca sulla lingua.

Può accadere anche in gravidanza, per buona parte grazie ai nuovi ormoni in circolo. Ecco perché in quel periodo bello e speciale bisogna mantenere buone abitudini alimentari, bere molta acqua, evitare cibi fritti, pesanti e soprattutto fumo e alcol.

Vi sarete comunque accorti che spesso questo fenomeno si presenta al mattino, per poi regredire durante la giornata. E' normale! Durante la notte la bocca è “ferma”, e inoltre intestino e stomaco lavorano la cena. Una lieve patina bianca appena alzati non deve creare allarmi, mentre la lingua felpata o biancognola tutto il giorno va controllata, ed è sempre bene avvisare il medico per capire quale potrebbe essere la vera causa del fastidio.

Anche perché, se non presa in tempo, può diventare cronica e liberarsene può essere un vero problema. Normalmente, cambiando alimentazione e trattando il tutto con i giusti integratori – qualora ce ne fosse bisogno – il disturbo passa in poche settimane. Ma è importante correre subito ai ripari, non ignorare del tutto la lingua patinata, perché poi debellarla sarà più complicato.

Del resto, è un fastidio che può provocare anche un certo imbarazzo, soprattutto se si lavora a contatto con la gente. E' vero che la lingua non è una parte esposta, ma è pur vero che si “nota” se qualcosa non va mentre si parla, a causa di piccole crepe, oppure mentre si mangia.
Non sempre crea alitosi, nonostante la presenza di batteri e scorie, ma può capitare che mentre la lingua è biancastra, l'alito non sia proprio “buono”, quindi diventa difficile rapportarsi con gli altri.

alito puzzolente

Se poi dovesse sopraggiungere la febbre, ci si troverebbe davanti a un problema di altro tipo: infezioni dentarie, per esempio, o infiammazioni locali. Il nostro corpo lavora molto bene e la febbre indica uno stato di “battaglia”, durante il quale si cerca di combattere il problema.

Quel che è certo è che non è da prendere sottogamba e che esistono dei sistemi per pulire la lingua che diventa bianca, non solo cambiando l'alimentazione ma anche seguendo altri accorgimenti.
Prima di tutto è importante recarsi dal medico o meglio ancora dal dentista, perché ci aiuterà a capire a cosa è dovuta.
A casa possiamo nel frattempo assicurarci di:

  • bere a sufficienza;

  • evitare l'uso di perossido di idrogeno (quindi bisogna fare attenzione ai collutori che usiamo);

  • evitare il fumo e il troppo alcol.

Poi possiamo pensare a spazzolare la lingua, pulendone bene il dorso con spazzolini adatti e usando del bicarbonato di sodio per ottenere una pulizia più accurata e profonda.
E' utile anche ricorrere a dei multivitaminici, che contengano vitamine A e B, perché spesso la lingua patinata è dovuta a uno scarso apporto vitaminico.

Chiaramente i rimedi naturali sono da preferire ai farmaci, poiché meno invasivi e pericolosi. Senza mai dimenticare una buona alimentazione, che preveda cibi buoni, freschi, di stagione e ricette semplici, come per esempio un buon petto di pollo alla griglia con contorno di spinaci saltati in padella. Se vi piacciono i centrifugati, sono ottimi quelli di mirtilli, mele e carote, da provare singolarmente oppure tutti insieme per un gusto più ricco.

Oltre alla patina bianca sulla lingua, bisogna tenere conto di altre malattie, come herpes o glossite, o ancora la malattia dovuta al virus di Epstein-Barr. La lingua in questi casi non presenta solo problemi di colore, ma anche forma, con papille ingrossate, tagli, fessurazioni e ponfi. In questi casi l'intervento del medico è assolutamente indispensabile.


studio medico

Disturbi cronici e disturbi curabili

La speranza di molti di noi è quella di vivere sempre in salute e di non dover affrontare gravi malattie che potrebbero debilitarci e renderci l'esistenza davvero difficile. Ma la vita quasi sempre ci presenta un'altra realtà, e non a caso aggiungo io.
Si perchè il caso non esiste, e la vita ci offre continuamente questo insegnamento: imparare e consapevolizzare il fatto di avere la piena responsabilità di ciò che ci accade!

La malattia, così come qualsiasi altro evento o incontro che arriva nella nostra vita, è frutto di un principio ben preciso noto come Legge di risonanza.
Ogni sintomo è l'espressione fisica di un conflitto psichico, questo vuol dire che così come siamo stati noi stessi a "creare" quel sintomo o malattia, sempre noi abbiamo tutte le capacità e potenzialità di guarire, apprendendo il messaggio che la malattia stessa vuol donarci. Se questa comprensione non avviene a livello di coscienza, il sintomo o disturbo funzionale, diventa acuto, per poi passare ad uno stato cronico. Questo non per cattiveria, ma per spronarci a "leggere" il messaggio di Guarigione interiore che il corpo ci porta attraverso la malattia.

E' importante distinguere tra malattie croniche – alcune delle quali sono però conseguenza di cattive abitudini – e malattie funzionali, anch'esse evitabili con piccoli accorgimenti e un atteggiamento sano e corretto.

I disturbi cronici sono la principale causa di morte in quasi tutto il mondo. Possiamo identificarle in un gruppo di malattie che comprende cardiopatie, cancro, diabete, sindrome metabolica, ma anche malattie croniche respiratorie. Non vanno sottovalutate le malattie mentali, quelle a carico dell'apparato gastrointestinale, i disturbi di vista e udito, né tanto meno le malattie genetiche.

Alla base di alcune patologie croniche ci sono dei fattori di rischio che sono modificabili:

  • alimentazione poco sana
  • consumo di tabacco
  • abuso di alcol
  • sedentarietà.

