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Colite ed escherichia coli

virus-escherichiaL'escherichia coli è un batterio che vive abitualmente tra la flora batterica intestinale dell'uomo e di altri animali e pur essendo la maggioranza dei suoi ceppi (ne esistono centinaia) del tutto innocua, qualcuno di essi può invece rappresentare un rischio per la nostra salute, causando, tra l'altro, un particolare ed insistente tipo di colite con sintomi forti ed evidenti.

L'infezione da Escherichia Coli, che può presentarsi con disturbi più o meno accentuati, contempla dolore e crampi addominali, vomito e diarrea spesso con evidenti tracce di sangue.
In presenza del suddetto quadro sintomatologico è indispensabile rivolgersi immediatamente ad un medico o recarsi al più vicino Pronto Soccorso, in quanto l'Escherichia Coli può essere pericolosa, in particolare per i bambini e gli anziani, più soggetti degli altri a sviluppare la cosiddetta sindrome emolitico uremica, una forma di insufficienza renale addirittura pericolosa per la vita stessa.

Come fare quindi a proteggersi, quali precauzioni adottare per limitare al massimo il pericolo di contrarre l'infezione?
Il primo veicolo di contagio per quanto riguarda l'Escherichia coli, considerato che esso vive stabilmente nell'intestino, è rappresentato dalle feci; poiché la macellazione degli animali può comportare una contaminazione delle carni e del latte, questi alimenti devono essere consumati seguendo qualche buona norma igienica.
L'escherichia coli per fortuna è sensibile al calore e muore alle alte temperature, pertanto sarebbe opportuno consumare solo carni, di bovino in particolare, cotte (la temperatura minima deve essere di 71°C) e latte e latticini pastorizzati.

carne cruda escherichia coli
Anche se alcune ricette culinarie prevedono come ingrediente carne cruda o poco cotta, ricordate che la sua assunzione rappresenta sempre un rischio ed è quindi vietata in determinate situazioni, come la gravidanza e l'allattamento, se non si vuole incorrere in inutili rischi per mamma e nascituro.

Anche frutta e verdura da questo punto di vista, se consumate crude, potrebbero rappresentare un pericolo, nel caso esse siano state irrigate con acqua infetta: lavatele sempre molto bene prima di mangiarle (l'acqua del rubinetto è sicura in quanto periodicamente soggetta, per legge, a severi controlli).

Per evitare il contagio da Escherichia Coli (e altro) vi è poi tutta una serie di accortezze alle quali troppo spesso, colpevolmente, non si presta la giusta attenzione e che invece sono assolutamente importanti: di seguito trovate alcune di esse tra le più elementari e, al tempo stesso, indispensabili.
Lavarsi spesso le mani è una regola igienica basilare che ci insegnano fin da piccoli, ma che diventa tassativa in certi casi, come dopo essere stati in bagno, l'aver cambiato pannolini e l'aver accarezzato animali (i cui escrementi devono essere "maneggiati" con cura al momento di gettarli, ad esempio se avete in casa una tipica vaschetta con sabbia per i gatti); passatele accuratamente sotto il getto dell'acqua calda strofinandole con il sapone.

escherichia coli e animali
Ma non finisce qui.
Gli utensili da cucina vanno trattati nel modo giusto, soprattutto se e quando entrano in contatto con cibi a rischio: coltelli e taglieri usati per tagliare la carne cruda, vanno lavati bene con acqua molto calda e detersivo.
Alcuni strumenti potrebbero necessitare di pulizia con alcool.
Ricordate di tenere in contenitori separati gli alimenti che conservate in frigorifero e soprattutto la carne cruda fate in modo che sia ben separata da tutto il resto; lavatevi sempre le mani prima di cucinare ed evitate pericolosi "incroci", ovvero, ogni volta che toccate la carne cruda, lavate a fondo le mani prima di toccare altri cibi.
Lo stesso dicasi per le superfici di lavoro, tavolo e piano cottura, che devono essere perfettamente puliti; di tanto in tanto sarebbe opportuna la disinfezione con un apposito prodotto (ce ne sono di specifici per cucine in vendita anche nella grande distribuzione).
Insomma, un po' di buon senso, igiene accurata e regole sane, sono l'arma migliore contro l'Escherichia Coli e ogni tipo di infezione.

Casi più gravi di contagio

Quando l'infiammazione risulta evidente, i sintomi come la diarrea sono evidenti e, attraverso una diagnosi corretta si evidenzierà la persistenza dell'infezione da escherichia coli, onde non aggravare la condizione della persona, bisognerà correre al riparo e curare i danni già fatti e quelli potenziali del batterio.
La cura migliore contro l'escherechia coli è rappresentata da probiotici mirati, soprattutto quando il soggetto, già condizionato da una debolezza intestinale, inizia a presentare i primi sintomi del colon irritabile.

Inoltre a livello naturopatico sono disponibili integratori molto efficaci ricchi di nutrienti e fitocomplessi utili per contrastare in maniera naturale questo batterio. Questi prodotti per dare risultati certi e duraturi, devono contenere principalmente estratto di semi di pompelmo, echinacea, uncaria e melaleuca.

Semi di pompelmo
L'estratto dei semi di Pompelmo è ricavato dai semi e dalle membrane del frutto disidratato, mediante vari processi che portano alla formazione di nuovi legami chimici, che agiscono su una vasta gamma di microrganismi nocivi come batteri, funghi, virus, lieviti e anche parassiti come vermi e pidocchi, oltre a protozoi quale l'ameba, causa di diarrea e dissenteria.
L'estratto di semi di pompelmo viene considerato un potente antivirale e battericida. 

estratto semi di pompelmo
Echinacea

L’echinacea è uno dei fitoterapici più adatti per sostenere le difese immunitarie e ridurre i tempi di guarigione.
Negli integratori si usano in genere tre specie differenti della pianta: echinacea pallida, angustifolia e pururea. Questa unione garantisce un effetto sinergico e una maggiore efficacia.
I polisaccaridi racchiusi nella radice di Echinacea purpurea, E. angustifolia ed E. pallida rafforzano le difese naturali dell’organismo.
A differenza di altri rimedi naturali, l’echinacea esprime al meglio la sua attività immunostimolante e antivirale quando le infezioni sono già in corso.

Uncaria
Ampiamente sfruttata nella medicina popolare amazzonica, l’uncaria (Uncaria tomentosa) ha dimostrato le sue proprietà anche nel corso di studi scientifici. Le ricerche hanno validato l’efficacia di questa pianta sia per ridurre il rischio di influenza, tonsilliti, faringiti, bronchiti, laringiti, infezioni delle vie urinarie, che per accelerare il decorso di queste patologie e combattere la loro eventuale tendenza a cronicizzare.
La sua assunzione potenzia e rinforza il sistema immunitario in quanto stimola la produzione di anticorpi grazie alla sua azione immunomodulante, conferita alla pianta dalla presenza degli alcaloidi pentaciclici, che inducono nelle cellule endoteliali umane il rilascio di un fattore attivante la regolazione e proliferazione dei linfociti B e T, responsabili della risposta immunitaria dell’organismo. Per questa ragione è indicata nel trattamento delle allergie e delle patologie degenerative di tipo neoplastico e nelle sindromi da immunodeficienza.

