Il latte fa bene o male?Come vengono alimentate le mucche da latte? Perchè il latte vaccino diventa poco “naturale

Per avere subito un’idea di quello che noi consideriamo “naturale” basterebbe pensare alla durata media di una mucca che vive all’aria aperta, pascolando libera e felice. Analisi e studi attinenti hanno dimostrato come la vita media di un esemplare vaccino che vive in “cattività” sia di ben 20 anni.
Sapete che età invece raggiunge in media una mucca allevata nella stalla e pronta a produrre quel prezioso latte che noi tanto decantiamo e tanto apprezziamo?
Bene, un capo il stalla vive circa 5 o 6 anni.
Costretti a produrre latte a ritmi intensissimi, per la felicità di un mercato che crede di bere una bibita genuina, solo il 25% degli animali che vive in una stalla, in condizioni di allevamento intensivo, riesce a raggiungere sette anni d’età.

Altro dato sconcertante che dovrebbe far riflettere sulla qualità della nostra alimentazione e sulle nostre convinzioni sui cibi che consideriamo genuini. Si pensi ad esempio a quella che dovrebbe essere la dieta naturale delle mucche, ovvero l’erba da pascolo.
Avete per caso idea di che cosa somministrino a questi splendidi animali erbivori durante l’allevamento industriale?
Solo erbaggi spazzatura, rifiuti non solidi tritati, letame e feci animali, residui intestinali provenienti dalla macellazione di altri animali. Una cosa terribile, da far venire mal di stomaco solo a pensarci!! In sostanza, a livello industriale si stravolge completamente l’alimentazione di un animale che mangia erba, inserendo la dieta delle mucche con sostanze di origine carnea e organica, provocando conseguenze terribili in primis all’animale e in maniera indiretta anche a chi ne mangerà successivamente le sue carni.

Oltre alle conseguenze più comuni connesse con l’allevamento in batteria, dovute alla mancanza di movimento e di ruminare, alle mastiti mammellari che rendono impossibile l’allattamento dei vitelli, esistono problematiche ben peggiori. In condizioni estreme il bestiame soggetto ad allevamento intensivo in batteria può raggiungere un pessimo stato di salute indicato con il nome di “pazzia”. Il fenomeno conosciuto sotto l’etichetta di “mucca pazza” ne è una tristissima realtà. Ecco perchè la carne vaccina, il latte e tutti i suoi derivati possono provocare malattie intestinali come la colite.

Per questa ragione i cittadini occidentali, così visceralmente dipendenti dal “latte a colazione” e dal bicchiere di latte caldo d’inverno prima di riposare si trovano spesso a curare coliti e ad interrogare un gastroenterologo o un nutrizionista per risolvere problemi al colon.
Dillo al tuo intestino tenue: il latte fa male.

Ebbene sì, impopolare o difficile da..digerire, ma è proprio così. Da quando si è imposto il sistema dei mangimi artificiali, antibiotici ed altre sostanze nocive negli allevamenti, il latte ha definitivamente perso i valori nutritivi di un tempo, ed è diventato un alimento non salutare.
Stesso discorso pure per i formaggi e tutti i derivati del latte di mucca. Piccola precisazione per chiunque voglia attuare una corretta prevenzione per la colite e impostare una dieta sana ed equilibrata: i prodotti con latte di capra sono da preferire rispetto quelli di mucca.
Difficile rompere convinzioni alimentari tanto radicate, me ne rendo conto. Ma se si vuole davvero curare la colite o prendersi cura della propria pancia bisogna fare delle scelte ben precise a tavola.
Anche perchè, sfatiamo un altro mito: il latte e i formaggi che troviamo in commercio non sono di certo prodotti di alto valore nutritivo. A causa del processo di pastorizzazione il latte cosiddetto “fresco” vale ben poco, e il latte sterilizzato di lunga conservazione non ha alcun valore nutritivo.

Trattasi quindi di cibi da evitare in una dieta anti colite o comunque in tutti quei casi in cui si ricercano alimenti sani e cibi che migliorino la propria salute.
Si considera ad esempio come i latticini abbiano effetti di accumulo su tutti gli organi ed in particolar modo (essendo derivati dal latte, prodotto delle ghiandole mammarie) tendono a concentrarsi maggiormente nel tessuto ghiandolare umano ed in particolar modo, negli organi destinati alla riproduzione. E’ per questo motivo che gli organi più colpiti risultano essere proprio: il seno, l’utero, le ovaie, la prostata, la tiroide, le cavità nasali, l’ipofisi, la coclea dell’orecchio e la zona cerebrale attorno al mesencefalo.
Raffreddori da fieno e problemi auditivi colpiscono molti consumatori di latte e latticini, mentre, se l’accumulo avviene nei reni o nella, vescicola biliare, si possono formare calcoli.
Spesso non desta nemmeno caso a questo aspetto ma, specie nei casi di raffreddori allergici, smettere completamente di consumare quotidianamente il latte e i derivati porterebbe a rapidi e notevoli benefici fisici e mentali.
Ma in particolare le donne, ancor più degli uomini, dovrebbero ridurre drasticamente o, per meglio dire, eliminare completamente latte, formaggi, panna e burro dal proprio regime alimentare.
Questo perché tutti questi cibi, per le ragioni sopra elencate, favoriscono perdite vaginali, cisti ovariche e al seno, fibromi, tumori alla mammella e all’utero. Non solo colite, insomma. Riflettete.
Come dimostrato da una ricerca condotta dalla prestigiosa Colombia University è l’estradiolo, l’ormone presente nel latte vaccino che consente ai vitelli una rapida crescita fisica, ad accelerare l’ingrandimento conseguente di noduli e cisti nell’uomo, ma soprattutto nelle donne. Fu proprio attraverso lo studio di 1500 donne che presentavano tutte noduli benigni al seno che risultò come si trattasse sempre di grandi consumatrici di formaggi e altri derivati dal latte. La cura poi avvenne semplicemente eliminando questi prodotti dalla loro dieta, soluzione che permise all’85% di queste donne che presentavano noduli di guarire completamente in tempi piuttosto ridotti.

