donna con diarrea

Diarrea liquida e colite

Diarrea liquida gialla: da cosa dipende?
La forma e consistenza delle feci
Frequenza delle scariche
Quanto dura il malessere?
Come far passare la diarrea
Sognare di fare cacca liquida

I COLORI DELLA DIARREA

Diarrea liquida gialla: da cosa dipende?

La diarrea liquida gialla è un fenomeno che si presenta raramente negli adulti, mentre nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli, si verifica con frequenza.

Negli adulti, le feci acquose e con un colore molto giallo stanno a significare che alcuni grassi ingeriti, come quelli saturi, sono transitati più velocemente del previsto dall’intestino o non sono stati completamente digeriti e poi assimilati.
Si tratta quindi o di un evento temporaneo legato all’alimentazione e pertanto non ci sono ragioni di preoccuparsi, al di là della necessità impellente di andare in bagno, o da squilibri biliari. In tal caso bisogna analizzare le possibili cause per poi eventualmente fare un lavoro sul fegato.

Se però la diarrea gialla dovesse persistere, è opportuno consultare il proprio medico o naturopata, perché in casi estremi potrebbe indicare la presenza di malattie rare come la tubercolosi o problematiche più serie come il cancro al colon.

Nei bambini invece, soprattutto nei neonati, la diarrea gialla compare in seguito all’assunzione del latte materno: dato che la flora intestinale non è ancora ben sviluppata, può succedere che le feci appaiano gialle con dei puntini bianchi (presenza di caseina).
In questo caso il fenomeno, a meno che non indichi la presenza di malattie infettive, in genere tende a risolversi con il tempo e con lo sviluppo completo dell’apparato digerente del bambino.

donna con diarrea

Diarrea liquida verde: da cosa dipende?

Rarissima negli adulti (se presente però, spesso è dovuta ad un’infezione da salmonella, allo stress o da squilibri nella produzione di bile da parte del feato), la diarrea liquida verde è invece frequente nei bambini e nei neonati.
Anche in questi casi però non bisogna preoccuparsi, perché le feci verdi acquose nei bambini dipendono quasi esclusivamente dalla bile.
Dato che il corpo del bambino, non essendo ancora completamente sviluppato, non è in grado di metabolizzarla, la bile viene espulsa tramite le feci.
Questa condizione, a meno che non indichi la presenza di patologie, in genere si risolve nel giro di pochi giorni.


DIARREA LIQUIDA: CAUSE

Colite microscopica

La diarrea liquida, soprattutto se cronica, può essere provocata dalla colite microscopica, un’infiammazione che si può rilevare effettuando un’analisi in laboratorio sul rivestimento del colon prelevato durante la colonscopia.

Questa patologia, come altre che colpiscono le vie biliari e l’intestino, ha origini sconosciute, anche se alcuni medici sospettano che sia di tipo autoimmune come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.

Attualmente a livello medico non esistono cure per contrastarla in modo efficace, tranne la somministrazione di farmaci anti-diarrea e l’esclusione del lattosio dalla dieta del paziente. In ambito naturopatico invece, attraverso un’anamnesi fatta a 360° sulla persona che consideri abitudini alimentari, stile di vita, cronostoria farmacologica e domande ad hoc su aspetti emotivi e psicosomatici vissuti, spesso è possibile migliorare il quadro sintomatico, se non normalizzarlo completamente.

ATTENZIONE: la diarrea potrebbe dipendere dalla SIBO, una patologia caratterizzata da una sovracrescita btterica nell’intestino tenue.

Paura e senso del pudore

Dietro una colite diarroica molte volte c’è un bagaglio emozionale represso enorme, il quale non essendo stato risolto sul piano psichico, si manifesta sul piano fisico. Ma l’obiettivo finale del nostro sistema mente-corpo è sempre lo stesso in realtà: la GUARIGIONE.
In questo video spiego nel dettaglio cosa si può nascondere dietro la tua colite con diarrea..

Virus

Un’altra causa della diarrea liquida, più comune rispetto alla colite microscopica, è la presenza di virus: spesso questi agenti patogeni sono i principali responsabili degli attacchi di diarrea e di vomito, soprattutto in caso di influenza intestinale, tali da far correre verso il gabinetto. I più comuni sono il Rotavirus e il Clostridium difficile.

diarrea e vomito

Anche in questi casi, attraverso un’importante assunzione di probiotici specifici come Bifidobacterium longum, Enterococcus faecium e Saccharomyces boulardii, è possibile in un lasso di tempo ragiovenole e senza l’uso di antibiotici, ristabilire una condizione fisiologica di salute intestinale.

Sindrome del tratto intestinale accelerato: che cosa è?

La sindrome del tratto intestinale accelerato è una condizione che si manifesta soprattutto nei bambini piccoli. Può essere riconosciuta soltanto dal numero delle fuoriuscite liquide e dalla frequenza delle scariche, in quanto per il resto il bambino appare in buona salute e non presenta altri sintomi come vomito, nausea o simili. Imparare come trattenere queste scariche impellenti è il modo per superare l’ostacolo numero uno di questo disturbo intestinale.

Negli adulti la presenza della manifestazione patologica è associata spesso ad uno stato ansioso o a problemi di assorbimento a livello intestinale.
Quest’ultima condizione può essere riscontrata soprattutto nei soggetti che hanno un’intolleranza al lattosio, ovvero che non sono in grado di assimilare il latte né tanto meno i suoi derivati.

Consistenza della diarrea

Se la diarrea è come acqua, vuol dire che l’intestino crasso non è stato in grado di riassorbire l’acqua o, nei casi più gravi, addirittura sta eliminando acqua che si trova all’interno di esso.
La condizione, riscontrabile sia negli adulti sia nei bambini, se si prolunga nel tempo, può portare ad uno stato di disidratazione. Per questo motivo, non appena si verifica la prima scarica di questo genere, è opportuno consultare il pediatra o il medico/naturopata.

È più grave a seconda di quanto è più liquida o dipende dal colore?

Anche se la diarrea in sé non basta a giudicare la gravità della patologia, spesso il colore (e non la consistenza) è più grave, in quanto può segnalare la presenza di malattie come tumori, sindrome del colon irritabile, o altre disfunzioni.

Riassumendo:
Feci verdi: squilibri biliari, acidità o eccesso nel consumo di proteine;
Feci chiare o bianche: ridotta attività epatica e biliare, possibile epatite, cirrosi epatica;
Feci esagerate (quantità): insufficienza pancreatica, diabete;
Feci con ggrumi bianci: calcolosi biliare, parassitosi;
Feci con muco o pus: colite ulcerosa, tumori, eccesso nel consumo di latticini, insufficienza biliare;
Feci gialle: squilibrio biliare, colite;
Feci arancioni: presenza di batteri, colite o irritazione alle vie urinarie.

Diarrea a spruzzo

La diarrea a spruzzo, che spesso fa anche molto rumore, è tipica dei bambini, mentre negli adulti è meno frequente ed è spesso accompagnata da un bruciore persistente nella zona anale. Di solito indica la presenza di malattie intestinali di varia natura (forme di colite in primis) oppure intolleranze ad un alimento specifico.

Frequenza delle scariche

In caso di fuoriuscita di feci acquose, si possono verificare tra le tre e le sei scariche al giorno.
La diarrea cronica invece si riconosce subito perché può perdurare non solo per giorni, ma addirittura per mesi.

gabinetto ambientato su muro rosso
Si può avere diarrea liquida senza dolore?

Sì, come si può avere mal di pancia senza diarrea. Se la si ha molto sciolta, ma non si soffre di alcuna malattia, spesso indica che siamo sottoposti ad uno stress molto elevato, che può essere causato dal lavoro, soprattutto se particolarmente intenso, oppure da una relazione molto difficile e conflittuale. Si parla di diarrea da stress e può durare sin quando non si migliora l’equilibrio psicofisico interiore.

EFFETTI SECONDARI

Mal di pancia

Si tratta di un sintomo molto soggettivo, ma talvolta può essere accompagnato da diarrea o, nei casi più gravi, da stitichezza cronica.

Feci molto puzzolenti

Si manifestano soprattutto nei neonati e nei bambini, anche se a volte può capitare anche negli adulti. La causa più immediata è l’assunzione esagerata di alcuni tipi di cibi, come i broccoli per esempio, che possono dare un odore sgradevole alle feci.
Se però il disturbo persiste, può essere anche il segnale di difetti nell’assorbimento del cibo a livello intestinale, o anche di intossicazione intestinale, con presenza di cadaverine e putrescine dato l’elevato consumo di proteine di origine animale.

feci puzzolenti
Bruciore all’ano

Se si avverte bruciore nella zona dell’ano, oppure si fanno sforzi continui per cercare di defecare e le fuoriuscite sono liquide, è possibile che siano presenti fistole, emorroidi, ragadi o disordini ormonali.
Inoltre è un segno classico di presenza di vermi e parassiti intestinali.

Alterazione dell’appetito

Insieme alla febbre, alla disidratazione e ad un senso diffuso di stanchezza, l’alterazione dell’appetito è spesso il primo segnale di allarme di un’influenza intestinale in corso.

E se vomito, cosa significa?

Significa che potresti soffrire di malattie dell’apparato digerente, come ad esempio la gastroenterite, o semplicemente di reflusso gastroesofageo.
Da non trascurare la componente psicosomatica: così come vomitiamo il cibo, possiamo “vomitare” un qualcosa o una situazione presente nel nostro vissuto, legato in particolare a fatti o persone che rifiutiamo fortemente facciano parte della nostra vita.

Se ha il sangue, c’è da preoccuparsi?

Se si riscontrano tracce di sangue nella diarrea, si deve sospettare un principio di dissenteria, un’influenza intestinale oppure l’inizio di un’influenza colerica. Ma ancora più probabile può trattarsi di problemi alle emorroidi, o un inizio di rettocolite ulcerosa.

Quanto può durare?

Di solito la diarrea dura mediamente da dodici ore a pochi giorni. Se però la diarrea è continua e persistente, è meglio richiedere il consulto di un medico o di un naturopata, perché potrebbe indicare la presenza di patologie come la sindrome dell’intestino irritabile, un’intolleranza particolare oppure una banale infezione da virus e batteri.

Diarrea da una settimana: è normale?

No, non è normale, anzi: se è così prolungata, può dare origine a problemi di disidratazione oltre ad un senso di stanchezza e di debolezza generale.
In questi casi mi raccomando alla reidratazione: bere molta acqua al giorno, o meglio ancora succhi di frutta naturali e minestre di verdura per reintegrare vitamine e sali minerali persi.

Diarrea estiva

Nella bella stagione viene provocata soprattutto da parassiti presenti nel cibo mal conservato, andato a male o privo di sufficienti garanzie igieniche, nonché dal consumo di bibite troppo ghiacciate, gelati, frutta avariata o acqua troppo calda/fredda.
Al contrario, quando la temperatura scende, non è raro che la pancia fredda accentui episodi diarroici.

Chi colpisce la diarrea?

La diarrea può colpire sia i bambini sia gli adulti. Nei più piccoli però questo disturbo intestinale ha un’insorgenza maggiore, in quanto può essere causato da diversi fattori, soprattutto di tipo alimentare o patologico.

Quando andare dal pediatra?

Quando le scariche durano per più di una settimana e sono continue. Come abbiamo già visto, la diarrea persistente, anche nei bambini, può essere il segnale della presenza di un’intolleranza al latte vaccino.
Quest’intolleranza, di solito, si verifica durante il primo anno di vita, poi tende a scomparire. Per risolvere il problema, in questo caso è sufficiente sostituire il latte vaccino con un alimento alternativo, come il latte vegetale.

stop a latte e derivati

Per quanto riguarda il latte artificale, nonostante sia consigliato dagli specialisti in allergie, non è molto diffuso proprio a causa della sua scarsa reperibilità e del costo spesso troppo elevato per le famiglie.

COME FAR PASSARE LA DIARREA

Farmaci diarrea: quali sono i migliori e quali le differenze

Il Monuril, a dispetto di quello che si crede, non è un rimedio adatto per far passare la diarrea: questo farmaco infatti, che spesso viene prescritto per curare la cistite, può aggravare invece i fenomeni diarrotici.

Il Tiorfix invece è utile per bloccare la diarrea acuta nei bambini al di sotto dei tre mesi di età.

Per quanto riguarda invece il Diosmectal, pur essendo efficace per contrastare la diarrea acuta e cronica sia nei bambini sia negli adulti, se preso sull’arco di un periodo troppo lungo può provocare feci dure.