Questa abitudini malsane portano poi a creare dei fattori di rischio per malattie relativamente gravi, come l'ipertensione, la glicemia elevata, l'eccesso di colesterolo e magari l'obesità.

studio medico

Se teniamo conto che ci sono altri fattori, come età e genetica, che non sono modificabili, comprendiamo quanto sia importante mantenere delle abitudini di vita corrette per abbassare il rischio di soffrire di disturbi cronici gravi, che potrebbero condurre anche alla morte.

Chiaramente, le malattie croniche sono spesso determinate da altre cause, che riguardano anche il mondo esterno e le abitudini che vengono imposte dalla società. Questi disturbi possono essere altamente invalidanti, per questo l'affrontare questo tipo di malattie rappresenta una priorità di salute pubblica, in tutto il mondo.
Bisogna investire sulla prevenzione, cercando di ridurre i fattori di rischio e di informare il più possibile la popolazione affinché ne comprenda la gravità.

Elenchiamo brevemente quali sono le malattie croniche più importanti:

  • diabete

  • asma

  • artrite reumatoide

  • cancro

  • malattie cardiovascolari

  • malattie respiratorie come l'insufficienza cardiaca

  • malattie celiache

  • Morbo di Parkinson

  • fibrosi cistica

  • insufficienza renale cronica

  • epilessia.

Questi sono solo alcuni dei disturbi cronici di cui si può soffrire, il nostro Governo ha stilato un ottimo elenco con tutte le patologie indicate come tali. Alcune di queste sono dovute a problemi genetici, altre derivano da fattori di rischio, sui quali si può fare un'ottima prevenzione. Per esempio evitare l'abuso di alcol e fumo, alimentarsi in modo corretto, fare dell'attività fisica e così via.

Certi disturbi possono durare tutta la vita, per questo si promuovono stili di vita corretti e sani, atti a prevenire determinate malattie croniche. L'OMS punta a combattere questo tipo di disturbi, facendo leva sulla prevenzione. Chiaramente, da questo discorso sono escluse le malattie croniche genetiche.

Oltre a dover far fronte a possibili malattie croniche, alcune più gravi di altre, l'essere umano ha che fare costantemente con malattie funzionali e più lievi, il più delle volte procurate da disturbi passeggeri o da abitudini poco corrette.

Influenza, raffreddore, malattie esantematiche, gastrite, colon irritabile e colite, emorroidi, problemi al cavo orale, emicrania e altri disturbi simili sono spesso momentanei e più facilmente gestibili.

E' importante fare una distinzione, tra disturbi cronici e disturbi funzionli o acuti, perché bisogna capire che i secondi possono essere risolti e si possono eliminare, con essi, anche i fattori di rischio che porterebbero poi a soffrire di patologie croniche.

Da questo elenco si evince quindi che la colite sia curabile (conosciuta anche come sindrome del colon irritabile), a patto però di affrontarla con i giusti mezzi,lo spirito corretto ed un approccio integrato.
La colite è un disturbo molto diffuso, dovuto a cattive abitudini di vita, ma in grado di diventare “cronico” se non si interviene in tempo e cambiando alimentazione, oltre ad assumere uno stile di vita e alimentare più sano.

Anche se si presenta come fortemente debilitante, non bisognerebbe mai farsi prendere dal panico.
Si definisce anche sindrome del colon irritabile perché il colon ha tantissime terminazioni nervose e in caso di colite queste terminazioni si infiammano, diventando ultra sensibili, per cui stimoli normali come un pasto o il ciclo mestruale provocano risposte esagerate da parte dell'intestino stesso.

Le cause sono molteplici e in ogni persona possono essere presenti varie motivazioni che portano il colon a questa particolare condizione.
Ci sono fattori emotivi e psicosomatici, una predisposizione genetica, una cattiva alimentazione, intolleranze o allergie, l'uso di troppi farmaci e tanto stress.

I sintomi sono piuttosto chiari, anche se variano per intensità :

  • crampi e dolori addominali;

  • pancia gonfia;

  • diarrea alternata a stitichezza;

  • presenza di aria nella pancia.

Questi sintomi possono presentarsi in maniera diversa da persona a persona, inoltre i disturbi dati dalla colite possono cambiare col tempo.
Ma è appunto un disturbo curabile, soprattutto attraverso la giusta alimentazione.

La dieta dev'essere sana, corretta. Non bisogna mai saltare i pasti o mangiare con troppa fretta. Evitare caffè o altre bevande che “infiammano” e soprattutto evitare alcol e fumo può aiutarci a tenere a bada i sintomi e a far sparire del tutto questo fastidioso disturbo.

E' bene in linea di massima anche evitare determinati cibi, come latte e latticini, cavoli, legumi e patate, cibi in scatola, carne rossa preferendo al loro posto, cibi genuini come riso, verdure con poche fibre, frutta fresca con moderazione, pesce azzurro, il tutto seguendo le indicazioni di un esperto.

Esistono anche dei farmaci in grado di tenere a bada i sintomi del colon irritabile, come antispastici o anti diarroici, ma sarebbe meglio optare per integratori a base naturale, in grado di ripulire l'intestino e quindi di eliminare l'infiammazione che ne causa l'irritabilità.

Possiamo dire che tra i disturbi funzionali in fase acuta, questo è forse uno dei meno “gravi” ma comunque fastidioso. Cambiando le abitudini, facendo sport e cercando di mantenere uno stile di vita sano si può eliminare del tutto in tempi relativamente brevi.


bambino con chewing gum

E se il chewing gum facesse bene all'intestino ?

La protagonista indiscussa dell'avancassa di qualsiasi supermercato e di ogni più piccolo esercizio commerciale.
Ebbene sì, la gomma da masticare, che nel frangente d'attesa dinanzi alle casse determina gli affari migliori nonchè il successo delle aziende produttrici, induce il consumatore in una rimarchevole tentazione squisitamente sensoria.
C'é chi preferisce il tradizionale gusto della menta e chi invece preferisce sperimentare i gusti più bizzarri quali quello del bacon, del liquore all'uovo e persino del wasabi.
Tuttavia, alcune statistiche di mercato confermano quanto in realtà soltanto alcune fragranze siano vendute con maggiore frequenza: menta piperita, menta verde, zenzero, liquirizia, fragola e ridotto apporto di zuccheri.
Al di là del gusto e del brand che si possa preferire, risulta davvero difficile nonché improbabile trovare una confezione di chewing gum all'interno delle nostre borse, dei nostri zaini.

bambino con chewing gum

Chewing gum: quali sono gli ingredienti che la rendono così appetibile?

