dieta-per-diverticoliCirca la metà della popolazione statunitense di età superiore ai 60 anni dovrebbe seguire una dieta per diverticoli. I diverticoli sono molto più diffusi di quanto si pensa e interessano una fetta di popolazione composta non esclusivamente da anziani. Circa il 15% degli americani con più di 40 anni di età presenta tutti i sintomi della diverticolite.
I sintomi
Prima di iniziare una vera cura per diverticoli sono molti i sintomi che possono lasciar supporre che un individuo soffra di questo male. I segnali della presenza di una diverticolite sono svariati e includono: dolori intensi, stanchezza pesante, flautulenza e fenomeni di diarrea.
Le caratteristiche principali
I diverticoli si sviluppano quando le aree più deboli delle pareti del colon si irritano a tal punto da sviluppare delle specie di sacchetti. Le feci e i batteri, intrappolati in queste sacche, possono generare infiammazioni e generare infezioni associate il più delle volte con la comparsa di una malattia diverticolare.
Una dieta ad hoc
Al di là dell’intensità dei dolori che un individuo possa provare, esistono realmente alimentazioni efficaci che, anche se non rappresentano una vera cura contro queste “tasche nel colon”, possono servire per attenuare i sintomi della diverticolite e, conseguentemente, le sofferenze che ne derivano.
Nell’ambito medico, si reputa in maniera abbastanza diffusa, come la loro formazione sia principalmente dovuta alla carenza di fibre nella dieta. Non è un caso quindi che la popolazione nel Mondo che soffre maggiormente di questa patologia sia proprio quella a stelle e strisce, irrimediabilmente fondata sulla logica dei fast food.
La dieta per i diverticoli richiede uno sforzo radicale da parte del paziente, perché è fatta di scelte importanti, il più delle volte drastiche, come la rinuncia totale al riso, pasta, pane e cibi fatti con farine raffinate. Chi deciderà di curare la  diverticolite e intraprendere una un regime dietetico specifico dovrà considerare anche la possibilità di dover rinunciare completamente a cibi fritti a causa della maggiore difficoltà nel digerirli e dell’eventualità quindi di sforzare maggiormente il colon e quindi irritare ulteriormente la zona intestinale interessata. Divieto assoluto quindi di mangiare carne rossa, sempre in virtù di una maggiore difficoltà nel digerire questo tipo di cibo, rispetto ad altre varietà alimentari notoriamente più leggere, come vitello e pollo o tacchino. Non è certo un caso se sono proprio coloro che abusano di consumo di carne i soggetti più colpiti da estroflessioni diverticolari ed è proprio frutto di un recente studio portato avanti dall’Università di Medicina di Harvard la notizia secondo cui i vegetariani sarebbero 30 volte meno colpiti da questo disturbo dell’intestino, rispetto ai “colleghi” che mangiano carne.
Tra i cibi che incidono negativamente sul suo sviluppo e che possono far degenerare un’infiammazione del colon in una vera e propria colite, vi sono:  semi di girasole, semi di papavero, di cumino, sesamo e zucca. Una dieta per combattere queste tasche della parete del tubo digerente dovrà necessariamente escludere fragole, lamponi e mirtilli, ma anche alimenti più duri come pop corn, e semi di cetrioli.
Anche se parliamo di un male estremamente fastidioso che appare generalmente come un acuto dolore addominale che colpisce il lato inferiore sinistro, spesso accompagnato da fenomeni febbrili, crampi e sangue nelle feci, con le giuste indicazioni su cosa mangiare e quali attitudini di vita intraprendere, la via d’uscita sarà più vicina.
Non bisogna però arrendersi mai di fronte ai dolori della diverticolite e invece convincersi di come esistano pasti che possono aiutarci e validi per farci stare bene.
Va precisato però che non tutti i cibi elencati in questo articolo hanno lo stesso effetto nei pazienti. Il mio consiglio pertanto resta sempre lo stesso: parallelamente a cambio di dieta, bisognerebbe tenere un diario in cui appuntare quello che si è mangiato, la quantità precisa e la conseguente reazione. Solo in questo modo, attraverso un puntuale diario, il paziente sarà il migliore dottore per sé stesso e stabilire con certezza quale sarà la migliore dieta per diverticoli.
Un tacquino puntuale, da compilare con dedizione ogni giorno, facendo una distinzione tra le pietanze ingerite sia a colazione, che a pranzo, che a cena, con tanto di quantità precise assunte di volta in volta. Una risposta semplice, ad un problema intestinale spesso considerato complesso.