Attualmente il metodo farmacologico più conosciuto per contrastare la diarrea, è l’Imodium: questo medicamento, che si trova sotto forma di capsule, viene usato da più di quarant’anni per contrastare tutte le forme di diarrea nonché per rimettere in sesto il naturale funzionamento del corpo.

Metodi naturali

Esistono molti rimedi naturali per la diarrea. I più conosciuti, nonché i più apprezzati, sono fitocomplessi a base di piante contenenti tannini ad azione astringente e disinfettante a carico dell’apparato intestinale e delle vie urinarie. Ricordo il mirtillo nero (vaccinum myrtillus), il (thea sinensis), la vite rossa (vitis vinifera) e i semi di pompelmo.

Rimedi per farla passare subito

Per far passare subito la diarrea, è utile mangiare per un giorno intero riso in bianco, oppure bere a più riprese acqua di riso (bollire 40 g di riso in un litro d’acqua per circa mezz’ora, poi toliere il riso e bere l’acqua rimasta).

acqua di riso
Raccomando inoltre di evitare alimenti ricchi di fibre, bevande gasate, caffè e alcolici, e di mettersi a riposo.

Rimedi con efficacia più lenta

Oltre alle tisane, dei rimedi naturali efficaci contro la diarrea, ma che necessitano di più tempo per agire sul disturbo, sono i vari prodotti omeopatici o gli alimenti che contengono probiotici, come alcuni tipi di yogurt.

Cosa mangiare per stare meglio

Se la problematica persiste nel tempo il consiglio è di fare un test completo delle intolleranze alimentari, nel frattempo eliminare da subito il latte ed i suoi derivati.
E’ importante reidratarsi per compensare i liquidi persi con tè, tisane, brodini e zuppe di verdura.
La dieta sarà semplice, a base di riso bianco (o acqua di riso come spiegato prima), frutta (mele, pere, banane, albicocce, pompelmi), verdure come carote, zucchine e patate, e un equilibrato apporto di proteine.
Può essere utile bere più volte al giorno acqua con del limone spremuto.


emozione di arrabbiatura

Come gestire le emozioni forti

L'uomo contemporaneo spesso prova disagio nel viversi le proprie emozioni, soprattutto quelle negative, e le difficoltà di gestione possono degenerare in disturbi fisici o psichici. Sono tanti i sentimenti che una persona prova nel corso della vita ed è importante riuscire a mantenere un buon contatto con le proprie emozioni così da reagire consapevolmente di fronte agli eventi della vita, evitando reazioni eccessive e soprattutto non funzionali, alla fine deleteri per la salute ed il benessere psico-fisico.
Vivere un surplus di emozioni per un lungo periodo e reprimerle allo stesso modo può essere estremamente nocivo, andando a castrare le pulsioni innate di noi esseri umani.

Essere anaffettivi è disumano, non siamo degli automi. L'emotività ci fa sentire vivi influenzando i comportamenti umani: ogni azione trova fondamento nella razionalità e nella sfera emozionale. La reazione emotiva è definita "reattività autonomica" perché si sviluppa una risposta automatica nei confronti di stimoli che provengono da situazioni impegnative.

È fondamentale elaborare le proprie reazioni emozionali per affrontarle con assennatezza, senza lasciarsi travolgere da esse in maniera incontrollabile, così da evitare condizioni e disturbi psicologici, questo perché le emozioni tendono ad essere somatizzate con effetti di deterioramento del corpo.

La rabbia - in eccesso e inespressa - può provocare danni al fegato; la tristezza nuoce alla pelle ed ai polmoni; lo stress causa disturbi gastrointestinali e così via, ogni parte del nostro corpo è strettamente collegata.

Per gestire i sentimenti in maniera adeguata è bene rimanere in contatto costante con le proprie emozioni,  imparando a familiarizzare con esse senza essere trascinati dai vortici di reazioni incontrollabili, e senza reprimere e lasciare inespresso alcunché.
In genere quando si vive troppo emotivamente una situazione si avverte:

  • aumento del battito cardiaco
  • affanno o respiro accelerato
  • sudorazione eccessiva
  • senso di nausea
  • tensione muscolare.

emozione di arrabbiatura

Quando si ha l'impressione di non controllare le proprie reazioni, si deve partire dall'esaminare le risposte del corpo che segnalano che si sta vivendo male la situazione. Si deve quindi riorganizzare la mente, concentrandosi su una respirazione profonda, regolare e calma che favorisce il rilassamento muscolare, si allevia così la tensione; per gestire le emozioni intense sono utili le tecniche di visualizzazione: bisogna semplicemente immaginare un'esperienza rilassante che consente di controllare le reazioni emotive improvvise.

Nel caso di pensieri ricorrenti inopportuni che determinano uno stato di malessere psicologico si deve intervenire sul senso di negatività avviando una trasformazione positiva, così si avvia la distrazione della mente ed alla fine l'emozione svanisce. Frequentemente i comportamenti disadattivi sorgono come conseguenza di uno stato ansioso ma anche dalla volontà di evitare emozioni negative, infatti spesso il cattivo rapporto con la sfera emotiva e la prevalenza di negatività provoca forme depressive.

Chi è più fragile spesso trova rifugio in sostanze tossicodipendenti e nell'alcol per cercare di soffocare le emozioni negative approdando temporaneamente in un illusorio stato di euforia che anestetizza corpo e mente, altre persone abusano di droghe per vivere emozioni forti finendo per aggravare lo stato di malessere psicologico e mal di vivere che spesso accompagna i più giovani e sensibili.

La preoccupazione di controllare le reazioni emotive condiziona i comportamenti e le modalità di relazionarsi con gli altri, così diventa importante seguire dal punto di vista congnitivo comportamentale la pragmatica delle emozioni che prevede che esse non devono essere castrate in maniera catartica, ma condivise ed analizzate per affrontare in modo risolutivo la vita.

Emozioni primarie e secondarie

Non tutte le emozioni umane sono uguali ma risentono delle tappe dello sviluppo cognitivo comportamentale. Secondo lo psicologo cognitivo Michael Lewis le emozioni nascono da delle disposizioni biologiche innate, si parla in tal caso di emozioni primarie. Ma la vera esperienza emotiva chiama in causa un'interpretazione e valutazione della situazione con coinvolgimento dei processi cognitivi e della consapevolezza di se stessi (emozioni secondarie).

Le emozioni primarie sono reazioni innate frutto dell'evoluzione e sorgono dalla relazione diretta con un oggetto (felicità, rabbia, sorpresa, sorpresa, tristezza, paura), vengono sperimentate dal neonato come forma di adattamento nei confronti dell'ambiente.

Le emozioni secondarie, specifiche della specie umana, compaiono entro i 2 anni, quando il bambino acquista l'autoconsapevolezza riconoscendo la propria immagine allo specchio. Gli studi comportamentali sostengono che il bambino in questa fase prova le prime forme di socializzazione e di adattamento comportamentale, visto che queste emozioni chiamano in causa l'idea che ognuno ha di sé, coinvolgendo anche le relazioni sociali.

Rientrano in questa classificazione stati emotivi come: l'autostima, il senso di autoefficacia, la vergogna, l'invidia, la colpa, l'orgoglio, il rimpianto. Le reazioni innate si instaurano in risposta agli stimoli e sono presenti fin dalla nascita e non necessitano di autoconsapevolezza. In momenti successivi dello sviluppo psicologico sorgono le emozioni secondarie che sono più complesse e si insaturano con il raggiungimento di una prima forma di autocoscienza e di introspezione.

Gli studi evoluzionisti condotti da Charles Darwin e Robert Plutchik hanno esaminato le emozioni primarie intese come una funzione importante per l'adattamento ed i processi biologici, mentre le secondarie dipenderebbero da una combinazione delle prime. Anche gli studi transculturali di Paul Ekman hanno confermato che le emozioni primarie sono associate a livello delle espressioni facciali e sarebbero universali poiché comuni a tutte le culture umane.

Effetti fisici e psichici

Le emozioni incidono sul livello di stress e sul corpo e la psicosomatica studia il legame tra le emozioni che non si riescono ad esprimere e l'insorgenza di malattie. I soggetti che si trovano ad affrontare un eccesso di emozione nel lungo periodo, devono lavorare interiormente per evitare che causino effetti collaterali che si palesano a livello fisico con disturbi che possono interessare uno specifico distretto anatomico oppure organo.
Grazie alle nuove tecniche di imaging, le neuroscienze hanno permesso di verificare scientificamente che le emozioni sono dei veri eventi fisiologici, con precisi sbocchi di scarico in varie aree del corpo.

Le grandi emozioni sfociano a livello somatico con produzione di ormoni, citochine, neurotrasmettitori che dialogano con recettori posti sul sistema endocrino, su quello nervoso fino a connettersi con il sistema immunitario.

Le emozioni costituiscono un ponte tra la psiche ed il corpo e quando si manifesta un accumulo di emozioni possono sorgere malattie psichiche e fisiche; si evidenziano modificazioni a livello somatico perché nell'emisfero destro del cervello si fissano le emozioni negative fino ad una certa soglia, superata la quale si creano alterazione delle funzioni cerebrali.
L'attivazione di una condizione patologica dipende dal superamento di tale soglia e dallo stato di salute dello stesso organo interessato dallo scarico emozionale, tanto più intensa è l'emozione negativa provata maggiore sarà la manifestazione patologica.

La cattiva gestione di emozioni profonde può causare:

  • dermatiti
  • problemi gastrointestinali (tra cui la colite provocata dallo stress oppure da un costante stato ansioso, per migliorare la sintomatologia cronica è bene imparare a rilassarsi
  • mal di testa
  • disturbi osteoarticolari, causati dalla paura verso il futuro
  • problemi alla schiena, che esprimono una mancanza di sostegno psicologico
  • problemi cardiocircolatori relazionati alla sfera emotiva della gioia e dell'amore
  • problemi del sistema immunitario
  • difficoltà emotive che si evidenziano con attacchi di panico, depressione da colite, fobie, irascibilità, disturbi d'ansia
  • problemi comportamentali (anoressia, bulimia, fame nervosa, obesità).

Come vivere l'amore

Tra i sentimenti forti il primo posto è occupato dall'amore che deve essere vissuto al meglio avendo una piena consapevolezza delle diverse emozioni che esso comporta, senza mai perdere il rispetto per sè stessi. Dal punto di vista cerebrale si registra il coinvolgimento di diverse aree del cervello che rilasciano la dopamina e l'adrenalina.
A livello somatico, l'amore fa avvertire una sensazione di caldo e l'interno del corpo viene pervaso da una scarica energetica che colpisce vari distretti anatomici della parte alta del corpo culminando negli organi sessuali.

L'amore, quando è spinto dalla passione, fa avvertire un senso di vuoto allo stomaco, si parla delle cosiddette "farfalle nello stomaco", e le gambe perdono solidità dando la sensazione di camminare sospesi per aria. Per non subire gli effetti negativi e di dipendenza emotiva di una relazione è importante puntare sulla qualità delle emozioni: una relazione matura deve far prevalere delle emozioni funzionalie quando sorgono quelle on funzionali devono essere superate coscientemente.

Un amore sano non viene vissuto egoisticamente oppure ossessivamente, è poi malsano far durare legami privi di stabilità e sentimenti per paura di perdere per sempre l'altro e di ritrovarsi a single.
Il vero amore è fatto di complicità e condivisione.

L'organizzazione delle nozze genera stress, i preparativi vengono affrontati con un forte carico di tensioni emotive soprattutto dalle future spose, anche la fine di un matrimonio può avere degli strascichi nocivi suscitando ostilità, rancore, odio.

Forme di distrazione per controllare le emozioni

Per essere emotivamente equilibrati nella vita quotidiana bisogna fare tesoro delle esperienze vissute personalmente e di quelle delle persone care, prendendo ad esempio questo vissuto si può uscire da situazioni troppo stressanti che causano un malessere psico-fisico. Chi si trova ad affrontare emozioni di odio, rancore o rabbia troppo intense farebbe bene a ricercare piacevoli distrazioni, che fungono da valvola di sfogo per far fluire i pensieri cattivi e per gestire le proprie emozioni.

Tra le forme di distrazione utili per risollevare l'umore e per scaricare lo stress ci sono attività pratiche quali: la pittura, fare shopping, vedere un film divertente, ascoltare della musica allegra, leggere un libro, il karaoke, telefonare ad amici, andare a ballare oppure a cena in buona compagnia, praticare uno sport, fare una lunga passeggiata in mezzo alla natura.

Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto ad uno psicologo o counsellor per avviare un percorso terapeutico ed acquisire una maggiore consapevolezza della propria emotività, ma anche per controllare le proprie reazioni oppure per superare eventuali disagi e malesseri che impediscono un normale approccio alla vita.


Dopo quanto i lassativi più veloci fanno effetto ?

Si sente spesso parlare di prodotti che aiutano ad andare in bagno. Parliamo dei cosiddetti lassativi, alcuni dei quali possono anche essere definiti lassativi super veloci. Si tratta, nello specifico, di sostanze, integratori naturali o farmaci che vengono utilizzati per affrontare i problemi di stitichezza in quanto sono utili per accelerare e promuovere l’evacuazione intestinale immediata.

Molte persone si interrogano su quale sia il tempo che intercorre prima di andare al bagno dopo aver mangiato. E’ il concetto di regolarità intestinale a preoccupare molti pazienti che si recano presso i propri medici di famiglia.

Se si prende in considerazione un soggetto sano è bene sottolineare che una frequenza di defecazione ritenuta normale potrebbe ampiamente variare da individuo a individuo. Per regolarità intestinale direi che si può oscillare da una fino a 2-3 volte al giorno.

Il termine defecare può anche essere sostituito con la parola evacuare. In molti sorge il problema se il modo corretto di dirlo sia evacuare o evaquare.

Qual è la grafia corretta?

Il modo corretto per scriverlo è evacuare, con la c. La parola, scritta in una maniera grammaticalmente corretta, deriva dal verbo latino evacuare.

E’ anche importante sapere che per affrontare il problema della stitichezza è possibile utilizzare e curare in modo particolare l'alimentazione, o adottare soluzioni altre che per alcuni sono valide e per altri meno. Ancora una volta il concetto è che la stitichezza è una condizione molto soggettiva che deve essere affrontata in modo diverso per ciascun soggetto ed è questo il motivo per cui bisogna trovare quello più indicato alla nostra persona.

colite e rimedi veloci

Il problema a volte che bisogna affrontare quando si decide di prendere dei lassativi, è talvolta un pò imbarazzante. Può accadere che alla persona scappi la cacca e questi debba correre per farla, affrontando un'emozione come la vergogna. Si tratta di un argomento delicato, capace di creare disagi a molte persone e che per questa ragione deve molto spesso essere affrontato parlandone con un esperto, che potrà consigliare loro dei lassativi adeguati per sbloccarsi.

Un altro problema legato alla stitichezza è quello delle feci dure. Quando le feci sono poco idratate e quindi particolarmente dure risulta molto complicato espellerle. Nel caso in cui il problema delle feci dure sia associato alla patologica condizione di stipsi il principale consiglio da seguire è quello di integrare nella propria dieta il giusto apporto di fibre, assumendo così verdura, frutta e molti liquidi.

Una dieta corretta deve essere necessariamente seguita al fine di regolarizzare il proprio intestino, idratando opportunamente le feci e rendendole più soffici in modo che esse possano uscire. Quello che bisognerebbe in realtà fare per risolvere alla radice il problema delle feci dure sarebbe ripulire l’intestino. Esistono anche specifici alimenti lassativi tra cui il kiwi.

Si definisce costipato un soggetto affetto da stitichezza, anche definita stipsi. La costipazione è molto spesso fattore di nervosismo e contribuisce ad aggravare una condizione di stitichezza nervosa, un disturbo intestinale provocato da un accumulo di stress ed ansie. La situazione stessa di essere costipato contribuisce a far diventare nervosi e il problema risulta essere doppio quando si parla di bambini, soprattutto in tenera età. Questi ultimi, infatti, non riescono ad affrontare il problema nella maniera corretta e la situazione tende gradualmente ad aggravarsi.

Erbe e tisane contro la stitichezza

Abbiamo già detto che i rimedi sono molteplici. Esistono ottimi lassativi e integratori naturali che si presentano in varie tipologie e sono facilmente acquistabili in erboristeria.

Tra i rimedi naturali per andare di corpo è possibile anche prendere in considerazione in alcuni casi l'assunzione di prodotti come il caffè bollente che grazie all’azione prodotta dalla caffeina è capace di stimolare al meglio la motilità intestinale. Altra soluzione potrebbe essere dell’acqua tiepida con il bicarbonato, mangiare le prugne che sono molto ricche di zuccheri che fungono da ottimi lassativi naturali.

Usata ed apprezzata da molti è anche la tisana definitiva, meglio conosciuta come tisana lassativa le cui proprietà anti stitichezza dipendono dai differenti prodotti utilizzati per la sua realizzazione. Le erbe e sostanze maggiormente utilizzate sono la senna, i semi di finocchio, la cascara, la frangula e l'aloe.

Tra i tanti prodotti esistono anche altre erbe con proprietà lassative. Di quali erbe si tratta? Ve ne sono di diverse, molto utili e sfruttate proprio nelle preparazione delle tisane lassative di cui si è prima parlato. Le principali erbe lassative sono la verbena, con proprietà lassative estremamente potenti, la malva che oltre a prevenire la stitichezza contribuisce anche a favorire la digestione e l’ortica, capace di favorire i movimenti intestinali per l’eliminazione delle feci.

Vecchi rimedi della nonna..

Come già detto in precedenza il caffè è una bevanda molto utile per stimolare al meglio la motilità dell’intestino e conseguentemente favorire il processo di evacuazione.

Molto utilizzato è anche un infuso realizzato a base di camomilla e olio. Si tratta di un rimedio molto pratico conosciuto come uno dei migliori rimedi naturali della nonna e utile per le proprietà di camomilla ed olio tra loro associate.

Ancora, l’olio di ricino, estratto dai semi di ricino. Esso agisce come un ottimo prodotto lassativo immediato, capace anche di funzionare da stimolante e lubrificare l'intestino senza però assorbire acqua dalle sue pareti.

Molto utile per prevenire la stitichezza è anche mangiare delle prugne, come già detto in precedenza e assumere due arance il pomeriggio tardi. L’arancia, infatti, è molto ricca di acido citrico che aiuta a sciogliere tutti i residui accumulati all’interno dell’intestino. Un’arancia permette quindi di regolare il traffico intestinale, combattere la stitichezza ed eliminare i liquidi in eccesso.

Utilizzato da numerose persone è anche l’olio di vaselina prima dei pasti. Si tratta di un ottimo lassativo che può essere assunto per via orale o rettale e che è molto utile come lassativo in quanto capace di creare all’interno dell’intestino un’emulsione con le feci ammorbidendone la massa e permettendone la fuoriuscita.

Alimentazione corretta per evacuare correttamente

Le noci sono molto positive per affrontare i problemi di stitichezza in quanto ricche di fibre.

E le patate hanno l’effetto di un clistere?
Scientificamente questo non è affermabile ma nell’opinione comune molti ritengono le patate abbiano l’effetto di un clistere, ovvero uno strumento con cui è possibile immettere nel retto delle soluzioni liquide.

Fondamentale, come detto in precedenza, è anche il ruolo del bicarbonato o meglio ancora del solfato di magnesio,  così come quello di assumere miele e latte caldo a sera. Positivi contro la stitichezza sono inoltre i semi di lino.

Lassativi o integratori naturali?

Esistono farmaci lassativi velocissimi e soluzioni rapide per curare una stipsi atroce. Tra questi il Movicol, considerato un lassativo molto potente o il dulcolax assumibile in compresse o supposte oppure il Sykon sciroppo.
Ma io li sconsiglio tutti e tre, procurando come farmaci di sintesi non pochi effetti collaterali se usati nel medio e lungo periodo. Inoltre qualsiasi tipo di evacuazione può essere regolarizzata attraverso integratori del tutto naturali. Tra questi però, è bene tener presente che esisitono erbe - come la senna, la cascara e la frangula - che se prese per più di 30-40 giorni, possono provocare una irritazione e successivamente una infiammazione delle mucose intestinali.
Quindi davanti ad una stipsi ostinata, sempre meglio affidarsi alle mani e consigli di un esperto.

Fanno male i lassativi in gravidanza?

I lassativi in gravidanza in generale sono considerati nocivi e non devono assolutamente essere assunti. Tra le erbe ammissibili prese sotto forma di tisana o fitocomplessi annovero la malva con le sue proprietà antinfiammatorie, la manna con la sua delicata azione lassativa, il glucomannano, i semi di psillio e i semi di lino.
Come soluzione alla stitichezza si potrebbe pensare ad un clistere che deve essere fatto con un particolarissima attenzione.

E’ bene anche conoscere quali sono gli effetti a lungo termine di un lassativo. Non bisogna assolutamente abusarne soprattutto quando il problema della stipsi può tranquillamente essere curato in maniera meno invasiva. A lungo andare, infatti, un lassativo istantaneo è capace di ledere le mucose al punto tale da dover andare in ospedale.


Depressione da colite : come l'intestino può rendere tristi

Cos’è la depressione? nonostante se ne senta parlare molto spesso, tanto da definirla come la malattia del secolo, non tutti sanno di che cosa si tratti realmente.

Esistono varie forme depressive tra cui:

  • la depressione normale,
  • la depressione nevrotica conosciuta anche come distimia,
  • la depressione maggiore o endogena,
  • la depressione secondaria e quella mascherata.

Oltre alle tipologie appena citate vi è anche una diversa forma di depressione nota come la depressione da colite.

Nello spiegare di cosa si tratta possiamo innanzitutto affermare che questa diventa una vera e propria malattia nella malattia, creando una sorta di circolo vizioso molto simile a quello di un cane che si morde la coda da solo. Potremmo addirittura dire scherzosamente che una depressione causata da colite non è nulla altro che una colite che si morde il colon.

A volte di fronte a problemi del genere capita di essere eccessivamente preoccupati ed intristirsi a causa di una malattia che non passa. Eppure è bene riuscire sempre a rassicurare sé stessi con la consapevolezza che anche la colite si può curare con azioni pratiche e non semplicemente rassegnandosi ad una condizione di svantaggio.
Ogni male va affrontato con congnizione di causa e logica. Affidarsi alla fatalità o arrivare a pregare, senza prima aver cercato la strada giusta è tipico delle persone insicure, che poi, guarda caso, sono anche quelle che si ammalano maggiormente.

ragazza depressa

Com’è possibile capire se si è o meno depressi?

Sul web, ed esattamente su alcuni siti ufficiali e specializzati, è possibile compilare dei questionari specifici, noti come test della depressione. Si tratta di una serie di domande volte a comprendere se una persona sia o meno affitta dalla sindrome depressiva.

Ad ogni domanda è apposto un elenco di possibili risposte, organizzate secondo uno schema del tipo A, B, C. Alcune delle domande più frequenti presenti all’interno di tali depressione test sono, ad esempio, da quanti giorni non esci con opzioni del tipo da oltre tre giorni, da 1-2 giorni oppure da poche ore.
Altro quesito tipico è quante ore dormi al giorno,  a cui seguono risposte come 9 o più ore, 7-8 ore, meno di 7 ore. A chi si sottopone a questo tipo di test viene chiesto anche con quanti amici con cui ti sentivi sino a 10 anni fa sei ancora in contatto oggi e le possibili risposte potrebbero essere: con il 10%, con almeno il 30%, con oltre l’80%.
Un’altra domanda ricorrente, infine, riguarda un fattore importantissimo ovvero il peso di un soggetto. Per questo viene formulata in termini di quali sia stata la variazione del peso negli ultimi 5 anni.

Per un conteggio finale è necessario calcolare quale sia la maggioranza delle lettere totalizzate. Se la risposta maggioritaria fosse A si potrebbe comprendere di essere dei soggetti con una forte predisposizione alla depressione.

Dal nostro punto di vista, questionari di questa natura lasciano il tempo che trovano. Quando un soggetto non si trova a proprio agio con sè stesso e percepisce paura per il Mondo che lo circonda dovrebbe fare soltanto una cosa: mettersi in contatto immediato con uno psicologo.

Quali sono i sintomi della depressione?

Per guardare correttamente ai sintomi ed alle conseguenze di una forma depressiva è importante tenere sott’occhio tanto gli aspetti psicologici quanto quelli fisici.

