colite-nei-caniLa colite anche quando interessa i 2 animali domestici più diffusi può essere provocata da una grande quantità di variabili. La diagnosi di questo disturbo dell’intestino cambierà a seconda delle cause che determineranno la sua presenza, a seconda del tipo di quadrupede messo sotto scacco.
La colite nei cani, così come nei mici può essere provocata da 5 differenti fattori:

1) Intolleranze alimentari e regimi nutrizionali sballati
2) Batteri e parassiti debilitanti per l’intestino degli animali, in grado di generare infiammazioni in tutto l’apparato gastrointestinale
3) Infezioni da funghi e micosi, determinate il più delle volte dalle condizioni igieniche ambientali in cui vivono i nostri aninali
4) Malattie degenerative dei tessuti, compreso tumori

Sarà compito del veterinario quello di accertarsi, attraverso un esame approfondito che includerà sempre una colonscopia, quali sono le cause alla base dei lamenti del nostro cane e quindi indicare il trattamento che dia maggiori garanzie di vittoria contro questo disturbo.

Sintomi canini

La principale caratteristica della colite nei cani, con particolare incidenza se si tratta di quadrupedi provvisti di pedigree, è un’evacuazione problematica. Troppo spesso i veterinari d’Italia hanno segnalato la difficoltà nel fare la cacca da parte dei nostri amichetti pelosi come un segnale premonitore di una patologia intestinale. La presenza poi di elementi sanguigni nelle feci rappresenta un ulteriore aggravante in grado di spostare l’asse della diagnosi verso una colite emorragica nei cani.
C’è da rilevare come, a differenza di quello che accade con la colite felina, i cani sembrerebbero sopportare meglio la condizione di dolore, legata alle infiammazioni delle pareti del colon. Questa particolarità dipende in parte dalla differente mole tra cane e gatto e quindi dalla caratteristica attitudinale che porta il gatto a miagolare in maniera plateale a causa dei forti spasmi addominali, soprattutto nel post evacuazione, e il cane reagire in maniera più equilibrata e meno appariscente. Questo si traduce in una ulteriore difficoltà da parte del padrone di comprendere quando il proprio golden retrievers o rottweiler soffre di colite spastica. Ovvio che quando si manifesta un’emorragia a livello del retto e quindi si ha la possibilità di osservare del sangue nelle feci, la diagnostica diviene più semplice. La maggior parte delle volte però quando il rosso fuoco domina gli escrementi del proprio cucciolo a quattro zampe si è già in ritardo con la cura.

Altri sintomi principali nei cani sono il manifestarsi di conati di vomito, che si verificano soprattutto di mattina, quando si rialzano dalla posizione di riposo dalla cuccia e una svogliatezza nel mangiare. Quando un cane che ha sempre mostrato un buon appetito mostra difficoltà alimentari è il chiaro segnale che qualcosa non stia funzionando a livello del colon e la possibilità che un’irritazione ne comprometta la salute si fa sempre più probabile.
Dal punto di vista della perdita del peso è il gatto l’animale che subirà danni maggiori in caso di irritazioni intestinali. I felini smetteranno quasi sempre di fare le fusa e si prodigheranno in poderosi miagolii di fronte ai quali anche il padrone più distratto non potrà far finta di niente.

I rimedi vincenti per curarla

Il veterinario se sospetterà che l’origine dell’irritazione sarà di tipo batterico è facile che il professionista suggerisca un approccio alimentare al problema. Un cibo più sano e migliori scelte nutritive possono combattere alla radice il disturbo e restituire al colon un minor carico di lavoro in fase digestiva. Per avere indicazioni più precise, sui pasti da far mangiare al proprio mammifero domestico sarà però necessario un esame clinico presso uno studio veterinario certificato.

Colite linfoplasmacellulare gatto

Trattasi di un’infiammazione molto acuta, in grado di determinare lo stato cronico del disturbo. Il sintomo di questo tipo di colite è la presenza nelle feci del gattino di muco. I residui organici di scarto che ritroveremo nella lettiera saranno circondati da uno strato gelatinoso, molto spiacevole alla vista, che ci darà immediatamente il sentore che qualcosa non va.
La sintomatologia della colite linfoplasmcellulare è associata a comportamenti ricorrenti da parte del gatto. Può succedere ad esempio di notare nel micio un certo nervosismo, una innaturale aggressività ingiustificata ed una più generale volontà di restare soli, lontani da carezze e croccantini. Tra le cause di questo disturbo può esserci anche l’ingestione di alimenti contaminati. Una specie di intossicazione da cibi sbagliati che determina dolori addominali lancinanti nel gatto di casa. Una situazione tipica in cui il gatto può “avvelenarsi” è legata ad esempio a dei lavori di tinteggiatura in casa. La possibilità che l’animaletto baffuto possa ingerire o anche solo respirare la vernice utilizzata dai muratori potrebbe diventare un gran pericolo per la salute del micio. Onde scongiurare qualunque rischio si consiglia di allontanare dall’abitazione il proprio gatto in maniera preventiva.