Melaleuca
Antibiotico in aromaterapia, per tea tree oil s’intende l’olio essenziale estratto dalla pianta di Melaleuca, uno dei più potenti, in virtù dell'azione antibatterica, antivirale e antifungina ad ampissimo spettro.
Per uso interno 2 gocce in un cucchiaino di miele è indicato in caso di infezioni delle vie respiratorie, mal di gola, cistite, candidosi e coliti da escherichia coli.


colite-e-coca-cola

Colite, coca cola ed effetti sulla diarrea

colite-e-coca-colaLa Coca-Cola, una delle bevande con bollicine più consumate al mondo e certamente la più famosa di tutte, non va proprio d'accordo con la colite, termine generico con cui comunemente viene indicata un'infiammazione del colon o di una parte di esso.
Apprezzata da grandi e piccini per il gusto fresco e frizzante, soprattutto in estate per il suo sapore dolciastro, questa bibita non può tuttavia essere considerata un toccasana per la nostra salute, in quanto ottenuta da un mix di ingredienti indubbiamente di gusto piacevole (per molti), ma non altrettanto genuini. In questo articolo scopriremo se coca cola e diarrea vanno di pari passo, anche perchè sono molti quelli che pensano, erroneamente, che "fa digerire".

Vi siete mai chiesti con cosa è fatta la Coca-Cola, questo soft drink rigorosamente analcolico che non manca mai nelle occasioni, nelle feste e spesso anche sulle nostre tavole di tutti i giorni?
Ebbene, oltre all'acqua ovviamente, essa contiene zucchero, caffeina e acido fosforico; il tipico colore marrone dorato si deve alla presenza di caramello (indicato sull'etichetta come colorante E150d), mentre l'aroma caratteristico, ciò che più di ogni altra cosa, in fondo, ha contribuito al successo planetario della bibita, dipende dall'aggiunta di estratti provenienti dalle noci di cola e di estratti derivanti dalle foglie della pianta di coca.

Ora, premesso che di Coca-Cola sarebbe meglio assumerne il meno possibile e limitarsi a sorseggiarla solo in particolari circostanze (berla al compleanno degli amici o all'inaugurazione di un locale o ad un aperitivo non comporta alcun problema, ma abusarne sì), vediamo perché essa è particolarmente sconsigliata a chi soffre di colite e di disturbi digestivi ed intestinali in genere, gastrite in primis.

coca cola e colite
La colite, o più correttamente la Sindrome del colon Irritabile (SCI) è un disturbo che colpisce un'ampia fetta di popolazione sia maschile che femminile (le stime indicano almeno il 15% di essa a livello mondiale) e che consiste in una fastidiosa infiammazione del colon che si evidenzia con sintomi caratteristici come dolori addominali (che di solito si attenuano dopo la defecazione e/o dopo aver espulso i gas intestinali), stipsi e/o diarrea (spesso fra loro alternati), defecazione difficoltosa, fastidiosa o incompleta, eventuale presenza di muco nelle feci, flatulenza e addome gonfio; anche se non sempre inoltre, il soggetto affetto da colite può avvertire senso di nausea, sazietà precoce, difficoltà nella deglutizione e borborigmi (quei tipici rumori che accompagnano il passaggio di gas dentro l'intestino).

Pericoloso" collegamento tra colite e Coca-Cola.

Come è noto la "prima medicina" per combattere e sperabilmente sconfiggere la colite consiste nell'attuazione giornaliera di un regime alimentare sano ed equilibrato, che preveda l'assunzione della giusta quantità di fibre, vitamine, sali minerali e proteine, e che escluda tutti quei cibi che potrebbero risultare ulteriormente irritanti per le pareti del colon, quindi zuccheri raffinati, peperoncino, pepe e spezie, cioccolato, alcol, fritti, carni rosse e grasse, insaccati, formaggi stagionati, piatti elaborati e bibite gassate, prediligendo invece frutta, verdura, cereali, pasta e acqua.

La Coca-Cola va evitata in caso di colite di qualsiasi tipo soprattutto per due motivi, ovvero l'alta concentrazione di zucchero e la gassosità. Caratteristiche queste che portano i consumatori di questa bevanda americana ad andare più spesso in bagno.

Tutte le bevande frizzanti infatti, Coca-Cola compresa, provocano l'aumento dei gas intestinali e finiscono per peggiorare sia il dolore che il gonfiore addominale, mentre gli zuccheri semplici, come è noto, devono essere limitati il più possibile anche per non scombussolare ulteriormente la flora batterica intestinale.

Per le stesse ragioni appena riportate, la Coca-Cola non dovrebbe essere assunta in caso di cistite, un'infezione delle vie urinarie che per ragioni anatomiche colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini presentandosi con bruciore e dolore alla minzione e diffuso malessere addominale e generale; zuccheri e gas presenti nella Coca-Cola potrebbero peggiorare i sintomi.
Sia in caso di colite che di cistite la bevanda più indicata è l'acqua: bevetene almeno 1,5 l al giorno e, possibilmente, non fumate o, almeno, cercate di ridurre drasticamente il numero di sigarette giornaliere.
A un minore quantitativo di rutti, riceverete senza dubbio un maggiore vantaggio, perchè sarà il segnale di una riduzione dell'aria nello stomaco, con immediato giovamento per l'intero apparato gastrico.


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Natale a casa, capodanno all'ospedale

Anche se il momento delle festività natalizie si rivela straordinariamente piacevole sul piano umano, lo stesso non si può dire di quello che accade a livello gastrointestinale. I parenti lontani, accorsi nella città natale e radunati allo stesso tavolo in occasione della cena della vigilia o del pranzo di Santo Stefano rendono solo in parte più piacevole e meno dolorosa la tragedia che si sta compiendo lungo il nostro colon.

natale e colite
La settimana di abbuffate che va dal 24 Dicembre al 1 Gennaio si rivela il periodo più stressante per il nostro intestino, in grado di intensificare l'acidità di stomaco o manifestazioni di colite dopo Natale, anche in soggetti che credevano superato questo problema.

Cenoni, veglioni e cibi buoni

colite-dopo-nataleChe cosa mangiare durante le feste di Natale è una domanda che si pongono quasi tutti gli italiani, ma quasi mai in maniera critica. L'interesse di sapere che cosa consumare durante le ferie natalizie è sempre motivato dal desiderio di fare bella figura a tavole e non nasce quasi mai dalla consapevolezza di assumere piatti salutari che non appesantiscano il nostro stomaco.

Questo ragionamento è ancora più vero quando si parla del sud Italia dove, in regioni come Puglia, Campania e Calabria, le cene organizzate per celebrare la nascita di Gesù, si rivelano delle maratone culinarie di dimensioni spropositate.

Alludiamo a cenoni che iniziano alle 16.00 di pomeriggio e terminano oltre la mezzanotte, con piccole pause, concesse soltanto per fugaci giocate a tombola o mercante in fiera.
In che cosa consiste un pranzo di Natale al Sud Italia, possiamo soltanto immaginarlo, grazie agli sketch dei cinepanettone che ironizzano sempre moltissimo sulle differenze culturali tra chi vive nel meridione e chi nelle regioni più a nord d'Italia.