Tra questi, ad esempio, i segnali più evidenti sono che molto spesso ci si lascia andare e non si segue più alcuna dieta partendo sempre dalla convinzione che per quanti potrebbero essere gli sforzi il problema comunque non passerebbe mai.
Si guarda tanta televisione, si tende ad un generale isolamento non parlando con gli altri ed anzi tentando anche di allontanarli ad un eventuale tentativo di avvicinamento.

Nei casi più estremi, soprattutto se il soggetto colpito presenta un carattere già “difficile”, è probabile che questo male possa rovinare i rapporti sociali e incrinare delle amicizie di lunga data. Nelle relazioni affettive lo stato di agitazione e stress può favorire delle incomprensioni che potrebbero determinare persino la fine di un fidanzamento o di un matrimonio. A tal proposito avevamo già scritto un articolo su come fare a far funzionare un rapporto d'amore con la colite, sottolineando come a delle difficoltà fisiche e nervose, può corrispondere spesso problema nel relazionarsi con il proprio partner..

Di effetti direttamente o indirettamente legati a questo malessere ne esistono moltissimi.
Nel caso ad esempio delle conseguenze sulla pancia e perdita di peso le ripercussioni possono essere davvero disastrose. Capita spesso, infatti, che una depressione poco o mal curata possa addirittura sfociare in disturbi di tipo alimentare. L’ansia, soprattutto quella repressa, ha inoltre una grandissima capacità di influire fortemente sulla colite e sull’acutizzarsi del disturbo.

Perché ci si sente depressi di fronte a problemi di colite?

Alcuni dei motivi potrebbero essere, ad esempio, che talvolta ci si sottopone a tante cure inutili e prive di un vero e proprio successo oppure sembra che queste siano state utili e che i dolori al colon siano passati ma poi si hanno delle serie ricadute.
A volte, anche se potrebbe sembrare apparentemente esagerato, si arriva addirittura a pensare al suicidio. Tutto ciò poiché a lungo andare diviene un vero e proprio circolo vizioso e tutti i mali che ne conseguono sono addirittura capaci di far balenare in una persona tale idea atroce.

Una delle conseguenze più note e comuni a molti che ne soffrono sono i famosissimi attacchi di panico. Di cosa si tratta? di un intollerabile momento ed episodio di ansia che al massimo dura un 15-20 minuti ed è caratterizzato da sentimenti di ansia, paura e terrore. Molto importante nel considerare quanto detto fino ad ora e quanto seguirà è anche il fattore età. Se si anziani, ad esempio, è molto più difficile cadere in una depressione causata da colite in quanto si tende molto di più a preoccuparsi per altri tipi di acciacchi e comincia a pensare molto più insistentemente al pensiero della morte.

Risulta molto spiacevole è quando si raggiunge tale stato in giovane età. Le conseguenze che una tale situazione può provocare infatti, sono sicuramente non di scarsa importanza. Si pensi, ad esempio, ad un giovane universitario che si trovi ad affrontare un problema di tipo depressivo. Sicuramente la sua condizione creerà delle notevoli conseguenze sui tempi e le modalità di studio.

E’ questa la ragione per cui risulta essere davvero molto importante il capire come uscire dalla depressione da colite. Fondamentale è focalizzarsi sul fatto che la sindrome da colon irritabile deriva molto spesso da un problema di autostima.

Il corpo, infatti, parla molto spesso attraverso il colon irritabile e chi ne soffre vive frustrazione e stati di angoscia che possono molto spesso sfociare in veri e propri atteggiamenti di ansia e depressione. Come già detto in precedenza il problema del colon irritabile è risolvibile e dalla colite si può guarire ma bisogna saper avere il giusto approccio con la situazione partendo sempre dal presupposto che alla base del problema vi è una grande insicurezza a livello psicologico.

Un requisito fondamentale per superare lo stato depressivo è sicuramente una grande forza di volontà nel voler uscire dallo stato logorante in cui si versa. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di tentare di rinsaldare la rete sociale avvicinandosi dapprima alle persone di cui ci si fida maggiormente. Si tratta in questo caso di una terapia interpersonale che dovrebbe anche essere associata ad un percorso di psico-educazione.

La voglia di cambiare tentando di non scoraggiarsi mai e di non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita è fondamentale così come importante sarebbe rendersi il più attivi possibile, migliorare la qualità della propria vita e viaggiare molto.
Molto utile è anche la fitoterapia. Di che cosa si tratta? E’ una disciplina olistica che sfrutta l’utilizzo di erbe, piante officinali, Fiori di Bach ed olii essenziali, il cui scopo è quello di aiutare a contrastare i disturbi dell’umore.

Ci interessiamo ora anche a quali sono i consigli per combattere la depressione da colite senza farmaci. Molti, ad esempio, decidono di chiedere consiglio ad un neurologo o di utilizzare metodi che risultano essere ancora più semplici. Tra questi, ad esempio, vedere un film in compagnia dei propri amici oppure sforzarsi di cantare, ballare o divertirsi. La depressione, infatti, può essere sconfitta con impegno quotidiano e trovando forza in se stessi. Vinta la depressione da colite e risolto il problema a livello gastro intestinale, inoltre, si può anche ritornare ad avere il sorriso di chi può finalmente mangiare ancora una pizza in compagnia?

 Vuoi ritrovare il sorriso e ritornare a mangiare una pizza con gli amici ?

 

La vitamina D per la depressione può far bene?

La risposta è affermativa in quanto la carenza di vitamina D nell’organismo è in grado di creare gravi conseguenze psicologiche. La vitamina D è un ormone che regola i neurotrasmettitori.

 


Perchè ciclo e coliche vanno a braccetto

Può capitare che durante il ciclo mestruale si soffra di coliche intestinali. Ma cosa sono nello specifico? Si può parlare di coliche all'intestino quando si percepiscono dolori e fitte all'interno della pancia che danno una sensazione di pesantezza, quasi come se ci trascinassero verso il basso. In questo articolo spiegheremo perchè quando si ha il ciclo mestruale si pensa di avere il colon irritabile.

Un segnale lampante per accorgersi delle coliche intestinali può essere il disperato bisogno di scaricare aria (accusando diarree di conseguenza), ma anche avere mestruazioni che risultano più lunghe del normale può risultare un notevole campanello d’allarme.

Com’è possibile verificare che si tratti effettivamente di coliche intestinali? Come poterle diagnosticare concretamente? Vediamo, nello specifico, come poter individuare le coliche senza che esse passino inosservate.

Diagnosticare le coliche intestinali

Innanzitutto, fare le lastre necessarie, insieme ad un’analisi del sangue può esser d’aiuto, anche se non sempre è il rimedio definitivo. Può accadere che non si riesca ad individuare niente di scorretto nell’apparato intestinale, nonostante le lastre effettuate.

donna in sofferenza

Colonscopia

A questo punto, ci potrebbe esser bisogno di effettuare una colonscopia che, per quanto possa risultare fastidiosa, risulterà molto utile. Per quanto possa spaventare a primo impatto, sicuramente risulta più “comoda” della gastroscopia, a meno che non si abbiano emorroidi o rigonfiamenti nella zona anale.

Un buon metodo per evitare fastidi e dolori durante la colonscopia è rilassarsi il più possibile e, naturalmente, seguire le indicazioni del medico. Così facendo sarà più facile evitare eventuali irrigidimenti e conseguenti paure.

Clisma opaco

In caso si abbiano dolori piuttosto forti durante la colonscopia e, nonostante i papabili rimedi ed eventuali tentativi di rilassamento consigliati dal medico, non si riesce a farli cessare, un clisma opaco (ovvero un esame radiologico dell’intestino crasso) può rendere le analisi ancora più facili e “scorrevoli”. In questo caso, i processi di lubrificazione e di introduzione della piccola sonda risultano molto meno fastidiosi della colonscopia.

Laparoscopia

Anche la laparoscopia può essere un altro buon metodo per riuscire ad individuare la fonte del dolore. In questo caso si ricorre alla chirurgia (tuttavia in maniera minimale) per introdurre nell’addome un piccolo tubo, chiamato laparoscopio, che permette di individuare eventuali organi o parti intestinali che arrecano coliche e dolori.

Candida ed altre infezioni possono influire sulle coliche

In caso di infezioni come la candida, si possono avere ricadute e dolori cronici che, nonostante possano alleviarsi in alcuni momenti, ricompaiono sistematicamente. È opportuno sapere che la candida si manifesta, nella maggior parte dei casi, tramite il cavo orale o direttamente sulla pelle, anche se la candida è in sé e per sé un fungo intestinale.

Nello specifico, la candida può venir individuata sia tramite macchie che si presentano sul palato (mughetto) o macchiette rosse sulla pelle (con conseguenti pruriti), ma un altro sintomo lampante può essere il disperato bisogno di dolci, considerando che la candida partecipa alla digestione di zuccheri e glucidi.

Da notare tuttavia che le cure antimicotiche (ovvero cure indicate per neutralizzare la candida) ed antibiotiche possono mettere in difficoltà l’intestino nel tempo, semplicemente perché possono renderlo debole e più irritabile con il passare degli anni.
Ad ogni modo, soprattutto durante il mestruo basta prendere le giuste precauzioni e considerare lo stato di debolezza dell’intestino, regolandosi nell’alimentazione e tenendo in considerazione alcune raccomandazioni mediche.

Igiene e controlli frequenti

Ad esempio, è opportuno evitare contatti batterici che potrebbero risultare promiscui. I bagni condivisi (come bagni di ristoranti o bagni pubblici) potrebbero favorire eventuali infezioni di miceti. Detto questo, nel caso si sia sotto cure (come appunto antimicotici o antibiotici) durante il ciclo mestruale, è consigliato rimanere igienicamente puliti e fare controlli frequenti sotto questo punto di vista.

Visita ginecologia: i costi

Se si presentano dolori durante il ciclo, una visita ginecologica può senz’altro aiutare, soprattutto per percepire sintomi che riguardano eventuali coliche intestinali. Ma quanto costa una visita ginecologica?

Indicativamente, si può pagare una visita ginecologica dai 60 ai 200 euro. Il problema, tuttavia, può esser la necessità di fare più visite. Questo ovviamente può risultare molto costoso ed è quindi è opportuno capire come non rendere le visite ginecologiche un problema. Un consiglio è quello di chiedere un parere professionale (e personale) al ginecologo, sia dal punto di vista medico che economico.

Considerando lo stress che occorre durante il ciclo mestruale (peggio ancora se si verificano dolori come le coliche intestinali), fare chiarezza sulla frequenza delle cure da adottare (e quanto frequentemente dover fare visite) può aiutare, evitando così frustrazioni ed impotenze date dal non riuscire a curare il fastidio in questione.

Altissima intensità del dolore: cosa fare

Può capitare che durante il periodo mestruale si abbiano dolori lancinanti e particolarmente forti, tali da far pensare ad un'irritazione del colon. In alcuni casi in cui il dolore diventa insopportabile si può venir ricoverati d’urgenza in ospedale, considerando che un dolore troppo forte potrebbe addirittura far svenire.

Rimedi al dolore

Da notare che se si è stanchi i dolori possono peggiorare, non riuscendo di conseguenza a compiere semplici attività come ad esempio camminare. Tuttavia, ci sono pur sempre semplici rimedi (come ad esempio sdraiarsi o mettersi al riposo) che possono donare sollievo e alleviare il dolore.

Alcune volte i dolori mestruali più forti vengono percepiti dopo pranzo. Può capitare che si abbiano dolori sulla parte sinistra dell’intestino e, in alcuni casi, anche sulla parte destra. In ogni caso, qualunque sia la provenienza del dolore intestinale, se si ha un’alta intensità del dolore rivolgersi al pronto soccorso può essere indispensabile. Riconoscere con sicurezza se è mal di pancia da ciclo o inizio di IBS è fondamentale per comprendere quali soluzioni scegliere.

Cause di forti dolori mestruali

Ma quali possono essere le cause di forti dolori mestruali? Alcune intolleranze alimentari a propria insaputa potrebbero essere la causa di tutto. Se si percepiscono dolori sulla parte sinistra della pancia (vicino all’intestino tenue) potrebbe essere che si abbia un’intolleranza alimentare che si ha ignorato fino a quel momento.

Endometriosi

Durante il mestruo può capitare che si verifichino anche endometriosi, ovvero malattie in cui si ha un crescita esponenziale di una mucosa all’interno dell’utero, mucosa che potrebbe risultare molto dolorosa. Come è possibile curarla? I contraccettivi possono dare una mano, in quanto con la pillola (o eventualmente con l’anello) i dolori si percepiscono in misura minore.

