scorreggione-carnevaleCon l’arrivo delle feste carnevalesche è giusto che l’attenzione verso quello che mangiamo non diminuisca. Il rischio che l’entusiasmo verso questa festività così allegra rappresenti un pericolo per la nostra dieta anti colite è molto alto, considerate le svariate tentazioni culinarie tipiche di questo periodo. Meglio fare chiarezza su quelli che sono i dolci e i pasti tipici di carnevale che possiamo mangiare e quelli da cui è meglio rinunciare, se teniamo alla salute del nostro intestino. La frittura, tipica delle meraviglie della tavola imbandita per carnevale, è la nemica per eccellenza di un colon soggetto ad infiammazione. Imparare a rinunciare a qualche gustosissima prelibatezza di Febbraio, ci renderà più forti e sicuri di affrontare con successo la nostra cura contro la sindrome del colon irritabile.
In questo articolo si cercherà di dare un giudizio su quelli che sono i cibi velenosi per il nostro intestino un po’ deboluccio, classificandoli a seconda della regione di provenienza.
Le maschere di una colite possono essere tante, ognuna con sfaccettature differenti. Seppure consci di come i sintomi e il trattamento varino da paziente a paziente, restiamo ugualmente convinti di come il benessere parta da quello che introduciamo nella nostra bocca.
Come abbiamo dato spazio al cenone di Natale e alla scelta di un menù tollerabile per la nostra condizione intestinale, vediamo che pasti possiamo salvare quando arriva il tempo di fialette puzzolenti e di maschere di arlecchino.

La cucina regionale del Lazio

Castagnole; decisamente pesanti da digerire. La frittura della pastella e la difficoltà nel cuocere bene la crema all’interno, rendono questo dolce davvero ostile per la cura della nostra colite. Il minimo che possiamo fare, se non vogliamo emettere fialette maleodoranti dal nostro retto, è rimanere lontani anni luce. La lucentezza della frittura diventa uno specchietto per le allodole e tutti i golosi in ascolto. Se vogliamo capire come curare la colite con ottimi risultati dovremmo imparare a rinunciarvi. La terapia contro la colite non è uno scherzo, neanche a carnevale.

Frappe o come le chiamano in Campania e Puglia chiacchere. Risultano certamente più leggere delle castagnole, ma non rappresentano di sicuro un toccasana per le pareti gastriche. Non lasciatevi ingannare dalla tenerezza dello zucchero a velo, perchè ancora una volta il nemico sarà legato all’ossidazione dell’olio di frittura, usato nella preparazione di questi dolcetti tipici della cucina di carnevale laziale. Per migliorare un po’ la situazione si dovrebbe avere l’accortezza di passare un tovagliolo e cercare di togliere parte dell’olio usato nella cottura. Se la vostra irritazione non è acuta, potrete mangiare sino a 5 chiacchere, senza problema. Il resto poi sono chiacchere al vento.

Carnevale in Campania

Tra frittata di bucatini e parmigiana con pancetta e macinato c’è davvero poco da salvare sotto al Vesuvio. Se non vogliamo far eruttare il nostro tubo intestinale ed espellere i cibi sotto forma di feci liquide, servirà un occhio di riguardo quando ci invitano a cena durante le festività di carnevale. Pantalone e Pulcinella possono tendere dei tranelli non da poco alla nostra colite e se non vogliamo trascorrere Marzo sul letto del dottor Balanzone a Bologna, tanto vale cercare piatti “meno impegnativi”. La scelta è dura, perchè a Napoli il rapporto uomo-forchetta si fa serio e cercare pietanze facilmente digeribili è più difficile che farsi dare 100 euro da uno sconosciuto.

Hot Toscana

A quanto pare la tendenza a piatti molto calorici, a base di carne, non fa parte solo della tradizione carnevalesca del sud Italia, visto il menù proposto nella verde Toscana in queste settimane, in cui trionfano i coriandoli sulle strade di Firenze e soprattutto Viareggio, capoluogo della festa, in questa regione. Optare per pappardelle di coniglio, forse è il male è il male minore per un apparato gastrointestinale malconcio. Il confronto con l’arista di maiale fritta o i fegatini con uova è indecoroso. Qualsiasi dietologo con un po’ di sale in zucca, consiglierebbe di restare fuori dai confini della Toscana, sino a quando il carnevale non sia concluso e con esso anche le schiere di bambini che giocano con le bombolette spray che riproducono la neve.

Il tavoliere a tavola

Qualcosa del pranzo di carnevale in Puglia invece si può salvare. Dipenderà dal nostro buon senso e amore verso la nostra flora batterica il fatto di preparare l’impasto delle melanzane con qualcosa che non leda troppo all’infiammazione in corso. La cottura al formo renderà più leggero il tutto e scegliere ingredienti come tonno fresco e latte di soia, anziché salsiccia tritata e latte intero potrà ridurre il costo di un pranzo con amici e parenti, in un clima quasi primaverile.
Le ottime temperature ambientali di questo carnevale pugliese però non devono farci perdere di vista l’obiettivo di guarigione, pertanto non esagerate mai con le porzioni, anche nel caso in cui la cuoca è stata particolarmente brava.

Dire no a tutte queste delizie è dura ma diventa fondamentale se non vogliamo che il Carnevale ci faccia brutti scherzi intestinali..