Ad ogni modo, la geografia del vostro organismo non fa distinzioni e pesanti sono le pietanze che mangeranno i piemontesi a Natale, difficili da digerire saranno i pasti di chi partecipa ad un veglione di capodanno a Palermo.
Non si tratta soltanto della tipologia dei piatti preparati che, ovviamente variano a seconda della tradizione gastronomica d'appartenenza, ma anche delle modalità con cui avviene questa intossicazione intestinale.
Esistono infatti delle circostanze tali che rendono molto più alte le possibilità di sentire male di stomaco e all'intestino durante le feste invernali.
Volendo entrare più nel dettaglio, ricordiamo:

  • la vicinanza tra le feste. Soprattutto gli organismi meno avvezzi alle scorpacciate di cibo ed i soggetti più attenti ad assumere cibi meno calorici, durante l'anno, quando arriva il Natale e la fatidica settimana del gusto (e degli spasmi), soffrono a causa del bombardamento di cibaglie ricche di grassi e super condite.
  • La sindrome da suocera irritabile. La smania di creare il piatto perfetto e di primeggiare tra i fornelli, innesca una vera e propria competizione tra ricette in famiglia, da cui nasce quasi sempre sconfitto il nostro già debole colon.
    La frenesia alimentare dei parenti sotto Natale e a cavallo con l'ultimo giorno dell'anno, non può diventare una scusa per mettere da parte il buon senso e privare le pareti del nostro colon di riposarsi.
    Mentre noi ci godiamo i meritati giorni di vacanza da lavoro, come tradizione, durante l'ultima settimana di Dicembre, il nostro apparato gastrointestinale è costretto ad un lavoro logorante, causa spesso di irritazione e principi di infiammazione.
  • I miracoli del Natale. Sembrerebbe che alla stregua dei re magi e della stella cometa, anche nel nostro tubo digerente, dovrebbe accadere qualcosa di miracoloso e portarci contro ogni legge sartoriale a non aumentare una taglia di pantalone. Fare uno strappo alla regola e concedersi delle abbuffate senza ritegno, sino a scoppiare, sono solo alcune delle scuse lessicali con cui inganniamo il nostro organismo che non vogliamo procurargli del male.
    Eppure il passo verso al malox è breve e la sofferenza che proviamo il giorno dopo questi giorni di feste e di abusi alimentari ci portano ad assumere cure farmacologiche come le fiale di enterogermina.
  • Produci, consuma, lamentati. La macchina del consumo capitalista, in occasione delle feste pilotate come il Natale, vista l'enorme richiesta di beni di consumo e di alimenti, porta i commercianti a compiere delle vere e proprie truffe, di cui, la salute del colon dei consumatori, ne paga spesso le conseguenze.
    Acquistare pesce marcio a Natale o cioccolata scaduta alla Befana è probabile almeno quanto le speranze di trovare un viaggio per il week end dal 30 dicembre al 1 Gennaio 2017, ad un prezzo scontato.

Il miracolo della disintossicazione

Per chi è convinto che con il nuovo anno si possa definitivamente dire addio alle vecchie abitudini alimentari, è il momento che faccia seguire al pensiero, un'azione concreta. Un buon regalo di Natale per la propria salute sarebbe quello di contattarmi e chiedermi maggiori informazioni su come poter detossificare stomaco e intestino in particolare dopo le grandi abbuffate delle festività.


Con il mio supporto troveremo la via e le modalità più semplici ed allo stesso tempo efficaci per aiutarti a curare la tua colite. L'importante è non farsi dominare dallo sconforto dopo i primi timidi tentativi fallimentari di contrastare gli spasmi.
La colite di natale si può curare. Bisognerà però disporre di un piano serio, che solo un naturopata esperto può offrire.


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Colite: cibi da evitare e alimentazione consigliata

La Sindrome del Colon Irritabile, conosciuta anche con il nome di colite, consiste in una infiammazione del colon o di un segmento di esso che si manifesta con sintomi tipici quali dolore e gonfiore addominale, flatulenza, alternanza di stipsi e diarrea.
Il disturbo è più diffuso tra la popolazione femminile e può essere causato o intensificato da fattori esterni come lo stress fisico e psicologico, l’ansia, la depressione e uno stile di vita scorretto, che include un regime alimentare sbagliato e la mancanza di attività fisica (la sedentarietà non giova al benessere del nostro intestino).

Così come accade per qualsiasi patologia riferibile all’apparato digerente, anche la colite è strettamente correlata al tipo di alimentazione seguita, che a seconda della sua adeguatezza o meno, contribuisce in modo significativo ad un miglioramento o ad un peggioramento dei sintomi ad essa correlati.

cibo genuino per colite
Esistono dei cibi proibiti in caso di colite?

La risposta è sì: alcuni alimenti sono fortemente sconsigliati quando si è affetti dalla Sindrome del Colon Irritabile.
Entriamo quindi nello specifico e vediamo quali sono.
La crusca, tanto per cominciare, è certamente una vivanda in sé salutare e benefica, ma la sua fibra potrebbe aggravare la situazione in caso di colite ed andrebbe pertanto evitata, soprattutto nei momenti in cui essa si accompagna a diarrea. Da elimitare completamente dalla dieta, specie quando si è sportivi.

Allo stesso modo dovrebbero essere banditi tutti i dolci raffinati, troppo farciti ed elaborati (torte, pasticcini, gelati, ma anche panna e marmellata), gli insaccati, i condimenti grassi e difficili da digerire (burro, margarine, lardo, strutto ecc.), i fritti, le salse (senape, maionese, ketchup ecc.) e tutte le bevande che contengono caffeina (tè, caffè, cola). Meglio fare a meno di qualche zuccheroso boccone che lamentarsi successivamente per spasmi di grande intensità, impossibili da arginare con una semplice borsa dell’acqua calda.
Out anche le bibite gassate, gli alcolici ed i superalcolici, dal forte potere irritante e dannosi sotto ogni punto di vista. Occorre proibire all’organismo di ottenere questi cibi o si rischia davvero il tracollo. Cerchiamo di voltare pagina e preparare un’ottima tisana alla malva, potendo contare leva sul loro potere antinfiammatorio.

bibite gassate e colite
Ci sono poi alimenti per molti insospettabili e che invece potrebbero acuire fortemente i disturbi di tipo colitico. La lista dei cibi cattivi non è ancora finita. La scuola di lezione nutrizionale va seguita sino in fondo se lo scopo è ristabilire la propria salute fisica.
Tra questi cibi negativi citiamo il brodo di carne, i dadi e i dolcificanti come il mannitolo ed il sorbitolo, presenti nei prodotti senza zucchero (come le caramelle, i chewingum ecc.).
Sicuramente più evidente invece, l’effetto negativo che potrebbe causare l’assunzione di spezie come il pepe, la paprika, il curry e il peperoncino, dal noto effetto irritante sulle mucose intestinali e quindi da non mangiare in caso di colite.