Coliche al nono mese di gravidanza

Nel caso che le coliche intestinali si verifichino al nono mese di gravidanza, non si dovrebbero riscontrare particolari problemi, considerando che è ritenuto un normale “sfogo”. Può essere che si abbia una sensazione di pesantezza sul pube (quasi come se ci stessero tirando verso il basso) ma l’importante è che questi dolori risultino irregolari.

È opportuno considerare che se fino ad ora si hanno avute mestruazioni in gran parte dolorose, può essere che si abbiano fastidi maggiori durante la gravidanza. Detto questo, se si sono già verificati episodi di forti dolori durante il ciclo, i dolori durante la gravidanza non saranno un vero e proprio campanello d’allarme. Consigliamo, ad ogni modo, di chiedere un parere professionale ad un medico per fare accertamenti.

Differenza tra coliche intestinali e coliche renali

Inoltre, è importante distinguere le coliche renali dalle coliche intestinali. È bene sapere che la colica è, sostanzialmente, una contrazione molto forte dei muscoli che stanno attorno all’intestino. Mentre per quanto riguarda le coliche intestinali si avranno disturbi di carattere alimentare e di defecazione, nei casi di coliche renali i disturbi riguarderanno perlopiù contrazioni muscolari nella zona dell’uretra e della vescica.

Detto questo, durante il mestruo si possono avere dolori forti sia nella parte addominale (e intestinale) sia nella zona dell’uretra e della vescica. Importante è capire e accettarsi da dove provengono i dolori, comprendendo di conseguenza se si tratta di coliche intestinali o renali.


segni di orticaria

Cosa mangiare con l'orticaria

Orticaria papulosa: caratteristiche
Orticaria solare: quando si manifesta?
Orticaria: quali cibi evitare?
Dermatite da contatto: in cosa consiste?

L'orticaria è una reazione allergica caratterizzata dalla comparsa di macchie rosse e pruriginose sulla cute, molto simili a quelle che appaiono dopo essere stati punti dalle ortiche (da qui il nome della malattia).

Queste macchie appaiono quando i leucociti, percependo come corpi estranei una semplice variazione della temperatura o un piccolo trauma, avvertono i mastociti di produrre l'istamina, una sostanza che dilata i vasi sanguigni e che fa affluire una grande quantità di sangue nella zona colpita, provocando il tipico gonfiore e prurito.

L'orticaria può essere provocata da condizioni di forte stress, ad esempio quando stiamo vivendo dei momenti di forte tensione dovuti ad impegni che si susseguono uno dietro l'altro e a decisioni importanti da prendere, dall'abuso di farmaci (in questo caso si verifica quando il paziente assume troppe penicilline o troppi medicamenti che contengono oppiacei), da reazioni allergiche, dall'esposizione per lungo tempo al freddo o al calore, da alcune malattie infettive e dal contatto diretto con alcune sostanze chimiche senza usare adeguate protezioni.

Orticaria colinergica: cosa è?

L'orticaria colinergica è una forma di orticaria che si manifesta quando ci si espone a climi molto caldi, si effettuano degli sforzi fisici molto intensi o si sottopone il proprio corpo ad altri eventi traumatici che possono provocare un aumento improvviso della temperatura. Di solito si manifesta dopo dieci minuti dallo stimolo termico con la comparsa di piccoli cerchi, di colore rosso e pruriginosi, che possono avere anche un diametro di quattro millimetri.

segni di orticaria
Orticaria papulosa: caratteristiche

L'orticaria papulosa, o strofulo degli infanti, è una dermatite che colpisce soprattutto le braccia, le gambe e il torso dei bambini, anche se ci sono stati dei casi in cui ha colpito gli adulti. Le macchie di questa orticaria, chiamate papule, sono riconoscibili dal centro giallastro e dai bordi arrossati. Se il soggetto è particolarmente sensibile, non è raro che su queste papule si formino delle bolle.

A scatenare questa reazione allergica violenta, e anche molto dolorosa, sono i morsi e le punture degli insetti, come anche il semplice contatto con i bruchi, gli acari, le mosche, i moscerini della frutta, le pulci e i ragni.
Uno dei casi più frequenti, e che si possono verificare durante il periodo estivo o con animali domestici che hanno l'abitudine di uscire, è l'orticaria papulosa provocata dal morso delle zecche che, dall'animale, possono saltare sull'essere umano e morderlo.

Per questo motivo è importante, soprattutto se si hanno gatti che hanno l'abitudine di uscire, di sottoporli ad un trattamento antizecche e antipulci durante i mesi di aprile e maggio.
Oltre alla papulosa, un'altra orticaria da non sottovalutare è l'orticaria acuta (o cronica): in questo caso il medico potrebbe prescrivere una terapia a base di antistaminici o, se il disturbo persiste, ricorrere al cortisone o alla ciclosporina (un farmaco che riduce l'azione del sistema immunitario).

Orticaria solare: quando si manifesta?

L'orticaria solare è una reazione allergica alla luce del sole naturale e artificiale (quella prodotta dalle lampade dei solarium), che può riguardare sia gli uomini e le donne di qualunque età, sia i bambini più piccoli. Si manifesta quando la pelle viene colpita dalla luce solare, anche se ci sono stati dei casi in cui le macchie rosse sono apparse sotto i vestiti senza che ci sia stato un contatto diretto della cute con i raggi UV.
Si tratta di una delle forme di orticaria più diffuse e insidiose, in quanto spesso il soggetto non sa di soffrirne fino a quando non si espone ai raggi solari (è il caso dei pazienti che assumono aspirina o medicamenti che contengono morfina).

Orticaria: quali sono i rimedi naturali che funzionano?

Sembra qualcosa di impensabile, eppure il cibo è uno dei rimedi naturali che funzionano di più contro l'orticaria.

Basta adottare alcuni accorgimenti e scegliere degli alimenti che non contengano istamina per garantirsi un pranzo, o una cena, salutare e che lenisca questa reazione allergica, soprattutto se quest'ultima si presenta nella fase acuta.
Via libera quindi al riso, al grano saraceno, all'avena, ai cereali, alle verdure bollite, alla pasta di semola di grano duro, al bollito magro di coniglio, pollo e tacchino, alle mele al forno, alle zuppe di verdura, al pane e ai formaggi magri.

Se il prurito è insopportabile oppure si desidera trovare subito sollievo, si possono applicare degli impacchi di acqua fredda e bicarbonato, oppure prendere uno spicchio d'aglio, tagliarlo a metà e usarlo per frizionare tutta la parte colpita.
Altri rimedi naturali che possono essere adottati per combattere l'orticaria sono il ribes nero, noto per essere uno degli antistaminici più potenti, la piantaggine, la liquirizia, il gel di aloe vera e l'olio di sandalo.

Curare l'orticaria con una dieta: è possibile?

Sì, una dieta corretta può alleviare il prurito e il dolore causato dall'orticaria, anche se per le forme più gravi (acuta e cronica) suggeriamo di chiedere il parere del proprio medico di fiducia, soprattutto se il disturbo dura da molto tempo. La vitamina C, come tutti gli alimenti che contengono bioflavonoidi, fa bene anche all'orticaria: il tè verde, gli agrumi, il grano saraceno, il finocchio, i frutti di bosco e i pomodori dovrebbero quindi essere presenti nella dieta.

L'aloe vera, oltre che a rappresentare un vero e proprio toccasana per la pelle, può essere consumata alla mattina sotto forma di succo puro al 99,8 (da aggiungere nel succo di frutta o in un bicchiere d'acqua) per aumentare la tolleranza alle sostanze allergiche e diminuire le risposte violente del sistema immunitario.
Altri alimenti che si possono mangiare con l'orticaria, e che possono essere consumati senza problemi anche dai bambini, sono la lattuga, la cicoria, i cetrioli, il soncino, la zucca, i peperoni, i funghi, il rabarbaro, gli asparagi, le zucchine, le mele, le pesche, le ciliegie, i meloni, l'uva spina, la carne fresca o congelata, il pollame fresco o congelato, il pesce fresco o congelato e le uova fresche.

Orticaria: se si è allergici alla frutta secca, quale frutta si può ingerire?

Se si è allergici alla frutta secca e si ha l'orticaria, si possono consumare le mele, le pesche, le prugne, le ciliegie, i meloni, i limoni, i mirtilli e l'uva spina, basta che siano freschi.

Orticaria: a quale frutta e verdura si può essere allergici?

A tutta la frutta e la verdura che ha un contenuto elevato di istamina, come gli spinaci, i pomodori, l'uva, l'avocado, i fichi, le patate, il cavolo e il cavolfiore. A volte la mancanza di questi cibi, soprattutto se prima li si consumava con tranquillità (e magari se n'era anche golosi), può portare il soggetto a sviluppare una sorta di depressione, in quanto la vive come una grossa rinuncia.
Come per tutte le cose però, si può superare tutto con la forza di volontà e con una grande determinazione.

Orticaria: quali cibi evitare?

I cibi assolutamente da evitare con l'orticaria, anche perché contengono molta istamina, sono i formaggi fermentati, le bevande fermentate, i pesci conservati sott'olio e sotto sale (aringhe, acciughe, sardine, salmone e tonno), gli spinaci, i pomodori, il fegato di maiale e gli insaccati.

Seguire una dieta è utilissimo, ma attenzione anche a quello che si mette nel piatto.

L'orticaria rovina l'estetica?

Sì, nei casi più gravi e che coinvolgono anche il viso o altre parti visibili del corpo, l'orticaria può rovinare l'estetica. Le foto che si possono trovare in Internet, anche di bambini, sono terribili e mostrano persone con macchie rosse presenti sul corpo o un labbro mostruosamente gonfio.

orticaria
Per non parlare poi delle bolle che possono formarsi sulla pelle, talmente impressionanti che le persone affette da orticaria, quando non possono coprirsi con l'abbigliamento che usano tutti i giorni, cercano di nascondersi con sciarpe o foulard.
Queste eruzioni cutanee, proprio perché non sono mai belle da vedere, spesso non solo le spingono ad evitare il contatto con la gente, arrivando a compromettere i rapporti sociali, ma anche a sviluppare una forma sottile di depressione.

Orticaria: pasti che fanno bene anche con dolori addominali

Se l'orticaria è associata a dolori addominali, in questo caso si dovrà eseguire un test delle allergie per vedere quale alimento scatena queste due reazioni.
Fatto questo, con l'aiuto di un naturopata o di uno specialista della nutrizione, si dovrà stilare una dieta di esclusione: questo regime alimentare, che è ancora più rigido, tende ad eliminare del tutto l'alimento a cui il soggetto è sensibilizzato, ma in genere non dura tutta la vita (esempio: un bambino che soffre di orticaria non è detto che da adulto abbia lo stesso problema).

Orticaria: differenze con angioedema e dermatite atopica

L'angioedema, pur essendo simile all'orticaria, non coinvolge soltanto la cute esterna, ma anche la mucosa e i tessuti che si trovano al di sotto di essa. Può colpire sia gli occhi, sia le labbra, la lingua, la gola, i genitali, le mani, i piedi e, nei casi più gravi, anche la parte superiore dell'intestino e le vie respiratorie.
Inoltre, a differenza del soggetto colpito da orticaria, il soggetto affetto da angioedema non avverte prurito, ma soltanto gonfiore e dolore.

La dermatite atopica condivide con l'orticaria l'arrossamento della pelle e il prurito, ma diversamente dalla prima è una condizione quasi sempre cronica (quindi non passa, ma può essere soltanto alleviata) e che si aggrava con la stagionalità.
Inoltre, a differenza di quello che soffre d'orticaria, il soggetto affetto da dermatite atopica trae giovamento dalla luce del sole.

Dermatite da contatto: in cosa consiste?

La dermatite da contatto è un'infiammazione cutanea che viene provocata toccando delle sostanze irritanti. Può colpire sia gli under 20 sia gli over 40, soprattutto in ambito professionale (di solito la reazione allergica viene scatenata dal contatto con i metalli, i detersivi, i tessuti, i cosmetici, i prodotti per parrucchiere o le farine).


donna con crampi allo stomaco

Quando vengono i crampi alla pancia ?

Spesso un comune mal di stomaco o mal di pancia sono sintomi che servono per indicare anche eventuali crampi allo stomaco o dolori più intensi. Solitamente i disturbi sono di breve durata e spesso dovuti a qualche virus intestinale, un colpo di freddo o una cattiva digestione.