Conoscere nel dettaglio la ricetta della gum americana é impresa assai ardua dal momento che le aziende produttrici desiderano non rivelare le materie prima adoperate nè tantomeno il procedimento produttivo.
Tuttavia, alcune indiscrezioni sono giunte in favore della curiosità di tutti i consumatori innamorati della cicca da masticare.
Per di più, sono indiscrezioni che provengono dal non molto lontano Novecento.
Difatti, prima del secondo conflitto mondiale la cicca da masticare veniva prodotta ricorrendo alle proprietà della linfa prodotta dall'albero messicano della sapodilla.
L'aggiunta di aromi ne arricchiva il gusto rendendolo molto più saporito.

Con il finire della Seconda Guerra Mondiale, i chimici divennero consapevoli di quanto fosse difficile reperire la sapodilla.
Così la linfa naturale fu rapidamente sostituita dalle plastiche sintetiche e zuccherate, gomme e cere di più agevole reperibilità.
Ciò significherebbe che la tanto amata gum venga prodotta a partire da materie plastiche?
Ebbene sì ma vediamo insieme quali effettivamente le componenti principali di un chewing gum.
Resina, cera ed elastomero sono gli ingredienti essenziali per produrre una cicca da masticare che, quantomeno, sia masticabile, morbida e considerevolmente elastica.
In aggiunta agli ingredienti base, paraffina, cera di petrolio e polietilene completano la formulazione base della cicca da masticare.
Una volta ottenuta, con tali ingredienti, la consistenza ideale da masticare si procede al miglioramento del gusto mediante l'utilizzo di dolcificanti non sintetici come lo zucchero, il destrosio, il glucosio, lo sciroppo di mais, lo xilitolo, il sorbitolo, il lattitolo.
Il gusto dolce delle cicche da masticare può essere però causato non soltanto da dolcificanti non sintetici e, quindi, vegetali ma anche da dolcificanti sintetici quali aspartame e sucralosio.
Il rivestimento più croccante rispetto all'interno morbido, é invece garantito da una polvere che assorbe l'acqua in polvere di poliolo: in tal modo, il guscio esteriore della cicca, al contatto con il calore della saliva, si scioglie immediatamente offrendo una piacevole esperienza di gusto e consistenza.

Dunque, é ora che si divenga consapevoli di quanto le gum siano composite non di soli ingredienti naturali e/o vegetali ma anche e, soprattutto, da materie plastiche, polimeri, resine e plastificanti: quest'ultime divengono infedeli alleati non solo della salubrità del nostro stomaco ma anche del nostro Pianeta Terra.
Il mercato contemporaneo, infatti, si impegna nell'offrire alternative vegane, vegetali, biodegradabili e prive di aspartame affinché ogni consumatore possa preservare la passione per le cicche da masticare, senza causare danni al proprio stomaco ed anche al Pianeta Terra.

Chewing gum: come rimuoverla dai vestiti in poche e semplici mosse

Quante volte ci é capitato che, nel mentre della masticazione, la cicca da masticare ci sia finita sui vestiti?
Probabilmente molte volte e non c'é nulla che possa indurci in inutili preoccupazioni.
La buona notizia é che i vostri abiti potranno essere recuperati, indenni.
Vediamo, dunque, quali le poche e semplici azioni da praticare al fine di rimuovere una gum da pantaloni, felpe, t-shirt, gonne, giubbini e altri tessuti.
Tutto ciò che vi occorrerà é sicuramente già a vostra disposizione, vi basterà semplicemente cercare nei mobili di casa!
Ad esempio, fra i rimedi più comuni, vi é quello del ghiaccio.
Il cubetto di ghiaccio andrà posizionato esattamente sulla cicca da masticare e vi basterà attendere qualche minuto prima che la gum si indurisca e si stacchi dal tessuto.

Un altro efficace metodo, che tra l'altro non richiede sostanze potenzialmente dannose per le fibre tessili, é quello della carta nella quale si conserva il pane e un ferro da stiro.
La carta va ritagliata per la porzione di spazio che la cicca da masticare occupa, dopodiché va posizionata sulla cicca da masticare.
E' importante che il ferro da stiro raggiunga una temperatura media affinché, una volta passato sulla carta del pane, riesca a rimuovere il chewing gum senza renderlo ancora più "appiccicoso".
Dunque, il caldo e il freddo rappresentano metodi alquanto efficaci per la rimozione della cicca da masticare dai vestiti e/o tessuti.
Ma come comportarsi quando si é fuori casa e non si dispone nè di ghiaccio né di un ferro da stiro?
Probabilmente il ghiaccio diviene maggiormente reperibile recandosi in un bar ma vediamo comunque un altro metodo che potrebbe divenire funzionale allo scopo quando si é fuori casa.

Il nastro adesivo, infatti, se posizionato sulla cicca da masticare può dimostrare la sua efficacia nella risoluzione di simile inconveniente.
L'unica e principale accortezza da seguire una volta posizionato il nastro adesivo, sarà quella di effettuare uno strappo energico.
Per quanto concerne, invece, ulteriori metodi quali quello dell'aceto, dell'acetone e/o delle bibite gassate, si consiglia di procedere gradualmente e, nel caso in cui freddo e caldo non dovessero funzionare, si consiglia di rivolgersi ad una tintoria.