Se i cibi finora elencati non dovrebbero mai o quasi mai comparire sulla tavola di chi soffre di Sindrome del Colon Irritabile, ve ne sono altri che invece, fortunatamente, sono vivamente consigliati e che, se consumati con regolarità, possono efficacemente contribuire ad un miglioramento dello stato intestinale e delle generali condizioni dell’organismo.

I migliori cibi per i colitici

Annoveriamo in primis frutta e verdura, con particolare attenzione ai limoni, disinfettanti naturali, ed ai kiwi freschi, regolarizzatori delle funzioni intestinali, e poi i formaggi stagionati (ottimo il Grana Padano), le carni bianche e magre, ma anche il vitello ed il manzo, lo yogurt o il kefir, quest’ultimo in particolare, per la capacità di supporto nel ripristino della flora batterica, in genere alterata in caso di colite, il pesce (preferibilmente fresco, azzurro e di piccola taglia fresco), il pane (di qualsiasi tipo, a parte quello bianco), la pasta e il riso.

colite cosa mangiare
Tutti questi alimenti vanno masticati di buon grado e qualora ci fosse qualcuno non di vostro gradimento, meglio abituare il palato con piccole dosi o provare quella pietanza, proposta in un’altra ricetta, prima di mettere una pietra sopra quel cibo e in un certo senso, anche sul vostro stomaco.
E’ importante anche proibire alla vostra mente di ridurre le speranze di guarigione. Fate quindi uno sforzo di volontà e abituate il corpo a mangiare nuovi cibi che prima non assumevate. Se partite dal presupposto che questi alimenti rientrano tra i migliori cibi per la colite e potrebbero rivelarsi davvero utili a risolvere positivamente il colon debole di cui soffrite, vedrete che tutto sarà più facile.
Non fate i capricciosi e seguite i consigli del nostro dietologo dell’intestino.


Si tratta di suggerimenti di cui i più grandi esperti del settore nutrizione hanno già parlato, come nel caso del dottor Longo, di cui abbiamo parlato in un altro articolo, relativo agli effetti benevoli legati al digiuno.

Altamente consigliato anche il consumo giornaliero di almeno 1,5 litri di acqua oligominerale.


Infine, una raccomandazione di fondamentale importanza per chi è costretto a convivere con i sintomi fastidiosissimi della colite: attenzione non solo a ciò che mangiate, ma anche a come lo mangiate.
Questo vuol dire che i pasti devono essere regolari e che il cibo va ingerito senza fretta, in quanto masticare lentamente è il primo passo per una digestione sana e dai giusti ritmi dettati dalla natura; evitare di fumare inoltre, maggiormente durante il pranzo e la cena, velocizza significativamente la guarigione.


Come si manifesta la colite

Tutti, più o meno, sappiamo cos'è la colite, una dicitura che descrive meglio l'insieme di sintomi con cui questo disturbo, assai diffuso tra la popolazione sia maschile che femminile, si manifesta.

In questa sede vogliamo porre l'accento proprio su tale aspetto, ovvero sui sintomi più comuni della colite, su come accorgersi di esserne affetti e di come si arriva ad una diagnosi certa della stessa.
In tante occasioni alcuni pazienti credono di essere afflitti da coliti solo perchè ignorano, di fatto, come si può manifestare.

sintomi colite
Per quanto reversibile e assolutamente non responsabile di complicazioni gravi come, ad esempio, il cancro al colon, la Sindrome del colon irritabile è un disturbo fastidioso, che a volte, soprattutto nei momenti in cui si trova in fase acuta, può seriamente compromettere le attività quotidiane, rapporti sociali e in alcuni casi anche la produttività lavorativa.

Avendo già accennato a come si manifesta un tumore al colon e come distinguerlo dalla colite, in questo articolo informativo ci occuperemo di altro.

Con quale "biglietto da visita" la colite entra nella vita di una persona?

La maggior parte delle persone affette da questa patologia lamenta stipsi o diarrea (in genere alternate), dolori e crampi all'addome che in genere diminuiscono con la defecazione e/o con l'esplulsione dei gas intestinali.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi certi più frequenti sono: un gonfiore all'addome piuttosto pronunciato, flatulenza, presenza di abbondante muco nelle feci (che, specie se accompagnato da febbre, indica spesso un'infezione locale, da curare il prima possibile).

Tuttavia c'è un piccolo particolare a livello di diagnosi, che quando si parla di disturbi dell'intestino non andrebbe mai sottovalutato. L'insieme dei sintomi sopra descritti, sebbene accompagnino praticamente ogni caso di colite ulcerosa, non sono esclusivi di tale malattia, ma possono invece essere correlati ad altri stati morbosi.
Da questa considerazione nasce la difficoltà di giungere ad un quadro diagnostico certo, che invece potrà arrivare soltanto dopo che il medico o terapeuta, attraverso un'accurata anamnesi e gli esami del caso, riuscirà ad escludere eventuali altre patologie.

Per questa ragione il naturopata Lombardi pone l'accento sull'importanza di un'anamnesi accurata e fatta a 360°, in modo tale da poter elargire in seguito, oltre ai consigli dietetici per una soluzione permanente dall'irritazione intestinale, anche una terapia continuativa, mediante visite online.


Ma il soggetto, prima ancora di recarsi dal dottore, può capire di essere affetto proprio da colite?

Ci si interroga di frequente su quali siano i segni evidenti ed inequivocabili che permettano di stabilire senza possibilità d'errore se i malesseri che si avvertono siano dovuti alla Sindrome del colon irritabile.
In realtà, non è certo osservando il volto o lo stato esterno di un corpo che sia possibile capire se questa condizione sia presente o meno, ma alcune caratteristiche possono indirizzare la persona e indicare in maniera verosimile se siano i sintomi di una colite o meno.

Ad esempio, la colite non dà dolore durante la notte, ma soltanto nelle ore diurne, pertanto, in caso si venga colpiti da crampi nelle ore notturne, è bene comunicare questa informazione medica al dottore di famiglia o naturopata di fiducia.

Ed ancora: quando le funzioni intestinali, prima più o meno regolari, cambiano repentinamente la modalità con la quale si presentano, ad esempio passando da periodi di forte stitichezza ad altri di continue scariche liquide, è auspicabile non sottovalutare l'evento e invece avvertire tempestivamente il medico.

Sintomi a dir poco evidenti, come gravi anemie, sangue rosso vivo nelle feci, febbre persistente e bruschi cali di peso, dovranno spingere l'individuo a contattare il prima possibile un esperto in materia, perché si tratta di fattori potenzialmente da non sottovalutare.

Anche la mente e le emozioni, come abbiamo visto nel caso di una diarrea emotiva improvvisa, giocano un ruolo significativo nella comparsa della colite, spesso favorita da stati ansiosi prolungati e da pesanti periodi di stress psichico e/o fisico.

stress e colite
Non è una coincidenza se i soggetti nevrotici, gli ansiosi e i depressi, tendono a lamentare quasi sempre, in concomitanza dei loro disturbi, anche la presenza di sintomi intestinali di vario grado ed entità.