I crampi allo stomaco sono dovuti a varie concause e presentano differenti tipi manifestazioni come la diarrea, fastidiosi rumori gastrici continui, percepibili all’esterno, oltre a eruttazioni, meteorismo e stipsi. A seconda della causa scatenante i crampetti possono essere più o meno dolorosi e più o meno persistenti. Spesso i crampi addominali vengono associati a particolari condizioni patologiche che possono interessare il tratto gastrointestinale o alcuni organi specifici.

Ma i crampi addominali e di conseguenza la tipologia di dolore percepito cambia a seconda della parte di addome colpito; nel caso in cui il dolore avvertito è proprio nella parte centrale dell'addome i crampi possono essere causati dalla contrazione della muscolatura dello stomaco e conseguentemente è possibile che la ragione di un male così intenso sia associata a gastroenteriti, diarrea del viaggiatore, stress ma anche reazioni allergiche a determinati alimenti.

Anche ulteriori patologie causano i dolorosi crampetti allo stomaco, come nel caso di coliche, salmonellosi, il cancro al colon e la diverticolite.

Crampi alla pancia in gravidanza: cause e complicazioni

Il mal di pancia e i crampi alla pancia sono piuttosto comuni durante i nove mesi di gestazione e nella maggior parte delle volte sono sintomi che non devono assolutamente destare alcuna preoccupazione alla madre. Potrebbe essere semplicemente un comune mal di pancia che, qualora dovesse divenire importante ovvero se il dolore diventa acuto e persistente, ma soprattutto se accompagnato da copiose perdite di sangue o anche debolezza e febbre, non dovrà essere assolutamente sottovalutato.

mal di pancia in gravidanza
Durante le diverse fasi della gravidanza è quindi normale avvertire dei crampi alla pancia, ma a seconda del mese di gestazione in cui si trova la donna, e soprattutto a seconda della tipologia di dolore addominale varia la causa scatenante di queste fitte. Durante il primo mese di gestazione tra i principali sintomi avvertiti dalla donna troviamo anche i doloretti e i crampi nel basso ventre, e spesso tali sintomi vengono confusi con i fastidi premestruali .

Questi crampi durante il primo mese di gravidanza sono causati dalla crescita dell'utero che si prepara alla gravidanza, conseguentemente al concepimento . Durante il primo trimestre infatti i dolori e i crampi alla pancia avvertiti dalla futura mamma sono causati dal dolore del legamento rotondo che si manifesta proprio quando l'utero inizia a dilatarsi, sintomo che risulta essere del tutto naturale durante le prime fasi in cui una mamma è incinta.

Crampi alla pancia per indigestione

In molti avvertono i crampi allo stomaco prima o dopo aver mangiato, e spesso la causa determinante è proprio una cattiva digestione. In questa circostanza, la sensazione di gonfiore associato a mal di stomaco o bruciore allo stomaco, oltre una sensazione di fastidio generale è accompagnata da nausea o addirittura da vomito. Spesso l'indigestione è causata proprio da una cattiva alimentazione, sia che si sia mangiato particolarmente pesante, o se si è in un periodo stressante, o se si ha mangiato troppo cibo o troppo in fretta.

donna con crampi allo stomaco
È possibile avvertire dei crampi allo stomaco quando ci si siede sul letto magari al mattino dopo aver dormito avvertendo una fitta fortissima intensa quasi uno strappo tra lo stomaco e lo sterno, o ad esempio capita spesso di avvertire il dolore e crampi allo stomaco quando si corre, o subito appena svegli la mattina. Il dolore continuo o per fitte, avvertito nel tratto gastrointestinale ad esempio rientra nella comune sindrome premestruale mentre i crampi avvertiti nella parte inferiore dell'addome spesso sono causa di ovulazione o endometriosi.

Sicuramente il dolore e i crampi allo stomaco possono essere un dolore più o meno sopportabile, ma soprattutto rispetto all’intensità del dolore percepito dalla persona, alcuni crampi sono così forti da riuscire a togliere il respiro. In questi casi particolari è necessario capire la causa e intervenire, mentre in altre situazioni, in cui i dolori possono essere sopportabili, si può essere meno apprensivi. Non esistono sostanziali differenze tra crampi e mal di pancia, dato che i crampi sarebbero uno dei sintomi del mal di pancia, sia i crampi che gli spasmi sono delle contrazioni improvvise e involontarie del muscolo e spesso tendono ad essere accompagnate da un dolore.

La colica addominale è infatti un dolore improvviso che viene causato dalla contrazione dei muscoli compresi tra l'intestino e in prevalenza nel colon, e che può avere diverse cause tra cui anche patologie intestinali infiammatorie. Le coliche sono un problema particolarmente frequente sia negli adulti che nei bambini e rappresentano uno dei segnali principali di quegli stessi dolori addominali dovuti dalla difficoltà di transito intestinale, ma anche dallo stress, da colite ulcerosa, colite spastica, o morbo di crohn.

Rimedi per le coliche negli adulti e bambini

Per prevenire una colica intestinale è necessario seguire uno stile di vita sano con un'alimentazione moderata e povera di grassi, cercando di svolgere attività fisica regolarmente e consumare acqua in maniera sistematica, preferibilmente acqua oligominerale.

Sicuramente per aiutare i bambini più piccoli durante degli spasmi o dei crampi allo stomaco è necessario capirne la ragione principale, per cercare di agire successivamente sul sintomo.
Tra i principali rimedi della nonna utilizzati per alleviare i fastidiosi sintomi dei crampi alla pancia è consigliabile far sdraiare il bambino e lasciarlo riposare offrendo della camomilla o del tè caldo. Si tratta di rimedi casalinghi ancora oggi praticati ed apprezzati, i cui risultati positivi, variano da persona a persona.

camomilla e mal di pancia
Oltre ai crampi alla pancia possono svilupparsi diversi altri sintomi che indicano lo stato di malessere sia nel bambino che nell'adulto come la nausea, la febbre, il bruciore e la sensazione di vomito. Solitamente i crampi alla pancia derivano dalla difficoltà di evacuare e spesso proprio a causa di questo problema è possibile avvertire sensazione di freddo o brividi che dipendono necessariamente dal completo stato di malessere del soggetto.
Per riuscire al alleviare i sintomi del mal di pancia è necessario cercare di capire se si tratta di un comune mal di pancia o se invece si tratta di qualcosa di più complicato, onde non commettere errori di valutazione e compromettere la cura dello stesso.

Ma nel caso in cui si tratta di un dolore passeggero è sopportabile o comunque in comune e mal di pancia è possibile cercare di bere delle tisane, té o camomilla calda per cercare di alleviare il fastidioso sintomo del crampo alla pancia e anche dei sintomi che si presentano adesso associato come la sensazione di nausea e il malessere generale.

Come naturopata, per esempio dinnanzi ad un problema di dispepsia (difficoltà digestiva) con acidità di stomaco, consiglio sempre una tisana con melissa, radice di liquirizia, semi di finocchio, fiori di camomilla e radice di consolida. Basta un cucchiaio di questa miscela in 250 ml di acqua, lasciar macerare per 2 ore circa, poi far bollire per un minuto ed infine bere prima dei pasti.

Ad ogni sintomo c'è un rimedio, ecco perché è fondamentale cercare di capire la causa scatenante dei crampi allo stomaco o coliche, in quanto soprattutto in caso di colite è più complesso trovare dei rimedi utili ad alleviare i fastidi in quanto diventa necessario un metodo personalizzato per affrontare la particolare situazione.


tazza di caffè e tanti chicchi

Il caffè fa male alla colite ? Ecco le alternative più sane

Il caffè, prodotto ottenuto dalla macinazione di alcuni particolari semi, è una bevanda nota a tutti. Quali sono le sue origini? Le origini del caffè risalgono al Medioevo, quando nel sudovest dell’Etiopia si scoprì l’esistenza della pianta di Coffea.
Circa la sua vera nascita vi sono varie leggende che sono state tramandate nei secoli, ma non si sa a quale delle tante attribuirne davvero la nascita. In questo articolo ci occuperemo del nesso che lega caffè e colite, spiegando se fa bene o male.

Sono in molte le persone a ritenere che esista una vera e propria patologia nota come dipendenza da caffè. Più che dipendenza da caffè bisognerebbe parlare di dipendenza da caffeina, un principio attivo estratto dalla pianta del caffè.
Si tratta di una vera e propria forma di dipendenza psico-fisica che induce ad essere caffeinomani e dalla quale è difficile uscire. Prima di assumere questa bevanda bisogna sempre tenere presente che il rapporto tra assunzione di caffè e colite è molto stretto.

caffè e colite
Il caffè e la caffeina, infatti, possono provocare problemi di colite. Il motivo che vi è alla base è l’aumento della peristalsi, ovvero la velocizzazione della contrazione muscolare a livello intestinale. Per questo molte persone sono convinte che bere un caffè sia necessario per andare velocemente in bagno.

Ma cosa si intende quando si parla di colite?

La colite, anche conosciuta come sindrome del colon irritabile, è un disturbo piuttosto diffuso consistente in un’infiammazione a livello del colon che può sorgere a causa di svariate ragioni, sia da infezioni di natura batterica oppure virale o a cause secondarie legate a stress, disbiosi, intolleranze alimentari e cattiva nutrizione.

Più facile che si tratti di colite ulcerosa o spastica?

Prima di tutto è importante che se ne dia una corretta definizione. La colite ulcerosa, causata solitamente da un’esagerata attività del sistema immunitario, consiste in un’infiammazione del rivestimento interno del colon che provoca la formazione di vere e proprie ulcere sulle mucose intestinali.
La colite spastica, invece, si afferma come risultato di un’unione di sintomi di natura gastrointestinale, ed è così definita in quanto caratterizzata sa spasmi di origine nervosa.

Tornando al caffè spesso ci si chiede se per la salute intestinale sia meglio il caffè al bar o quello di casa. La prima considerazione opportuna per rispondere a questa domanda è che il caffè del bar risulta essere molto concentrato e, grazie a questa sua caratteristica, funziona come una purga per chi ha il colon indebolito.

Una marca vale l'altra?

La risposta è ovviamente negativa in quanto la qualità del caffè è strettamente dipendente con il processo di torrefazione ovvero quel generico processo di arrostimento mediante il quale si disidrata una sostanza sottoponendola ad elevate temperature.

La torrefazione influenza quanto può fare bene o male?

La risposta è sì. La torrefazione è una fase particolarmente delicata, lunga e complessa e le differenti qualità di caffè utilizzate poi per la preparazione delle miscele cambiano proprio in base alla torrefazione.

Se bevo un caffè Borbone sto peggio che se bevo una tazzina di Lavazza?

In questo caso non è possibile dare una risposta precisa in quanto si tratta di due ottimi marchi di caffè e di due aziende che lavorano con estrema serietà ed attenzione. Che si stia male o peggio dopo aver bevuto una tazzina di caffè Borbone oppure Lavazza, è un fattore del tutto soggettivo dipendente dalle capacità digestive del singolo individuo.

tazza di caffè e tanti chicchi
E’meglio il caffè in cialde o preparato con la macchinetta?

I pro e i contro sono differenti, sia che si tratti della macchinetta sia che si tratti delle cialde. Per poter fare un’opportuna differenza bisogna valutare con attenzione fattori come la salute, la convenienza in termini di costi e l’igiene.
Da accurate ricerche condotte su un campione piuttosto vasto di persone è emerso che il caffè in capsula fa meno male di quello preparato con la moka. Lo si afferma partendo dal presupposto che il quantitativo di caffeina in una tazza di caffè è strettamente correlato col tempo in cui l’acqua che filtra rimane a contatto con la polvere di caffè. Quindi più è lungo il tempo  maggiore sarà la quantità di caffeina.

Meglio americano o italiano?

Ovviamente non esiste una risposta esatta ed univoca. Che sia meglio un caffè italiano o americano dipende molto dai gusti. Certo è che ogni italiano è solito credere che il caffè del suo paese sia in assoluto il migliore ma in realtà c’è da sapere che il vero caffè americano non è semplicemente, come molti lo definiscono, un espresso allungato con acqua calda, ma è un caffè ottenuto utilizzando un metodo di lavorazione totalmente differente.

caffè e colite
Quando si sceglie la tipologia di caffè da assumere è giusto ricordare che il caffè solubile senza zucchero va lievemente meglio in termini di salute ma che comunque non bisogna ugualmente considerarlo come una bevanda che faccia bene.
Molti, soprattutto a colazione, decidono di optare per un buon cappuccino. E’ giusto o sbagliato considerarlo meno dannoso di un caffè? La risposta è che è del tutto errato considerarlo migliore poiché oltre a contenere una normale porzione di caffè contiene anche il latte che fa male soprattutto se montato e assunto in elevate quantità.
Anche il tè, utilizzato talvolta come un’alternativa, può fare male alla salute anche se in misura minore rispetto al caffè.