Chewing gum: come rimuoverla dai capelli evitando tagli indesiderati

Erroneamente si potrebbe immaginare che un simile inconveniente possa capitare a chi è più piccolo dal momento che le cicche da masticare si trasformano in strategici scherzi di gioco, in cui i denti e l'apparato boccale centrano poco.
E invece così non é poiché anche gli adulti incorrono in una simile situazione.
Grazie alla lettura del presente articolo, potrai abbandonare momenti di timore e disperazione perché togliere la cicca da masticare é possibile.
E no, la soluzione non é tagliare la ciocca di capelli bensì ammorbidire la cicca con l'ausilio di olii vegetali.
L'olio d'oliva, infatti, va massaggiato sia sulla porzione di capelli interessata sia sulla cicca da masticare.

L'olio può essere massaggiato con le dita oppure si può essere agevolati dalle setole di uno spazzolino da denti. Trascorsi alcuni minuti, la gum diverrà sicuramente più malleabile e, quindi, più facilmente rimovibile dai capelli.
Grazie a questo metodo, non solo avrete rimosso la cicca da masticare, ma soprattutto recherete alcun danno ai vostri capelli.
Sarà bastevole effettuare uno shampoo e sarete voi a scegliere se effettuare un lavaggio integrale oppure localizzato alla ciocca unta.

Chewing gum: come rimuoverla dalla suola delle nostre scarpe

La composizione del chewing gum non rappresenta l'unica minaccia ambientale poiché anche alcuni comportamenti poco civili ne rappresentano un ulteriore rischio.
Gettare la cicca per terra é un comportamento civilmente scorretto che pone l'accento sulla necessità di riproporre educazione civica come materia scolastica.
Difatti, diviene altamente probabile calpestare con le scarpe una cicca da masticare abbandonata sul marciapiede.
Cosa fare quando un gum si "appiccica" alle suole delle nostre scarpe, magari appena comprate?
Anche in questo caso, i metodi del freddo e del caldo dimostrano la loro efficacia ma esiste anche un altro rimedio.
L'acetone, infatti, può aiutarci a rimuovere la cicca dalle suole delle nostre scarpe.
Avremo bisogno di un cotton fioc, di immergerne un'estremità nell'acetone e di strofinarlo intorno al gum.
Dopo pochi istanti la gomma da masticare sarà stata rimossa dalla suola.
Nel caso in cui ci trovassimo fuori casa, potremmo utilizzare un rametto di legno e della terra affinché la frizione possa garantire il medesimo risultato.

muro pieno di gomme da masticare

Chewing gum: é davvero pericoloso ingerirla?

Quante volte, sin da quando eravamo bambini, ci é stato raccomandato di gettare e non ingoiare la gomma da masticare una volta finito il sapore?
Tuttavia, per quanto le raccomandazioni dei genitori si siano così consolidate nel tempo, é importante fare chiarezza sull'argomento.
Non é possibile fornire una risposta netta al presente quesito: ingerire accidentalmente una gomma da masticare non provoca danni irreversibili all'organismo ma ingoiarne molte può causare occlusioni del tratto digestivo.

Inoltre, c'é un'altra leggenda metropolitana che va smentita: una gomma da masticare ingerita non impiega 7 anni per essere digerita!
La cicca viene generalmente espulsa nell'arco di un paio di giorni: segue il medesimo destino degli altri corpi estranei accidentalmente finiti nell'esofago.

Chewing gum: cosa succede quando mastichiamo?

Uno studio giapponese, condotto su soli (scarsa significatività scientifica) 17 soggetti, ha evidenziato una correlazione media fra la masticazione e la concentrazione.
Dunque, masticare incentiva la lucidità mentale e migliora considerevolmente le prestazioni e/o funzioni cognitive, in particolar modo la memoria.
In particolar modo, alcuni studi scientifici americani dimostrano quanto la masticazione alleni e migliori la memoria di contesto.
E' considerazione nota quella del cervello che associa alcune informazioni a sapori, odori o azioni: vi è mai capitato di ascoltare una canzone o di assaporare un dolce e ricordare qualcosa in particolare?
Probabilmente sì e, soprattutto, la masticazione stimola questa associazione: gli esperti, ad esempio, consigliano di masticare una gomma sia mentre si studia sia quando le informazioni acquisite andranno esposte e richiamate in un contesto differente.

Chewing gum e caramelle: quali danni può provocare il biosssido di titanio al nostro intestino?

Ancora una volta, le raccomandazioni dei nostri genitori ritornano a echeggiare nei nostri ricordi: non esagerare con il consumo di chewing gum e caramelle!
Molto probabilmente una simile raccomandazione é motivata dalla notevole quantità di zuccheri presenti nelle cicche da masticare ma non solo.
Non solo zuccheri perché il biossido di titanio, un additivo presente in gomme e caramelle, é in grado di indebolire la capacità dell’intestino di assorbire le sostanze nutritive come proteine, vitamine, grassi e minerali.
Inoltre, il biossido di titanio (E171) ingenera anche un dannoso processo di indebolimento delle pareti intestinali.

Chewing gum e reflusso esofageo: la gomma da masticare può offrire sollievo

In caso di reflusso acido gastro-esofageo, la masticazione della cicca può agevolare la riduzione di acido nell’esofago.
Difatti, la masticazione aumenta la produzione di saliva: così l'acidità che percepiamo in gola può essere considerevolmente ridotta.
Ancor meglio se si mastica una gomma al gusto di bicarbonato dal momento che il bicarbonato neutralizza l’acido presente nell’esofago e accresce la quantità di bicarbonato già presente naturalmente nella nostra saliva.

Chewing gum e diarrea: le affermazioni del gastroenterologo Gianfranco Delle Fave

Al fine di offrire una valida informazione, di seguito le testuali parole pronunciate dal professor Gianfranco Delle Fave, gastroenterologo dell'università 'La Sapienza' di Roma:
"Nelle gomme da masticare sono contenute delle sostanze come mannitolo e sorbitolo che vengono utilizzate nella preparazione dei lassativi osmotici é chiaro che la diarrea non è determinata da un chewing-gum al giorno, ma e' un problema per il grande mangiatore.