Ecco perché, particolarmente in caso di colite, il corretto dialogo fra medico e paziente risulta fondamentale per combattere con le giuste armi questo problema. Una accurata descrizione dei sintomi avvertiti infatti, unita ad un quadro generale del carattere e della personalità del paziente stesso, è il primo fondamentale passo per condurre il dottore verso una giusta diagnosi. Anche questo aspetto è una delle chiavi di successo del P.I.P. (Programma Intensivo Personalizzato).

Eseguiti degli accertamenti specifici, strumentali per escludere la presenza di altre malattie dell'apparato intestinale e dintorni (ulcere, celiachia, calcoli alla colecisti, intolleranze alimentari ecc.), risulterà assai più facile prescrivere una terapia appropriata.

Parlando di come si può manifestare la colite è giusto ricordare la particolare attenzione che dovrebbero avere le donne che soffrono di endometriosi, non a caso molto esposte ai rischi di incorrere nella sindrome del colon irritabile.


enterogermina-colite

Enterogermina per curare la colite

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E' piuttosto noto come il nostro intestino possa essere colpito da virus e batteri. Spesso questi attacchi mirano dritto all'intestino, procurando non pochi problemi, soprattutto nei soggetti di per sè più fragili.
Le donne, ad esempio, provano dolori in concomitanza del ciclo mestruale, in quanto l'intestino risente delle variazioni ormonali e spesso confondono questa condizione con un'infiammazione intestinale o colite.

Le cause alla base di questo disturbo sono molteplici: infezioni di varia origine e natura (pertanto sia batteriche che virali), intossicazioni ed errori alimentari (ad esempio ingestione di determinati cibi o eccessi a tavola), malattie (come la diverticolosi). Non vi è invece alcun tipo di collegamento con la trasformazione della colite in una forma cronica, definita tale in quanto non vi è causa specifica riconosciuta (come accade, ad esempio, per la colite ulcerosa e il morbo di Crohn).

Spesso tuttavia all'origine della coliti più ostinate (così come di altre patologie intestinali) si riscontra la somatizzazione di ansia, nervosismo e stati psicologici alterati.
I sintomi sono costituiti da crampi, irregolarità nell'evacuazione, diarrea (alcune volte accompagnata da sangue e/o muco nelle feci), nausea, qualche linea di febbre e, sebbene raramente, vomito.

Una volta aver visto, per somme linee, cos'è la colite, ora cerchiamo di capire se e in che modo può giovare a tale condizione l'enterogermina.
Tutti la conosciamo: l'enterogermina è un preparato costituito da una sospensione di spore di Bacillus clausii, normalmente presente nell'intestino, privo di potere patogeno.
L'enterogermina quindi, viene usata per favorire il ripristino della flora batterica intestinale alterata per diverse ragioni.
La domanda a questo punto è d'obbligo : essa può essere utile per curare la colite?

La risposta è NI, in quanto quando la suddetta patologia è presente, la flora batterica intestinale è sempre, in un modo o nell'altro, squilibrata.

Perchè l'enterogermina potrebbe essere utile

La flora intestinale, naturalmente presente nell'intestino, rappresenta una barriera fisiologica a difesa dello stesso e dimostra di essere un fattore di guarigione importante per arginare le irritazioni del colon.
Svolge il compito di proteggere l'organismo dall'aggressione di batteri nocivi, ma il suo equilibrio può essere piuttosto facilmente alterato da disordini alimentari, intossicazioni, cure antibiotiche o, semplicemente, da condizioni di forte stress sia fisico che emotivo, con conseguenze negative sulla salute dell'intero organismo.

In caso di colite dunque e di malessere con presenza di diarrea, aumento dell'aria nell'intestino e dolori addominali, una cura a base di Enterogermina può, in effetti, avere una certa utilità.


Questo medicinale, disponibile sotto forma di pratiche fiale oppure di capsule da deglutire con un po' di acqua o di altre bevande (no alcool), ha inoltre il pregio di non poco conto di avere effetti collaterali scarsi o nulli (è sempre bene comunque, prima di assumerla per un determinato periodo di tempo, chiedere un parere al proprio medico curante); il prodotto può essere utilizzato anche in gravidanza e durante l'allattamento, ma sempre previo parere del ginecologo.
Il medicinale antibiotico non modifica la capacità di attenzione e può essere usata anche prima di guidare veicoli.
Affinché il preparato sia realmente efficace, sarebbe opportuno, durante il periodo di trattamento, seguire un regime alimentare equilibrato e sano.

Raramente, durante l'utilizzo di Enterogermina, sono state accertate reazioni allergiche al farmaco come rush cutanei e orticaria ma, se dovesse capitarvi o doveste accorgervi di strani effetti non previsti durante la cura, avvertite immediatamente il vostro medico o il farmacista di turno.
Tenete presente che la colite è un disturbo complesso, di solito conseguente alla presenza di un mix di fattori in grado di scombussolare il delicato meccanismo di funzionamento del nostro apparato digerente e il nostro microbiota intestinale.

Per ripristinare la "normalità" del nostro apparato occorrerà necessariamente agire su più fronti: non avrebbe senso aiutare la flora batterica "buona" a ricostituirsi tramite l'assunzione di Enterogermina o una qualunque altra terapia antibiotica se contemporaneamente continuassimo ad "aggredirla" con alimenti sbagliati, fumo e alcolici. Impariamo quindi a fare delle scelte e capire che oltre il piacere, esiste anche il dovere di difendere il nostro corpo dall'avanzare dell'età.

Perchè l'enterogermina potrebbe non servire a nulla

Perchè fra i tanti probiotici in commercio, risulta dall'esperienza dei pazienti che mi scrivono ogni giorno, forse il prodotto più leggero e meno efficace!
Per l'esattezza, ogni forma di colite, in base all'anamnesi fatta sulla persona, necessita di famiglie batteriche particolari, senza parlare dell'importanza dei probiotici come l'inulina, i quali favoriscono la formazione e sviluppo di nuovi ceppi endogeni sulle mucose intestinali.

Ceppi batterici come Lactobacillus plantarum, bifidobacterium longum e breve, Saccharomyces boulardii, Acidophilus e molti altri, quasi sempre risultano indispensabili per un ripristino integrale del microbiota intestinale.
Fare un lavoro serio sulla flora batterica è ad oggi uno dei sistemi più efficienti per ottenere nel medio lungo periodo una risoluzione duratura e permanente ai problemi di colon irritabile e rettocolite.

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Le coliti peggiori che puoi avere

La principale difficoltà nel curare questa problematica consiste nel fatto che non vi sia un'unica tipologia di colite. Molte persone interessate da questa patologia perseguono il grave errore di seguire le stesse indicazioni, suggerite da altre persone che si dicono "guarite del tutto", sottovalutando il fatto di avere una cartella clinica ben differente da loro.

I sintomi delle coliti
Tante facce dello stesso male
Individuare le specificità del disturbo
La soluzione curativa

La colite: sintomi e cause

La colite è un disturbo che in  Europa colpisce un individuo su cinque. Si tratta di un problema alquanto fastidioso e quando si presenta sono davvero dolori!

Colpisce più le donne che gli uomini ed inizia prima dei 35 anni.