Altro aspetto da considerare riguarda il cosiddetto “bilancio del calcio“. Secondo questa teoria alimentare bisogne che il calcio assunto attraverso l’assunzione di cibi sia maggiore di quello perso. Il bilancio del calcio sostiene infatti che, se questo bilancio è negativo, vi andrebbe incontro all’osteoporosi.
Ok. Ma come spiegare quello che avviene nel Mondo a tutte le latitudini, conseguentemente all’assunzione di latte e derivati di esso?

Come spiegare perchè nelle popolazioni che consumano molto latte l’incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre diviene una rarità nei paesi dove non si beve latte?
Basti citare il caso degli esquimesi, popolo che assume oltre 2.000 mg di calcio al giorno, che vivono il un territorio in cui l’osteoporosi dilaga.

Come non parlare quindi dell’acidosi del Ph
Vari studi, tra i quali quello portato avanti dalla Harvard Nurses’ Health Study, hanno visto seguire clinicamente oltre 75.000 donne per oltre dodici anni, dimostrando come l’aumento del consumo di latticini fosse collegato ad un rischio di fratture più elevato.

Come donare calcio al corpo senza mangiare latticini?

Lungi da me l’idea che il calcio non serva all’organismo! Nessuno ha mai detto questo. Il Calcio è necessario per la propagazione degli impulsi nervosi, la salute delle ossa e denti e la regolazione del battito cardiaco. Quello che fa male è il latte che noi consideriamo “fresco” e quei formaggi e latticini che provengono da vacche costrette ad una vita non all’aria aperta.

Il calcio fa benissimo all’uomo e al suo sistema immunitario. Questa sostanza equilibra il sistema nervoso ed interviene nell’attività ritmica del cuore. Una regolare assimilazione di calcio da parte del corpo può ridurre: carie dentarie, crampi alle gambe, problemi connessi con unghie fragili, irritabilità intestinali, colite e alcune forme di mal di testa. L’assimilazione di questo prezioso elemento è controllato dalla ghiandole endocrine. L’uomo moderno, che ha cura della sua salute intestinale è capace di ricavare tutto il calcio che gli è necessario da una dieta sana e naturale.

Il nocciolo della questione, in definitiva, non è su interrogarsi su quale sia il modo di aumentare la quantità di calcio assunta, ma piuttosto su quello che il calcio trattiene o porta via.
Il calcio è facile da trovare, visto che è presente quasi in tutti i cibi che crescono sulla terra. Essi forniscono facilmente sufficienti quantità di calcio per far fronte alle richieste sia dei bambini in fase di crescita che degli adulti. Anche le piante infatti assorbono il calcio dal terreno, incorporando la sostanza nella loro struttura. Sono puoi gli animali che mangiano queste piante ad assorbire in maniera indiretta il calcio. Anche la nostra amata mucca si procura il calcio nella stessa maniera.
Ragion per cui, per garantire l’apporto giornaliero di calcio sufficiente al proprio organismo, basterà consumare: cereali, frutta fresca, noci e semi crudi, frutta secca e verdura (crucifere come la verza, o a foglia verde scuro), germe di grano.
Allo stesso modo, mi sento di dare un consiglio, ma anche un avvertimento: attenzione all’aceto e ai sottaceti. Trattasi di pericolosi nemici del calcio e vanno consumati con molta cautela in una dieta sana anti colite e problemi di stomaco.
In caso di necessità, per dare all’organismo la giusta quantità di calcio, si potrà sempre preparare un decotto di equiseto, facendolo bollire lentamente per almeno 12 minuti.

Trasmutazione del Calcio con cibi vegetali

Il nostro sangue deve contenere Sodio e Calcio in abbondanza perché, secondo la mia esperienza un sangue sano contiene più Sodio e Calcio di uno malato. Non ritengo giusto tuttavia raccomandare di inserire il latte nelle diete, giustificando questa scelta, con l’intenzione di fornire più calcio all’organismo.
Convinzione molto diffusa (ma anche piuttosto semplicistica..) è che mentre il Sodio e Calcio sono elementi provenienti principalmente da cibi animali, invece Potassio e Magnesio sono elementi che derivano principalmente dai cibi vegetali.
Quello che però andrebbe considerato è l’esistenza di una teoria tanto semplice quanto affascinante, che spiegherebbe perchè le mucche e molti altri mammiferi che mangiano solo erba, dimostrano una struttura ossea molto sviluppata. Questa è la teoria della trasmutazione di Kevran, secondo cui ogni elemento tra Sodio, Calcio, Magnesio e Potassio possono trasmutare l’uno nell’altro, Il Calcio può essere prodotto ad esempio a partire dal Magnesio, presente nella clorofilla, attraverso la sua combinazione con l’ossigeno.
In questo modo è possibile ottenere il Calcio a sufficienza mangiando unicamente verdure, con buona pace di tutti gli amici vegetariani, che non a caso hanno meno bisogno di cure per colon e colite.