Queste sostanze infatti entrano nell'intestino e tendono ad attirare acqua realizzando l'effetto osmotico."
Dunque, un modico utilizzo di cicche da masticare può provocare gonfiore e/o crampi allo stomaco ma un utilizzo smodato di cicche da masticare può causare frequenti e importanti episodi di diarrea.
Si consiglia, infatti, di leggere attentamente le etichette delle gomme da masticare al fine di evitare quelle contenenti alcoli di zucchero e/o nano-particelle di biossido di titanio che favorirebbero gli effetti negativi, tra cui anche le frequenti evacuazioni.

Chewing gum dell'amore: conosciamo il protagonista dell'era post-Viagra

Sapevi che esiste un chewing gum ideato per la risoluzione della disfunzione erettile?
Si chiama "chewing dell'amore" e continua a farsi sempre più spazio in un'era definita post-viagra.
Esteticamente si presentano molto simili alle gomme da masticare, sono rivestite da un biofilm orale che si scioglie immediatamente al contatto con il calore della salica.
L'assorbimento dei principi attivi é notevolmente più rapido: l'assorbimento avviene già all'interno di vettori che si sciolgono al contatto con la saliva. Il passaggio nello stomaco e nel fegato é così eluso e i principi attivi vengono assorbiti nella loro interezza.

Chewing gum: alcune curiosità che non conosci

Il chewing gum di Zlatan Ibrhaimovic
Zlatan Ibrahimovic mastica almeno una cicca ogni partita. L'attaccante del Milan ha dichiarato che la masticazione aiuta a renderlo più sereno e concentrato in partita, riducendo in parte il suo noto nervosismo. Così devoto all'utilizzo del chewing gum che ha scelto di divenire il volto di un nuovo marchio di gomme da masticare: si tratta di integratori masticabili a base di caffeina e vitamine, per una migliore concentrazione.

Chewing gum per dimagrire

La gomma da masticare viene preferita ad ulteriori dolciumi non solo per il gusto ma soprattutto per le aggiuntive funzionalità che può garantire.
Masticare é un'azione che senza dubbio alcuno attiva la sensazione di sazietà: masticare illude lo stomaco di star mangiando qualcosa, ma non accelera il metabolismo.

Alcuni studi, infatti, dimostrano quanto masticare una cicca nell'arco della mattinata può ridurre l'apporto calorico previsto per pranzo.
Le gum per perdere peso e bruciare grassi in eccesso contiene Garcinia Cambogia, principio attivo che inibisce lo sviluppo del tessuto adiposo, abbassa il colesterolo e normalizza i livelli di zucchero nel sangue e Guaranà.
Sarà un tipo di cicca sempre più richiesta e sempre più disponibile sui mercati global e in Italia sembrano essere già reperibili.

Il chewing gum é ufficialmente in crisi

Il definitivo allarme é stato proclamato dal Wall Street Journal, il quale ha evidenziato il drastico calo dei consumi della gomma da masticare.
Il calo dei consumi sarebbe iniziato nel 2007 ed ora le aziende produttrici si stanno impegnando per risollevarne l'andamento.
Il Wall Street Journal, inoltre, ha individuato anche le cause di una così evidente crisi: l'utilizzo dello smartphone.
L'utilizzo dello smartphone allieva le attese e i pensieri che, fino a qualche decennio fa, alleviava la gomma da masticare.
E invece vi ricordate della posizione strategica nonché vincente dell'avancassa?
Ebbene sì, quegli affari sembrano essere solo un lontano ricordo perché é lo smartphone a rapire il nostro sguardo, la nostra attenzione.


enterosgel

Che cos'è Enterosgel?

Enterosgel è un idrogel, a struttura globulare porosa composto da acqua e silicio organico (acido metilsilicico) con effetti depurativi e detossinanti. Il silicio organico è scelto come principio attivo poiché riesce a legarsi alle sostanze tossiche ed agli agenti pataogeni presenti nell'apparato gastrointestinale, assicurandone dunque la rimozione ed il ripristino della flora batterica entro dodici ore dalla sua assunzione orale.
E' un idrogel inerte a base di silicio che, una volta raggiunto il lume intestinale, inizia a formare una peculiare struttura a rete tridimensionale in grado di intrappolare sostanze tossiche endogene ed esogenee quali tossine batteriche, allergeni alimentari e veleni.

enterosgel

Il silicio organico è in grado di legarsi selettivamente alle sostanze tossiche poiché sceglie la sostanza in base al suo peso molecolare.
Ad esempio, non si lega sali minerali, agli elettroliti, alle proteine ed anche alle immunoglobuline, preservando in tal senso l'omeostasi organica.
Enterosgel svolge quindi un’azione detossificante e può essere prescritto per il trattamento di patologie come diarree, anche infettive, disturbi gastro-intestinali e malattie allergiche.
Enterosgel é un dispositivo medico descritto anche come "adsorbente" o "enterosorbente", ossia capace di ritenere acqua, di rimuovere i residui e le tossine presenti nell’apparato gastrointestinale e di assodare le feci.
Fra le caratteristiche organiche di questo idrogel, vi è sicuramente quella di essere inodore, insapore, privo di aromi aggiuntivi, privo di conservanti e senza glutine.

Un pò di storia su Enterosgel

Questo idrogel è stato ideato negli anni Settanta a causa di una presunta minaccia batteriologica proveniente dall'Occidente.
Alcuni medici militari russi, affinchè il presunto attacco batteriologico fosse neutralizzato, intrapresero infatti una sperimentazione su circa 5.000 pazienti colpiti da alcune contaminazioni batteriologiche.
La sperimentazione proseguì e terminò con successo a tal punto che condusse alla distribuzione del gel sul mercato.

Come assumere Enterosgel?