Crampi, gonfiore, stitichezza e diarrea possono mettere in serio rischio il nostro benessere e la nostra serenità. I ricercatori, ad oggi, non hanno ancora scoperto la vera causa della sindrome del colon irritabile, ma secondo la teoria più plausibile, i pazienti che ne soffrono hanno un intestino crasso particolarmente sensibile ad alcuni tipi di cibi e allo stress. Infatti, non dobbiamo assolutamente dimenticare che l'intestino è considerato a suon di studi e ricerche approfondite, un secondo cervello.

intestino secondo cervello
Ecco perché alcuni processi cerebrali come rabbia, forti emozioni, nervosismo e tensioni, si riversano sulla funzionalità dell'intestino.

Altre cause di coliti possono essere dovute, ad esempio, ad un'alterazione della flora intestinale oppure ad una dieta errata.

Come è stato anticipato, i sintomi possono essere diversi, ovvero:

  • nausea
  • dolore addominale
  • meteorismo
  • irregolarità nell'evacuazione
  • sensazione di un forte disagio.

Ovviamente, la sintomatologia può variare da individuo ad individuo. Alcune persone, soffrono di costipazione. In pratica, le feci risultano dure e non solo, delle volte accade che la defecazione si fa più difficile e spesso rara.

Ma ci sono altri soggetti affetti dalla sindrome del colon irritabile che soffrono, altresì, di diarrea. La presenza di sangue nelle feci, la perdita di peso, la febbre, il dolore continuo sono tutti sintomi che non vanno affatto sottovalutati e quindi potrebbero essere indice di altri disturbi.
Dinanzi a queste possibilità, è bene consultare il proprio medico o naturopata quanto prima possibile.

Le tipologie di coliti

Le coliti possono essere distinte in due tipologie, ovvero:

  • coliti primarie;
  • coliti secondarie.

La prima è da rintracciare nel colon; mentre la seconda è provocata da malattie che interessano altri organi.

Le coliti priamrie possono essere suddivise a loro volta in:

Nell'ultima tipologia, generalmente, l'insorgenza è improvvisa ed i sintomi che si avvertono sono diarrea o stipsi, dolori addominali, forti crampi. Si tratta di disturbi acutizzati in un arco temporale molto limitato; mentre le coliti croniche, insorgono come conseguenza delle forme acute.

La colite in sé, non è una patologia grave, ma tuttavia, può compromettere seriamente la qualità di vita di un individuo.

colite sintomi
Colite: diagnosi

Se si pensa di essere affetti dalla sindrome del colon irritabile, allora è necessario recarsi dal medico per eseguire ogni tipologia di accertamento.

Solitamente il dottore di fiducia o lo specialista di turno effettuerà una colonscopia che gli permetterà, tramite apposita strumentazione, di esaminare l'interno del colon.

Questa tipologia di esame verrà eseguita inserendo un piccolo tubicino flessibile nell'ano e con una piccola videocamera le immagini riprese verranno trasferite su uno schermo.

Una valutazione diagnostica non invasiva e preventiva può essere fatta tramite l'iridologia. Mediante una visita iridologica è possibile osservare diverse informazioni sia sul piano fisiologico che su quello psicosomatico della persona.
Dallo stato di salute di stomaco e intestino al livello di disbiosi intestinale, dalla tossiemia organica ad aspetti emotivi non risolti: tutto questo in un unico sguardo. L'iridologia rappresenta uno strumento innovativo per risalire alle cause primarie della tua colite!

iridologia
I rimedi

Come è stato descritto poco fa, la colite può essere dovuta a fattori di stress o ad alimenti errati che non fanno altro che incidere negativamente sul colon, aggravando così i suoi sintomi.

In questi casi, il consiglio è quello di seguire un'alimentazione ricca di acqua e micronutrienti. Ciò di cui abbiamo bisogno è di una dieta per ripulire l'intestino. Ma attenzione, a volte i cibi particolarmente fibrosi, come ad esempio, i cereali integrali ed i vegetali a foglia, possono essere loro stessi la causa dei disturbi.

La fibra, se assunta spesso, potrebbe causare diarrea ed accumulo di aria negli individui che già ne soffrono.

Detto questo, ecco gli alimenti consigliati:

Per prima cosa, è fondamentale prediligere verdura e frutta di stagione. Dal regime alimentare vanno limitati: gli alimenti troppo ricchi di zuccheri, cibi troppo grassi, condimenti pesanti, dolcificanti dietetici, peperoni, pepe, salse piccanti e cibi troppo elaborati.

Inoltre, si rivela fondamentale assumere i cosiddetti “probiotici”, poiché ricchi di batteri “buoni” e capaci di poter rinforzare la flora batterica del colon e offrire un certo rimedio.

In aggiunta, è bene evitare l'assunzione di caffè e di bevande alcoliche, soprattutto se all'origine del problema vi è una componente nervosa.

Per lo stesso discorso, è necessario, altresì, astenersi dal fumo.

Se tutte queste piccole accortezze, non dovessero bastare, allora, in questo caso, bisognerà assolutamente contattare naturopata o terapeuta esperto di fiducia, il quale deciderà se intraprendere o meno una terapia integrativa, necessaria per rimediare ad una condizione che potrebbe degenerare.
Il consiglio che vi lascio è questo: non arrendetevi alla schiavitù dei medicinali, mettete assieme le ultime forze e impegnatevi a seguire con scrupolo un protocollo naturale, che vi permetta di lavorare sulle cause primarie del disturbo, così da ottenere e raggiungere una soluzione permanente e senza effetti collaterali.
La guarigione intestinale può essere più facile di quello che si pensa.


donna con diarrea

Curare in tempo una colite acuta

La colite è una patologia piuttosto diffusa che si può manifestare in due modalità, ovvero in forma acuta e cronica, le cui differenti caratteristiche di fondo impongono per ognuna un approccio diverso e una terapia ben distinta.

Significato dell'attributo "acuta"  
Le cause di questa colite
Come cacciare questo male intestinale

Pur non trattandosi, in nessuno dei due casi, di una patologia grave o a "rischio di vita", non può essere nascosto il fatto che la colite, oltre ad essere fastidiosa, finisca spesso per peggiorare non poco la qualità della vita di chi ne è affetto, sia nella sfera personale e familiare che in quella sociale.

colite sintomi
Giusto quindi indagare a 360° gradi su questo disturbo del colon, proprio come si farebbe per calcolare l'area di un triangolo isoscele, valutando sia che abbia un angolo più acuto di un altro, che altri fattori.
Per fortuna i rimedi della natura non mancano: vediamo cosa fare.

Definizione medica

Nello specifico, cosa si intende per colite acuta?
Quando insorge e con quali sintomi si manifesta questa patologia?
La colite acuta è chiamata così in virtù dei tempi assai ridotti con cui colpisce un individuo.
Questo appellativo sta ad indicare il suo sopraggiungere improvviso (potremmo metaforicamente paragonarla ad un fulmine a ciel sereno), solitamente segnalato da spasmi addominali, forti contrazioni al basso ventre e diarrea oppure stipsi.
Diversi episodi di colite acuta che si susseguono nel tempo possono provocare l'insorgenza, soprattutto se non si interviene in modo tempestivo ed adeguato, di una sua cronicizzazione.