Sono davvero tante le persone che, durante la giornata, sono solite assumere molto caffè. Gli italiani, in media, possono essere definiti come i caffeinomani per antonomasia. La verità è che bisognerebbe ridurre da 3 caffè al giorno a 3 caffè a settimana ma questo risulta essere particolarmente difficile.
Come spiegato in precedenza non è il caffè in quanto tale ad essere dannoso per la salute ma la caffeina in esso contenuta. Così oltre la caffè ci sono anche altre bevande che la contengono come la tanto apprezzata, ma acerrima nemica del colon CocaCola.

Anche se i pareri circa le proprietà negative del caffè sono tra loro discordanti, è importante chiarire che il caffè, che piaccia o meno, fa male e che per tale ragione è davvero opportuno che lo si riduca fino a riuscire ad eliminarlo dalla propria dieta anti colite.

Esistono alternative al caffè che fanno bene?

La risposta è affermativa e tra queste alternative vi sono l’orzo che è un prodotto decisamente più leggero, il caffè decaffeinato del quale è pure opportuno non abusarne, il caffè al ginseng oppure il caffè verde.

caffè verde e colite
Tra le proprietà del caffè bisogna ricordare che c'è chi lo usa come lassativo convincendosi dell’idea che sia liberatorio oppure chi lo prende perché ha bisogno di alzare la pressione.
C’è anche chi si sveglia convinto di non poterne assolutamente fare a meno o chi adora berlo prima o dopo una sigaretta creando un connubio che di certo non può essere considerato perfetto per la salute.

Quali sono i valori nutrizionali del caffè?

Un altro fattore importante da prendere in considerazione prima di assumere una dose di caffè è sapere quali siano i suoi valori nutrizionali. Una tazzina di caffè, corrispondente a circa 180 ml di bevanda, ha i seguenti valori nutrizionali. Contiene 2 kcal, circa 0,21 g di proteine, 0,07 g di carboidrati e 4 mg di sodio.

Cosa succede allora se si abusa di caffè?

In definitiva si possono riscontrare problemi di pancia gonfia per i quali l’argilla ventilata è talvolta utile per placarne i sintomi. Inoltre si possono riscontrare casi di diarrea, infiammazione delle mucose intestinali o continui bruciori di stomaco.


gabinetto

Perché non si trattengono le scariche di diarrea?

Scariche diarrea: come bloccarle
Si possono avere scariche senza diarrea?
Quanto dura la scarica?
Scariche di diarrea: consigli

Le scariche di diarrea possono essere lo spettro di molti malesseri, come una banale influenza intestinale, oppure il segnale d'allarme di una condizione ben più seria e grave, come la colite ulcerosa, la colite spastica di origine nervosa e il morbo di Crohn. Di solito, come nel caso del raffreddore e dell'aumento della febbre, la diarrea è un tentativo estremo di difesa da parte dell'organismo per espellere gli agenti patogeni pericolosi per il corpo. Per queste e altre ragioni che vedremo in seguito trattenere le scariche di diarrea non fa bene.

Questa difesa estrema provoca infatti un'infiammazione a livello dell'intestino crasso, che ha il compito di riassorbire l'acqua dal cibo digerito.

Ed ecco perché un'alterazione intestinale, come anche l'assorbimento ridotto dei liquidi o, al contrario, un'eccessiva emissione di fluidi, genera feci frastagliate e chiare che contengono molta acqua e che, non riuscendo più a trattenerle, il corpo elimina con maggiore frequenza, provocando le scariche diarroiche.

Apparato digerente: come è fatto?

Nel primo tratto dell'apparato digerente, cioè quello situato a livello della bocca, troviamo le ghiandole salivari (parotide, sublinguale e sottomandibolare), mentre appena sotto, all'altezza del collo e della schiena, un lungo canale chiamato esofago. In seguito incontriamo il muscolo diaframma (responsabile del fenomeno del singhiozzo), il fegato, la cistifellea, i dotti biliari, l'intestino tenue (composto da duodeno, digiuno e ileo) e l'appendice vermiforme. Sul lato sinistro del nostro corpo, partendo dall'altro, possiamo trovare invece lo stomaco, il pancreas e l'intestino crasso (formato da colon trasverso, colon ascendente, colon discendente e retto).

pera contro scariche di diarrea

Scariche diarrea: come bloccarle

Esistono diversi modi per bloccare le scariche di diarrea: il primo, nonché quello più conosciuto e utilizzato anche per i bambini, è quello di assumere delle pastiglie di Enterelle o probiotici simili. Questi integratori, oltre a normalizzare l'attività intestinale, proteggono la flora batterica “buona” in modo naturale e favoriscono il processo di autoguarigione dell'organismo.

Enterelle viene impiegato per lo più per contrastare la diarrea provocata da influenza, ma può anche essere d'aiuto nel caso in cui le scariche siano causate dall'assunzione di determinati farmaci.
Se invece la causa della diarrea è dovuta all'assunzione di cibi a cui si è allergici, l'unico modo efficace per stopparla è quello di escludere subito gli alimenti che l'hanno scatenata dalla propria dieta.

Da ultimo, ma non meno importante, è fondamentale preferire cibi astringenti come riso bianco, banane e patate e, se la diarrea è stata causata da uno stato di ansia o di paura, cercare di fare delle attività rilassanti o seguire delle terapie naturali che inducano il corpo al relax come la meditazione e il massaggio ayurvedico.

Perché si hanno le scariche quando si ha la colite?

Quando si ha la colite, può capitare che subito dopo i pasti, o anche dopo aver ingerito alimenti irritanti per l'intestino, si manifestino scariche di diarrea. Ciò è dovuto ad un'irritazione generale, che in alcuni casi può essere anche cronica, a livello del colon. Il modo efficace per prevenire questo disturbo è quello di ridurre, oppure di eliminare del tutto, il consumo di cibi che possono infiammarlo come lattosio, glutine, carni rosse, formaggi, merendine, cibi già confezionati o pronti e alcol.

Il latte invece è assolutamente da evitare, perché oltre a rendere le scariche ancora più frequenti, provoca anche il fenomeno della pancia gonfia e dura. Tuttavia, malgrado questi cambiamenti alimentari possano influire in modo positivo sulla loro condizione, per alcuni pazienti convivere con scariche di diarrea quotidiane non è strano, anzi, rappresenta la normalità. Ciò li spinge non solo a mantenere abitudini alimentari o uno stile di vita non conforme con la loro condizione, ma anche a non voler assolutamente migliorarla. Il risultato è che, nella maggior parte dei casi, il disturbo peggiora, arrivando a compromettere la loro vita sociale.

Si possono avere scariche senza diarrea?

, si possono avere anche scariche senza diarrea o feci normali tra una scarica e l'altra e non sempre morbide. Questo sintomo lo si può riscontrare, per esempio, nella gastroenterite, un'infiammazione della mucosa dell'intestino di origine infettiva che viene provocata virus, batteri e altri parassiti, che in genere vengono introdotti nel corpo attraverso il consumo di acqua o di alimenti infetti.

A cosa sono dovuti i borborigmi?

I borborigmi, o pancia che brontola, a livello fisiologico sono assolutamente normali, perché possono essere associati sia ad un digiuno prolungato (non per nulla sono il primo segnale che il corpo invia al cervello per indicare uno stato di fame e spingerci a mangiare) sia ad un'attività digestiva regolare.

In alcuni casi però, soprattutto se i pazienti sono affetti da sindrome dell'intestino irritabile, meteorismo, celiachia e ostruzioni intestinali, possono comparire dopo i pasti, in particolare se si ha assunto un cibo verso cui si è intolleranti oppure si sono consumati degli alimenti troppo ricchi di zuccheri o gas genesi (esempio: i legumi).

Scariche di diarrea: “imbarazzanti e improvvise”

Le scariche di diarrea in pubblico sono un fenomeno abbastanza raro e, in genere, può capitare di vederlo nei bambini molto piccoli. Ciò però non significa che non possa capitare, indipendentemente dal fatto che ci si trovi in vacanza oppure sul posto di lavoro.
Cosa fare in questi casi? Oltre a rinchiudersi nel bagno più vicino, la cosa migliore è quella di assumere probiotici, di bere molto per reintegrare i liquidi persi e di mangiare cibi leggeri e non irritanti per l'intestino. Lo stesso discorso vale per le bevande: se si ha un attacco improvviso di diarrea, meglio evitare di bere latte, caffè, alcolici, succhi di frutta e bibite fredde, perché rischierebbero di aggravare il problema.

Se si è in viaggio, anche se si è colti da una fame improvvisa, la cosa migliore è quella di mangiare poco: questo sia per abituare il proprio stomaco al nuovo regime alimentare, sia per evitare di stare male e di andare incontro ad episodi spiacevoli e alquanto imbarazzanti. Attenzione invece se ci si trova in località esotiche come Sharm el Sheikh: l'acqua del rubinetto, diversamente da quello che accade in Italia e nella maggior parte delle nazioni europee, non è potabile e provoca dissenteria.

Anche le verdure crude, lavate con l'acqua del rubinetto, vanno evitate o consumate soltanto se cotte in modo rigoroso, perché altrimenti si rischia di avere lo stesso problema. In questi casi è meglio bere soltanto acqua imbottigliata e scegliere bene i ristoranti in cui ci si intende recare a pranzo o a cena.
Su alcuni forum dedicati ai viaggiatori, come Tripadvisor, viene consigliato anche di lavarsi i denti con l'acqua imbottigliata per evitare di avere attacchi di dissenteria.

Scariche di diarrea: quando aumentano?

Di solito le scariche di diarrea aumentano quando si è mangiato del cibo a cui si è intolleranti, che viene quindi riconosciuto dal corpo come un potenziale veleno da eliminare il prima possibile, o che è stato lavato con acqua contaminata e non potabile. Per quanto riguarda le bibite, possono verificarsi delle scariche dopo aver mangiato un pasto abbondante e aver bevuto una bibita ghiacciata o appena tirata fuori dal frigo. Le persone intolleranti al lattosio invece noteranno sicuramente un aumento delle scariche nel caso in cui bevano latte vaccino.

In genere un attacco di diarrea è preceduta da un borbottio fuori norma dello stomaco, spesso accompagnato dalla sensazione di avere dei resti di cibo che non sono stati digeriti e da un mal di pancia violento che dà come l'impressione che qualcosa stia pungendo il ventre.

Colite microscopica e diarrea liquida

Forti scariche di diarrea, che spesso possono assumere anche una colorazione giallognola, sono uno dei sintomi della colite microscopica, una condizione difficilmente rilevabile, che spesso viene confusa con la sindrome dell'intestino irritabile e che è stata scoperta di recente. Questa colite si manifesta con diarrea cronica, dolori addominali e perdita di peso. Non si tratta di una patologia rara, perché ne è affetto ben il 13% dei pazienti che sono stati indagati per trovare una spiegazione alle loro frequenti scariche diarroiche.

A volte questa malattia, soprattutto nei pazienti che hanno genitori o parenti affetti o morti per cancro al colon, scatena il panico in quanto i suoi sintomi (vedesi la perdita di peso) sono molto simili a quelli dell'adenocarcinoma. Per questo motivo, prima di farsi prendere dalla paura e di pensare al peggio, è fondamentale richiedere il consulto del proprio medico in caso di comparsa di forti scariche di diarrea accompagnate da perdita di peso: quest'ultime infatti potrebbero nascondere sia una causa non preoccupante, come la colite microscopica, sia una condizione ben più grave.

Scariche di diarrea: dopo mangiato possono indicare un'intolleranza?

Sì, se le scariche diarroiche compaiono subito dopo i pasti o dopo aver ingerito determinati alimenti, potrebbero indicare una potenziale intolleranza, come ad esempio quella al glutine o al lattosio.

Quanto dura la scarica?

Normalmente una scarica dura tra le 24 e le 48 ore, per poi risolversi da sola senza un trattamento medico specifico. Tuttavia, se la durata della scarica diarroica supera le 48 ore, potrebbe essere il sintomo di una condizione più seria e che, se non viene curata al più presto, potrebbe condurre il paziente al rischio di disidratazione. Per questo motivo, se si hanno scariche continue e che durano nel tempo, è fondamentale bere almeno tre litri di acqua al giorno per reintegrare i liquidi persi oppure prendere degli integratori di sali minerali.