I medici consigliano di assumere Enterosgel due ore prima o anche due ore dopo i pasti principali.
Enterosgel può essere somministrato direttamente per sospensione orale oppure versando il gel in un cucchiaio da minestra e bevendo un abbondante bicchiere d’acqua dopo averlo ingerito. Enterosgel può anche essere prima sciolto in un abbondante bicchiere d'acqua e poi ingerito.
Per quanto riguarda il dosaggio, vi è una differenziazione relativa all'età poiché, ad esempio, i bambini possono assumere Enterosgel solo dai cinque anni in su.
Gli adulti possono assumere un cucchiaio (15g) per tre volte al giorno e, al fine di prevenire eventuali intossicazioni croniche o condizioni allergiche, sono consigliati due cucchiai (30g) al giorno per due volte al giorno per sette-dieci giorni consecutivi.
Enterosgel va agitato molto bene prima di ogni utilizzo, va conservato ad una temperatura compresa fra i 4 c° e i 25° e non va mai congelato.

Quando assumere Enterosgel?

Enterosgel è un medicinale considerato fortemente idoneo e efficace per il trattamento complementare delle sintomatologie morbose associate a diarrea liquida.
In particolar modo, Enterosgel viene prescritto per la cura di gastrointeriti acute, di diaree batteriche o virali, di indegestioni (dispepsia), di avvenelamenti e di sindormi dell'intestino Irritabile associate a diarree. 

Enterosgel: aiuta per la duodenite cronica?

La duodenite, a differenza di una gastrite, comporta un cronico stato infiammatorio del duodeno, ossia del tratto del canale alimentare compreso tra lo stomaco ed il digiuno.
Il duodeno è una struttura anatomica deicsamente delicata, formata da una parete sottile che funge sia da 'contenitore' per i nutrienti di passaggio dallo stomaco, sia luogo di produzione di ormoni essenziali.
Lo strato interno del duodeno è rappresentato dalla mucosa ed è quello che più frequentemente viene colpito da processi infiammatori.
E' possibile identificare questa patologia con il termine gastro-duodenite poichè gli agenti patogeni che ingenerano la gastrite, sono i medesimi agenti patogeni che causano la duodenite.
La gastro-duodenite può essere causata sia da agenti batterci come l'Helicobacter Pylori, a trasmissibilità orale, sia da farmaci causanti stati infiammatori della mucosa, ulcere e perforazioni a tutto spessore delle pareti interne del duodeno.
In base alla tipologia di causa scatenenante, si prescrive una cura differente: antibiotici, difensori della mucosa e oppositori dell'iperacidità percepita.
Pertanto, dagli studi scientifici studiati, non emerge un'efficacia di trattamento diretta e ingenerata dall'assunzione di Enterosgel.

Perchè Enterosgel può aiutare a perdere peso?

E' sicuramente da precisare quanto Enterosgel non sia stato primariamente formulato per la perdita di peso ma alcune caratteristiche di questo idrogel possono essere veicolate verso un obiettivo di dimagrimento.
Infatti, Entersogel non solo ripulisce l'intero organismo da residui, scorie, tossine e anche colesterolo ma rilascia una sensazione di piena "sazietà", sensazione percepibile qualche ora dopo l'assunzione. In tal modo, la persona che sceglie di assumere Enterosgel smarrisce il desiderio di colmare i piatti sino all'orlo e riduce drasticamente l'apporto calorico giornaliero.

Enterosgel non è stato ideato per il dimagrimento bensì per la realizzazione di un'azione detossinante dell'organismo. Enterosgel potrebbe agevolare un potenziale percorso di dieta poichè ripulisce e prepara a tal percorso sia l'organismo sia l'intestino.
Personalmente suggerisco di assumere Enterosgel circa cinque giorni prima l'inizio del percorso di dimagrimento e di non protrarre il trattamento oltre i quattordici giorni poichè questo gel potrebbe compromettere seriamente l'assunzione dei fondamentali nutrienti.
Entersogel si "gonfia" nell'intestino causando una sensazione di inappetenza e nausea.

Entersogel e Candida

La candida è un fungo che si riproduce nell’organismo e genera svariati disagi e problemi di vario tipo.
Questo sintomo se non adeguatamente trattato, può provocare ulteriori defezioni quali ascessi, eruzioni cutanee, infezioni vaginali, disturbi intestinali, disturbi di deglutizione, affaticamento della resa immunitaria, candidosi.
Per il trattamento della Candida esistono rimedi naturali efficaci che, uniti ad una dietaad hoc, riescono a debellare l'infezione anche in maniera permanente.
Ad esempio, la medicina non tradizionale suggerisce un approccio da più fronti, utilizzando diversi principi attivi estratti dalle erbe come l’aglio, acido caprilico (un estratto del cocco), succo di aloe vera, liquirizia, Idraste e/o echinacea.
L'alcol va drasticamente eliminato così come alimenti molto zuccherati e contenenti lieviti o muffe (compresi i formaggi azzurri) perché il corpo potrebbe essere diventato sensibile ai fermenti o ai loro derivati.

E' fondamentale che il regime alimentare sia a limitata percentuale di zuccheri poiché essi incoraggiano la fermentazione che di fatto agevola la mansione batterica dei miceti.
Inoltre esistono delle sostanze dolci, conosciute come frutto-oligosaccaridi (FOS) derivati da topinambur e dalle radici di tarassaco: essi incoraggiano lo sviluppo dei bifidobatteri. I FOS sono reperibili nei punti commerciali di alimenti e prodotti biologici sotto forma di polveri.
Un approccio integrato, d'altro canto, prevede l'utilizzo di dispositivi medicinali al fine di contrastare l'attacco micotico della Candida.
Fra questi dispositivi, vi è proprio Enterosgel poiché accresce una notevole capacità selettiva di adsorbimento e di eliminazione dei microrganismi patogeni come quello della Candida.