Cause più comuni

Per quanto riguarda le cause del perchè colpisca così velocemente un individuo che sembrava stare in salute, esse sono per lo più ascrivibili a due fattori principali: le abitudini alimentari sbagliate e lo stress, sia fisico che psicologico.
In riferimento alla prima causa riconosciuta, ovvero l'alimentazione, è fin troppo ovvio quanto essa possa incidere in tal senso trattandosi di una patologia intestinale.

Mangiare in modo irregolare e frettoloso, masticare poco e male, nutrirsi principalmente di cibi pesanti e raffinati, abbondare con carni e derivati del latte, con il rallentamento e la maggior difficoltà della digestione che ne consegue, bere poca acqua, seguire una dieta quotidiana povera di fibre, frutta e verdura, sono tutte cattive abitudini che, nel lungo periodo, possono condurre il soggetto a soffrire di colite e spasmi improvvisi.

intolleranza a lievito
Ciò non vuol dire che il fattore psicologico non sia altrettanto rilevante o influente per quel che concerne il manifestarsi della problematica. Si consideri come ansia, nervosismo, prolungato stress fisico e/o psichico, rappresentano tutte condizioni piuttosto comuni che si riscontrano nella maggior parte dei soggetti colitici e possano accelerare il corso della malattia.

Naturali alterazioni ormonali verificatesi immediatamente prima o durante le mestruazioni, favorirebbero la comparsa di episodi di colite acuta nelle donne.
Molti ricercatori hanno dimostrato inoltre come a provocarla possono essere anche infezioni parassitarie di varia natura, la cui origine andrebbe sempre indagata da un medico specialista d'intestino o un naturopata esperto.

I sintomi con cui la colite in fase acuta si presenta sono molteplici e, in genere, facilmente riconoscibili.
Fra questi, i principali consistono in:

  • nausea
  • formazione ed emissione di gas
  • gonfiore addominale
  • dolore nella zona gastrointestinale e anale
  • difficoltà di deglutizione
  • diarrea o stitichezza.

Tempistiche di guarigione e rimedi naturali

Ma come si guarisce da una colite acuta?
Quali sono i migliori rimedi naturali e le terapie più efficaci per liberarsene?
Poiché, come abbiamo visto, essa dipende quasi sempre da abitudini scorrette, è principalmente su queste che bisogna intervenire.

Il primo fondamentale passo da compiere è quello di seguire ogni giorno una dieta equilibrata, che apporti il giusto contenuto di fibre, vitamine e minerali.
Partendo da questo presupposto, si intuisce come sia assolutamente raccomandabile un più equilibrato consumo di frutta, verdura ed alimenti ricchi di fibre, cibi che in una forte e intensa fase acuta dovrebbero essere eliminati (le fibre in particolare potrebbero acuire l'irritazione delle mucose).

Per ridurre i sintomi della nostra colite ricordiamoci di agevolare la digestione (che comincia dalla bocca) e per fare questo è davvero necessario masticare bene e a lungo ogni boccone di cibo.

acqua e colite
Inoltre non dimentichiamoci mai di lasciare il giusto spazio all'acqua, necessaria per idratare l'organismo e favorire la depurazione dell'intestino e il suo corretto funzionamento. Non mi stancherò mai di ripetere come l'acqua aumenti la motilità intestinale oltre a rendere le feci più morbide e facili da espellere.
Non è un caso se consiglio ai miei pazienti che soffrono di colite in forma acuta, di bere almeno 2 litri nell'arco della giornata, soprattutto nel periodo estivo, quando è più facile perdere la corretta idratazione.

Dalle ultimissime ricerche in ambito medico e sperimentazioni cliniche è ormai noto e dimostrato come un microbiota intestinale sano ed equilibrato sia il modo migliore per prevenire e curare forme di colite, sindrome da colon irritabile e rettocolite ulcerosa (RCU).


Favorire periodicamente il popolamento dei batteri “buoni” tramite il ricorso a prebiotici (sostanze che apportano il nutrimento necessario ai microrganismi benefici ospiti dell’intestino) e probiotici (comunemente noti come fermenti lattici) è la strategia migliore che possiamo mettere in atto per una risoluzione efficace e duratura da qualsiasi forma di colite.

Per quanto riguarda i tempi di recupero e di superamento dei dolori, seguendo il Programma Intensivo Personalizzato di ColiteAddio, è davvero possibile ottenere benefici permanenti in sole 4 settimane, a patto di seguire adeguatamente le indicazioni.


Se alla base della colite vi è soprattutto lo stress, fisico o psicologico, si considera come sia indispensabile cercare di arginarlo al massimo, anche attraverso l'utilizzo di tecniche e pratiche rilassanti (Yoga, training autogeno, meditazione, passeggiate in natura), una migliore gestione dello stress e, all'occorrenza e sempre sotto controllo professionale, l'utilizzo di integratori con proprietà rilassanti su apparato digerente e sistema nervoso centrale.

L’intestino, ricco di cellule nervose, è in comunicazione diretta con il cervello. Riuscire a rasserenare i pensieri e a controllare lo stress aiuta di riflesso anche le funzioni digestive.
In questo video spiego bene il nesso tra cervello e intestino..

L'attività fisica, specie se moderata e costante, si rivela anch'essa un'ottima arma per combattere la colite, sia perché favorisce la regolarità intestinale, sia come naturale ed eccellente antistress.
In pratica, adottare uno stile di vita sano è sicuramente lo scudo più efficace per contrastare la colite in forma acuta.


colite-cistite

Il nesso colite cistite

colite-cistite

La colite, una patologia diffusa e multiforme, viene definita come un'infiammazione del colon (un tratto dell'intestino) dovuta ad infezioni da virus o batteri, o fcause secondarie legate a stress, disbiosi, intolleranze e cattiva alimentazione.

Mentre la cistite è l'infiammazione acuta o cronica, in genere di natura infettiva, della vescica urinaria, favorita dal ristagno di urina.
Nella maggior parte dei casi, la cistite è riconducibile ad infezioni batteriche da Escherichia coli, in un minor numero di casi è dovuta ad altri batteri come Proteus, Klebisella, Pseudomonas, Staphylococcus saprophiticus e Staphylococcus aureus.

Ma colite e cistite possono essere collegate?
Può l'una causare più frequentemente l'altra o i due disturbi non hanno alcuna correlazione fra loro?
Cerchiamo di scoprirlo.

Ebbene, colite e cistite possono non di rado essere in relazione fra loro soprattutto nelle donne, tra le quali si riscontra spesso un'associazione fra i due disturbi in larga misura per ragioni anatomiche, in quanto nel sesso femminile apparato urinario e ano sono situati a pochissima distanza l'uno dall'altro ed è quindi più facile che si verifichi una contaminazione di batteri dall'intestino alla vagina.

cistite donna cause
In pratica i batteri fecali, passando dall'ano alla vagina, risalendo attraverso l'uretra arrivano alla vescica, provocando i tipici sintomi irritativi della cistite, ovvero aumento transitorio o permanente del numero delle minzioni nelle 24 ore (pollachiuria), difficoltà nell'urinare (disuria), bruciore o dolore durante la minzione (stranguria), tenesmo vescicale, urine torbide e a volte maleodoranti, presenza di sangue nelle urine (ematuria).
Non a caso si tratta di un'evenienza più probabile quando la donna è affetta da diarrea.
La maggior distanza tra apparato urinario e ano negli uomini, fa sì che essi siano solo raramente soggetti a soffrire di cistite e malesseri urinari in genere.