Per quanto riguarda il numero delle scariche, è da considerarsi normale un parametro che va da una a tre scariche al giorno, mentre se le scariche iniziano a presentarsi con molta frequenza (una o due ogni ora) oppure superano le tre al giorno, in tal caso è necessario richiedere il consulto di un medico. In alcuni casi, peraltro molto rari, le scariche di diarrea possono durare per più di un'ora. Quest'ultima condizione, oltre ad essere molto limitante e a non permettere al paziente di allontanarsi troppo dal bagno, risulta molto debilitante per il corpo in quanto perde molti liquidi in poco tempo.

Quali cibi riescono a bloccare le scariche?

Tra i cibi che possono bloccare le forti scariche di diarrea troviamo il riso bianco, le banane, lo yogurt (soprattutto se contiene fermenti lattici vivi, che aiutano a regolarizzare l'attività dell'intestino), il limone, l'aglio, le carote, alcune tisane, l'avena, le mele e le zuppe di cereali o di verdura non eccessivamente bollenti.

Diarrea: cosa mangiare a colazione per fermarla

Quando si soffre di diarrea, anche la scegliere una colazione più adatta gioca un ruolo importante per fermare le scariche.

In linea di massima, se il paziente non soffre di allergie alimentari particolari, può permettersi quasi tutto, come ad esempio fette biscottate, pane bianco tostato o senza mollica, uova in camicia o sode, bresaola o prosciutto cotto senza grasso, albicocche, ananas, banane, limoni, mele e pesche. Anche se è una convinzione comune che il tè nero faccia bene, quando si hanno scariche di diarrea è meglio bere del succo di pompelmo fresco a colazione. Questo agrume infatti, oltre a non irritare in modo eccessivo lo stomaco, può aiutare a combattere la dissenteria.

Se invece si soffre del problema inverso, ovvero di stitichezza, via libera a yogurt (meglio ancora se con probiotici), acqua, kiwi, fichi, prugne, aloe vera e pere.

Scariche di diarrea: consigli

Prima di bloccarle con l'assunzione di probiotici o di altri farmaci utili per contrastare la diarrea, è meglio controllare il numero delle scariche, perché se oltrepassano le sei al giorno non è un segnale positivo.

Scariche diarroiche: effetti secondari

Tra gli effetti secondari delle forti scariche di diarrea, uno dei più comuni è sicuramente quello dell'ano irritato. Pochi pazienti lo sanno, ma l'emissione continua di feci liquide, oltre a disidratare il corpo, può irritare la mucosa anale e provocare bruciore. Inoltre, se ci sono infezioni virali o intolleranze alimentari, il passaggio ininterrotto di feci liquide può causare ferite e lesioni a livello dell'ano, facendo sì che anche l'evacuazione diventi un momento doloroso e insopportabile.

Si dimagrisce con le scariche?

Sì, se si soffre di scariche continue, si può dimagrire, ma non è il caso di rischiare né tanto meno di indursi la diarrea nella speranza di perdere qualche chilo di troppo perché attraverso l'emissione di feci liquide si perdono anche tutti quei sali minerali indispensabili per vivere bene. Meglio controllare piuttosto quello che si porta in tavola, perché un'alimentazione corretta e leggera, oltre a permettere di dimagrire in modo naturale, riduce anche le probabilità che compaiano scariche intense e prolungate.


analisi per la colite

Colite nervosa: guardare al di là delle analisi

Chi è affetto da questa condizione soffre di disturbi che interessano nello specifico un dato tratto dell’intestino, ovvero il colon: si tratta della colite nervosa, denominata anche colite spastica o ancora sindrome del colon irritabile. Ne sono affette milioni di persone senza neanche saperlo, tanto che la scambiano per altre patologie e peggiorano la situazione stressandosi e assumendo dei medicinali. Nonostante le cause di questa patologia siano ancora avvolte nel mistero, non si esclude che lo stato emotivo influenzi molto la salute intestinale.

Sintomi colite nervosa
Anatomia del colon
Cause colite spastica
Complicazioni sindrome colon irritabile
Diagnosi e cure colite nervosa

analisi per la colite

Sintomi colite nervosa

La sintomatologia più comune nei soggetti affetti da questa patologia intestinale sono dei forti dolori e crampi all’addome, diarrea o costipazione a giorni alterni, sensazione di pancia gonfia all’altezza dello stomaco, brontolii e rumori dal basso ventre, meteorismo e muco nelle feci. Molti pazienti si rivolgono al proprio medico di fiducia confidandogli la preoccupazione che una situazione cronica possa generare l’insorgere di problemi ben più gravi, come ad esempio il temutissimo cancro al colon o al retto, o che possa cambiare l’anatomia degli organi interni. Sono solo fantasie, mentre il trattamento per curare la colite spastica è esclusivamente finalizzato a ridurre i sintomi, non a guarire del tutto. Inoltre, gli stessi possono variare la loro intensità, presentarsi tutti insieme contemporaneamente per poi placarsi all’improvviso.

Anatomia del colon

L’intestino è una parte dell’apparato digerente tra il piloro e l’ano. SI divide a sua volta in piccolo intestino o intestino tenue e il grande intestino, o intestino crasso.

La prima parte inizia dal piloro, separatore fondamentale dallo stomaco, e finisce con valvola ileocecale, la quale lo separa dalla seconda parte intestinale. L’intestino tenue è costituito da tre parti denominate duodeno, digiuno e ileo. Esso è lungo circa 7 metri e ha un diametro di circa 4 cm. La seconda parte dell’intestino è la parte finale dell’apparato digerente. Inizia dalla valvola ileocecale e finisce nell’orifizio anale. Si divide in sei parti, denominate cieco, colon ascendente, colon  trasverso, colon discendente, sigma e retto. Esso è lungo 2 metri circa e possiede un diametro di 7 cm.

Diciamo che la colite nervosa o spastica colpisce la seconda parte de proprio intestino, specialmente la notte, quando si è sdraiati a pensare e rimuginare sui propri problemi. Ne sono affetti il 13% della popolazione secondo le statistiche, soprattutto le donne hanno una incidenza del 50%. Chi ne soffre ha meno di 45 anni di età e la malattia si manifesta maggiormente in concomitanza di stati psicologici problematici come depressione, ansia e disturbi della personalità. Qualora la storia familiare vede la presenza di un parente con questo disturbo, o si è stati soggetti ad abusi sessuali o altri problemi psicologici gravi, si ha una probabilità alta di essere soggetti alla sindrome del colon irritabile.
Del resto, gli antichi dicevano che lo stomaco fosse il secondo cervello umano. Infatti, la pancia è la prima che sente le conseguenze di emozioni forti e che somatizza dolore, gioia e tristezza.

Cause colite spastica

Gli esperti hanno opinioni molto discordanti sulle cause che portano a questa fastidiosissima patologia, e non hanno le idee chiare. Hanno formulato ipotesi più o meno attendibili, le quali riportano come fattore primario una comunicazione anomala tra encefalo e fibre nervose dell’intestino e dei muscoli intestinali. Le cellule muscolari costituiscono buona parte della parete intestinale, permettendo il transito degli alimenti durante la digestione mediante delle contrazioni ritmiche e regolari.

Quando un soggetto è affetto da colite nervosa, egli ha delle contrazioni involontarie troppo forti e di durata eccessiva, oppure troppo deboli e irregolari. La colite nervosa accentua questi disturbi nelle ore notturne e i dolori partirebbero dal fianco sinistro, in quanto lo spazio è occupato dal colon. Qualora partissero dal fianco destro, si può sospettare una appendicite. Quando si hanno contrazioni forti, insorgono automaticamente meteorismo, gonfiore e diarrea. Le contrazioni deboli sono la causa di cattiva digestione e di un non corretto transito intestinale: la condizione si riconosce mediante le feci, troppo secche e dure.

Tuttavia, le circostanze che innescano la colite spastica variano da persona a persona e dipende se si sia soggetti sensibili o meno. Certamente, il caffè e il tè non aiutano a placare il disturbo, come le spezie, i cibi grassi, l’abuso di alcol, cioccolata, bibite zuccherate e latte, o ancora il mangiare piselli o verdure crucifere (cavoli, broccoli ecc.) accentuano i sintomi. Nei bar, ristoranti e hotel hanno menù per ogni esigenza: intolleranti al lattosio, celiaci, vegani, fruttariani e vegetariani, ma nessuno finora ha elaborato un menù per chi è affetto da colite spastica. Le strutture ricettive dovrebbero però incentivare e promuovere alimenti e cibi idonei, visto che i loro clienti possono esserne affetti.

Anche stress e alterazioni ormonali possono influire in maniera negativa. Può succedere che, in vista di un esame o una riunione importante, la persona abbia crampi allo stomaco e attacchi massicci di diarrea, così come una donna in pieno ciclo mestruale soffra dei disturbi descritti. Però, non sempre queste condizioni sono sindrome del colon irritabile: ci possono essere casi in cui si è affetti da una gastroenterite o da altra malattia infettiva gastrointestinale. Pertanto, è sempre meglio recarsi dal medico, il quale effettuerà tutte le analisi e provvederà a fare la diagnosi corretta. Meglio non aspettare troppo, in quanto alcune gastroenteriti, se trascurate, possono sfociare in questa condizione cronica, anche se non infiammatoria. Inoltre, si può confondere con patologie serie, ad esempio il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.

Complicazioni sindrome colon irritabile

Se trascurata e la presenza prolungata di questa condizione comporta delle conseguenze. Le prime della lista sono le emorroidi, poi segue la malnutrizione. Non è detto che la dilatazione delle vene emorroidali o l’eliminazione repentina di certi alimenti dalla dieta siano concomitanti e possano nuocere, ma d’altronde se ci si sente male dopo aver mangiato un determinato cibo, non si può fare altrimenti. Sicuramente, questi ulteriori problemi non rendono la vita facile a chi ne è affetto, anche perché avere le emorroidi comporta il seguire una determinata terapia allo scopo di farle passare senza intervenire chirurgicamente nelle strutture di sostegno dell’ano.

Per evitare estreme conseguenze, il medico curante suggerisce esami specifici per confermare la diagnosi e un supporto psicologico per attenuare il problema ed evitare complicazioni pericolose. Una efficace e regolare terapia psicologica con uno specialista qualificato, unita a un regime alimentare adeguato ed equilibrato,  pare riducano notevolmente gli stati ansiosi e i problemi intestinali correlati.

Diagnosi e cure colite nervosa

Non esistono analisi specifiche da effettuare in laboratorio per scoprire di essere affetti dalla patologia. Il medico effettua una diagnosi differenziale, escludendo varie malattie gastrointestinali effettuando esami appositi. Si prescrivono esame delle feci per capire se è presente del sangue, oltre a un esame microbiologico allo scopo di capire se ci siano parassiti o patologie serie. Uno specialista molto meticoloso richiederà una colonscopia e una sigmoidoscopia flessibile per vedere la struttura del retto e del colon nella parte terminale ed escludere malattie e condizioni ben più gravi. Questo esame viene effettuato con un tubicino flessibile provvisto di luce e telecamera, da infilare nello sfintere anale.

Come cure, sicuramente un gastroenterologo o il medico di base richiederanno un consulto a uno psicologo. Questo perché molti soggetti, avendo paura di stare male se mangiano qualcosa, tendono a saltare i pasti e digiunare, arrivando all’anoressia.

Purtroppo, i farmaci per curare il colon irritabile sono efficaci solo per attenuare i sintomi. Essi sono antispastici, i quali impediscono le contrazioni troppo veloci del tratto intestinale, mentre gli antidepressivi e gli analgesici possono migliorare l’umore evitando i problemi legati alla stitichezza e alla tensione dell’intestino. Gli antibiotici e gli antiacidi vengono prescritti dal medico per impedire  il proliferare di batteri e virus, sia per attenuare il meteorismo.

Una soluzione immediata sarebbe quella di distrarsi, magari ascoltando musica o facendo un cruciverba. Pensare e fissarsi di essere malati sembra che accentui i sintomi. Specialmente con i bambini, la cosa migliore è distrarli e cercare di minimizzare il tutto facendo leggere loro libri illustrati o giocando. Lo scopo, oltre a distrarli, è far capire ai pargoli che nonostante questo piccolo problema, sono persone speciali in quanto molto sensibili.