Controindicaizoni di Enterosgel

Enterosgel non mostra particolari controindicazioni durante il periodo della gravidanza e anche dell'allattamento poichè non sottrae nutrienti, proteine, sali eminerali e aminoacidi essenziali per il fabbisognio giornaliero sia della madre sia del bambino.
Enterosgel potrebbe causare effetti collaterali a chi mostra un'intollerenza al medicinale e quindi ai suoi principi attivi.
Enterosgel può ingenerare controindicazioni in situazioni di atonia intestinale, ossia di mancata peristalsi (contrattilità) a livello del tratto enterico.
Nel caso di una diagnosticata insufficienza renale o insufficienza epatica, Enterosgel potrebbe essere rigettato poiché percepito come disgustoso.
Fra gli effetti indesiderati più comuni e scisse da pregresse patologie organiche, vi sono nausea e costipazione entrambe causate da un prolungato nonchè sconsigliato periodo di trattamento.

Perchè preferire Guna Enterosgel ad un altro rimedio naturale?

La medicina non convenzionale prevede molteplici rimedi naturali finalizzati alla cura e al trattamento di infezioni batteriche e/o stati infiammatori che affligono il lume intestinale.
Fra questi rimedi, è possibile annoverare l'utilizzo di decotti a base di limone, di menta, di camomilla ne caso di diarrea, succo di aloe vera per pulire l'intestino e cardo nel caso di intossicazione epatica.
Sono i cosiddetti "rimedi della nonna" e sono efficaci, impiegando una quantità di tempo soggettiva ma abbastanza lenta prima di riuscire a riscontrare un significativo sollievo.
Enterosgel è un dispositivo che dimostra riscontri e risultati significativi e durevoli nel trattamento di diarrea batterica o virale, intossicazioni intestinali e sindrome del colon irritabile.


rotolo di carta igienica in viaggio

Stitichezza da viaggio: imparare come far la cacca in vacanza

È nel IV secolo a.C. che Aristotele inizia a fornire una definizione dell’essere umano come considerevolmente sociale: è naturale l’istinto di relazionarsi con l’altro, interiorizzato come elemento determinante per la strutturazione della nostra identità.
Tuttavia diviene possibile aggiungere una ulteriore peculiarità: il nostro essere abitudinari. Le abitudini infondono in noi un rassicurante senso di sicurezza e controllo: ma cosa accade quando una delle nostre abitudini viene modificata, ad esempio, da alcune circostanze esterne?

rotolo di carta igienica in viaggio

Ad esempio, vi è mai capitato di non riuscire più ad andare regolarmente in bagno una volta che vi siete ritrovati a vivere in luogo che non fosse casa vostra? È da ammettere quanto il pensiero comune di ognuno di noi consideri il wc di casa come una salvezza: un luogo sicuro dove riuscire ad abbandonare qualsivoglia preoccupazione legata alla fretta, alla non pulizia ed alla mancanza di comodità.

E se la domanda che vi tormenta è “Perché non riesco ad andare in bagno quando sono in vacanza?”, la lettura di questo articolo vi aiuterà nella comprensione del perché accade questa alterazione della regolare abitudine della defecazione, del come poterla fronteggiare nella modalità più efficace e del quando essa si verifichi.

Cos’è la stitichezza da viaggio: perché si verifica ed in quali situazioni

La stitichezza da viaggio, anche conosciuta come stitichezza “del viaggiatore”, rappresenta una tipologia di stitichezza occasionale, legata a particolari circostanze di sperimentato malessere. Presenta una sintomatologia composita da gonfiore e dolore addominale, mal di testa persistente ed ulteriori fastidi che incentivano la compromissione del benessere personale.

Perché si verifica la stipsi “del viaggiatore” e quali sono le cause di questa forma di stipsi occasionale?

La conoscenza nonché l’approfondimento delle cause e del perché una persona sperimenti severa difficoltà nell’evacuare quando non si ha familiarità con il gabinetto, consente l’individuazione delle possibili e concrete soluzioni, ed è per questo che vengono qui illustrate. Non sarà necessario quindi ricorrere ad un lassativo super veloce per ovviare a questa situazione, ma utilizzare la testa a nostro favore, seguendo qualche regola di buon senso.

È ben noto quanto la stipsi, in generale, sia una condizione organica e problematica in cui la muscolatura intestinale versa: la struttura muscolare intestinale è in questo casa impigrita in quello che viene denominato processo di progressione regolare del materiale fecale, che di conseguenza ristagna e si accumula, per prolungati periodi, nel tunnel rettale. I movimenti ondulati del colon sono drasticamente ridotti e le feci divengono celermente sempre più dure.
La "stipsi del campeggiatore” presenta la medesima anamnesi ma con l’aggiunta di una correlazione legata al luogo in cui essa inizia ad essere sperimentata. Il wc di stanza di albergo, di un bagno comune di un campeggio oppure di un ristorante non è minimamente paragonabile al wc di casa nostra: quest’ultimo, difatti, non ingenera in noi timori perché ne conosciamo le abitudini di utilizzo da parte degli altri componenti della nostra famiglia, sappiamo che esso non viene frequentato da persone che non sono nostri conviventi, e per di più siamo sicuri che sia certamente pulito.
Proviamo ad immaginare il wc di un camping: è un bagno comune e, per tale ragione, viene frequentato da tutti coloro che alloggiano in quello spazio. Solitamente è posto in un’area pubblica del campeggio e per questa ragione possiamo ascoltare i suono della natura e ciò potrebbe essere confacente alla situazione, per alcuni soggetti, ma potremmo correre il rischio di ascoltare anche le voci dei passanti, cosa non tollerabile a tutti.

Trattandosi infatti di un bagno comune, potrebbe essere gremito di persone al punto da generare in noi la preoccupazione di liberarlo presto o ancora, le condizioni igieniche potrebbero non essere delle migliori e ciò potrebbe non lasciarci liberi di sederci comodamente sul wc.

Quanto vi siete sentiti al sicuro e sereni nell’immaginare di andare in un bagno del campeggio?