Oltre alla suddetta motivazione strutturale, alla base del temuto connubio colite-cistite c'è anche un altro fattore, affatto trascurabile: l'uso (e abuso) di antibiotici per curare la cistite.
Poiché tale affezione causa notevoli disagi ed un continuo fastidio che finisce per compromettere sensibilmente le attività quotidiane, non di rado per curarsi e con l'intento di guarire in fretta, si ricorre ad un utilizzo improprio degli antibiotici, i quali, "uccidendo" i batteri buoni e lasciando che quelli "cattivi" proliferino prendendo il sopravvento, comportano il dannoso effetto di alterare la flora batterica intestinale.

disbiosi e cistite
A questo punto è facile che disturbi addominali di vario genere si uniscano a quelli propri della cistite, senza contare che una flora batterica intestinale squilibrata comporta anche un maggior rischio di attacchi fungini (in particolare la candidosi).

Ma questo cosa significa, che gli antibiotici contro la cistite non dovrebbero essere assunti?
Ovviamente no, ma di sicuro dovrebbero essere presi solo in caso di reale bisogno e previa prescrizione medica, mentre per cistiti o simil cistiti non gravi potrebbe bastare qualche rimedio naturale unito ad opportune norme igieniche ed alimentari.

In questi casi risulta essere molto efficace l'assunzione di integratori a base di cranberry (mirtillo palustre), mirtillo rosso e uva ursina (chiedere sempre prima il parere di un naturopata, poiché nessuna pianta o erba è esente da possibili effetti indesiderati), da affiancare ad una alimentazione che privilegi alimenti freschi accompagnati da molta acqua naturale (almeno due litri al giorno) a discapito di quelli pesanti, speziati, grassi e conservati (no ad insaccati, dolci elaborati, pepe e peperoncino, formaggi stagionati, carne rossa ecc.), mentre l'igiene intima dovrebbe essere praticata con un detergente delicato e non più di una volta al giorno.
Solo in caso di fallimento delle suddette indicazioni e dopo una visita medica, si può passare ad un antibiotico vero e proprio per curare la cistite

Come si può vedere dunque, un collegamento fra colite e cistite, in particolare nella popolazione femminile, è tutt'altro che raro, ma entrambe le patologie, anche qualora si presentassero insieme, possono essere arginate e curate con l'ottemperanza di alcune sane abitudini (le stesse che costituiscono uno dei modi migliori per prevenirle), efficaci rimedi naturali ed eventualmente, le opportune terapie mediche e farmacologiche.


colite-eosinofila

Conoscere la colite eosinofila

colite-eosinofilaI sintomi della colite eosinofila
La cura migliore
Curale la colite con il cibo giusto

Si definisce colite eosinofila una condizione caratterizzata dalla presenza di un numero troppo elevato di eosinofili, un tipo di globuli bianchi che si associa alle allergie, nell'intestino crasso.

Chiariamo fin da subito che una vera e propria cura medica ufficiale per sconfiggere totalmente la colite eosinofila per il momento non è dichiarata, ma è possibile per fortuna combatterne e ridurne significativamente i sintomi attraverso l'adesione ad un regime alimentare specifico.
In pratica, eliminare determinati cibi dalla propria dieta quotidiana e indrodurre il più possibile solo quelli giusti, permette a chi è affetto da colite eosinofila di ritrovare il controllo della propria vita, senza che si debba essere costretti a subire il forte e negativo condizionamento che questa patologia altrimenti comporterebbe.

Quali sono i sintomi caratteristici di tale tipologia di colite?

Essa si manifesta con nausea, eccessiva ed apparentemente inspiegabile perdita di peso corporeo, appetito sensibilmente ridotto, presenza di sangue nelle feci e a volte anche con disturbi del sonno.
Può colpire sia bambini che adulti e la causa, come prima accennato e come avviene per ogni malattia "eosinofila", è imputabile alla presenza di numerosi eosinofili (globuli bianchi) in una determinata parte del corpo, in questo caso nel crasso.

La giusta cura

Abbiamo già detto che una una cura medica ad hoc per la colite eosinofila per il momento non esiste, ma adottando un certo tipo di dieta, è possibile ridurre sia la frequenza che l'intensità dei sintomi, e non è poco.
Il principio alla base della suddetta dieta è l'eliminazione pressoché totale degli alimenti cosiddetti "di innesco", ovvero in grado di scatenare gli attacchi, quindi quelli ai quali l'individuo è allergico o intollerante oppure che sembrano procurare fastidi subito dopo il loro consumo.

La dieta per guarire dalla colite eosinofila

Vediamo quindi in cosa consiste, nel concreto, il regime alimentare anti-colite eosinofila.
La stragrande maggioranza degli esperti è concorde nel considerare il lattosio tra i più comuni e frequenti cibi "di innesco", pertanto bisognerebbe limitare il più possibile il consumo dei prodotti lattiero -caseari, preferendo invece le fibre, delle quali si consiglia un'assunzione pari all'incirca a 20/30 grammi al giorno suddivisi tra fonti solubili e insolubili; sconsigliati anche cavolo, broccoli, peperoni, lenticchie, piselli e legumi in genere in quanto provocano la formazione di gas.

In generale, è stato appurato che fare pasti frequenti riducendo contemporaneamente la quantità del cibo introdotto nell'organismo, può aiutare a ridurre i sintomi di questo tipo di colite.

Ultimi suggerimenti alimentari
Quelli appena elencati, seppur validi, sono consigli generali, ma poiché ogni individuo è a sé e quindi ha caratteristiche ed esigenze proprie, ogni persona affetta da colite di tipo eosinofila dovrebbe cercare di individuare con precisione i cibi "di innesco" che lo riguardano.

Può servire, in proposito, tenere un resoconto alimentare per almeno un paio di mesi in cui annotare cosa si mangia e cosa dà fastidio dopo averlo ingerito, o, ancora meglio, farsi accompagnare nella ricerca da un medico, che potrà far eseguire test alimentari specifici prima di approntare la terapia alimentare più appropriata e, si spera, risolutiva.

Un discorso a parte merita, infine, l'olio di pesce: recenti studi su esseri umani e animali hanno dimostrato che un suo consumo calibrato e costante può contribuire ad alleviare i sintomi della colite eosinofila. Nulla a che vedere con le abbuffate di pesce a capodanno, potenziali fonti d'intossicazione.
Pertanto ogni paziente potrebbe trarre grande giovamento da una supplementazione giornaliera con olio di pesce ricco di omega3, ma per vedere se questa prescrizione sia valida nel vostro caso ed, eventualmente, stabilirne la posologia ottimale, è necessario farsi consigliare da un medico naturopata.