Immagino che la risposta sia del tipo “per nulla” o "quasi mai".
Inoltre, tra i fattori più assidui che possono compromettere il nostro ritmo biologico della defecazione, provocandone dunque una severa stitichezza occasionale, vi sono peculiarità non strettamente legate alle condizioni igieniche ed ambientali in cui un wc pubblico e/o comune può versare. Ad esempio, il cambiamento dell’aria e della sua qualità, così come anche il mutamento climatico, di orario e di alimentazione. Il cambio di alimenti e, pertanto, il mangiare cibi non così familiari alle nostre abitudini può determinare un rigido rallentamento metabolico che, a sua volta, può causare una significativa disidratazione dell’organismo.

Probabilmente, quindi, di una strepitosa vacanza ricorderete un difficoltoso e disagevole episodio di stipsi intestinale. Inoltre, fra le cause più comuni è annoverabile la lunga durata del viaggio e come le poche soste lungo il tragitto possono determinare una compromettente inibizione dello stimolo evacuativo.
Se ne può dedurre quindi che i cambiamenti climatici, di orario, di alimentazione e di tipologia del wc possono ingenerare alterazioni della defecazione, ma quando lo stimolo evacuativo sopraggiunge si consiglia per questo di non ignorarlo e di assecondarlo.
Questo articolo desidera rassicurare sia le persone che hanno già sperimentato una stipsi “del viaggiatore” sia le persone che temono di poterla vivere perché in procinto di un una vacanza, di un’esperienza in campeggio e/o di un week end di lavoro con tanto di cene al ristorante a seguito.
In tutti questi casi, conoscere i fattori determinanti la stipsi da viaggio rappresenta già un valido passo verso la miglioria.

campeggio

Il cambio di wc, della tavoletta, del bagno inteso come stanza, delle condizioni igieniche, delle abitudini di frequenza e di utilizzo, nonché delle abitudini alimentari causano istintivamente una trasformazione del nostro ritmo biologico evacuativo.
Esistono però delle azioni che possiamo porre in atto per fronteggiare con efficacia e serenità non solo la severità della problematica ma anche e soprattutto per riuscire a godersi la vacanza, il pranzo e/o la cena, la villeggiatura in campeggio.

La costipazione da viaggio può guastare non soltanto il benessere tanto ricercato dopo un periodo intenso di lavoro e/o di stress ma anche la regolare funzionalità del nostro intestino: il materiale fecale può sedimentarsi per un considerevole lasso di tempo, pari addirittura ad una intera settimana. È di per sé facile intuire quanto l’accumulo prolungato delle feci non contribuisce alla salubre funzionalità dell’intestino: anzi, potrebbe a sua volta determinare sintomatologie più acute ed ostacolanti.
Il prossimo paragrafo, difatti, verrà dedicato ai comportamenti ed ai rimedi da porre in pratica al fine di raggiungere e sperimentare un benessere non soltanto intestinale e/o organico ma anche un benessere interiore e/o personale, che tra l’altro direttamente consegue da quello intestinale.
Di seguito, capiremo come preservare e prendersi cura della suddetta correlazione.

Stitichezza “del viaggiatore”: quali sono i comportamenti ed i rimedi da seguire per sperimentare benessere intestinale quando non si è a casa

Hai recentemente programmato un lungo viaggio in treno e sei reduce da un disagevole episodio di costipazione da viaggio?
Esistono molteplici comportamenti e rimedi che possono supportarti nell’affrontare questo spostamento. Di seguito indicherò i sistemi maggiormente consigliati per agevolare la defecazione in un bagno che non sia quello di casa vostra, contestualizzato tra l’altro in nuove condizioni ambientali (clima, orario, igiene, alimentazione, esercizio fisico).

 

L’idratazione è da annoverare fra i bisogni primari da soddisfare nell'arco della giornata, indipendentemente dal fatto di viaggiare in aereo o con altri mezzi. Viene sempre consigliato di accompagnarsi, durante il viaggio, da una bottiglia di acqua. L’indicazione dettagliata prevede un’idratazione pari a 10-15 bicchieri al giorno. Un giusto e costante apporto giornaliero di acqua potrà sicuramente prevenire la secchezza del materiale fecale e favorirne così la fuoriuscita. Le bevande gassate e/o alcoliche sono, di contro, severamente sconsigliate.
Si consideri inoltre come l’esercizio fisico segue il comportamento preventivo dell’idratazione. In questo caso ci si riferisce non esclusivamente ad una disciplina sportiva, anche perché diverrebbe complicato praticarla su di un treno, in auto oppure in aereo! Quello che viene consigliato è, ad esempio, una passeggiata nei corridoi del vagone del treno oppure l'abitudine di alzarsi frequentemente, in modo tale da non assecondare la sedentarietà e favorire invece l’ossigenazione della muscolatura intestinale.
L’alimentazione possiede una notevole influenza sull’insorgenza della forte costipazione da viaggio. Le soste presso autogrill e/o fast food causano mutamenti drastici al funzionamento intestinale ed è per questo che si consiglia di portarsi con sé, in caso di gite fuori porta, uno spuntino a base di frutta fresca. Questo piccolo pasto potrebbe essere costituito da kiwi, prugne, albicocche, pere e pesche, in modo tale da garantire il giusto apporto di liquidi e non disidratare i tessuti intestinali, anche in mancanza di una bottiglietta d'acqua.

Un ottimo consiglio che vi lascio è l'utilizzo di prebiottici e probiotici, fondamentali per garantire il funzionamento dell'intestino attraverso il microbiota. Inoltre ci sono fitocomplessi a base di cicoria, tamarindo, ibisco, manna, aloe e semi di finocchio, utilissimi per favorire l'evacuazione.

Come già accennato in precedenza, il wc di casa nostra diviene solo un lontano ricordo quando siamo seduti su di un wc pubblico: ciò viene consigliato è proprio un esercizio di immaginazione che consiste nel mettersi alla ricerca di qualche aspetto e/o caratteristica del bagno pubblico che possa ricordarci quello di casa nostra, in modo da metterci più a nostro agio.
Una volta assimilati questi consigli, potrai goderti con maggiore serenità il tuo viaggio ed evitare di resistere senza che esiste alcun valido motivo per farlo.