La disbiosi intestinale è un disturbo sempre più rilevante nel panorama della salute, suscitando interesse sia tra i professionisti medici che tra il pubblico in generale. Questa condizione, spesso trascurata, può avere un impatto significativo sulla salute generale dell’individuo.
Esploriamo più nel dettaglio cosa sia la disbiosi intestinale, i suoi sintomi, le cause sottostanti e le possibili soluzioni.

Cosa è la disbiosi intestinale?

La disbiosi intestinale è una condizione caratterizzata da un’alterazione dell’equilibrio della flora batterica presente nel tratto gastrointestinale. Normalmente, l’intestino ospita una vasta gamma di batteri benefici che aiutano nella digestione, nella regolazione del sistema immunitario e nella produzione di nutrienti essenziali. Tuttavia, quando questo equilibrio viene compromesso, si verifica la disbiosi intestinale, con conseguenze negative per la salute.

Ormai gli articoli a carattere scientifico circa le più recenti scoperte su disbiosi e microbiota sono numerosissimi, la maggior parte dei quali pubblicati su PUMED, Nature e Lancet.
Eccone alcuni tra i più interessanti:

 

Sintomi della disbiosi intestinale

I sintomi associati alla disbiosi intestinale possono variare da individuo a individuo e possono includere:

  1. Disturbi digestivi: tra cui gonfiore, flatulenza, diarrea o stitichezza.
  2. Sintomi sistemici: affaticamento cronico, mal di testa, nebbia mentale e dolori articolari.
  3. Problemi cutanei: come acne, eczema o psoriasi.
  4. Sintomi del sistema immunitario: come frequenti infezioni, allergie o intolleranze alimentari.

La varietà e l’intensità dei sintomi possono dipendere dalla gravità della disbiosi intestinale e da altri fattori individuali.

Cause della disbiosi intestinale

La disbiosi intestinale può essere causata da una serie di fattori che disturbano l’equilibrio naturale della flora batterica presente nell’intestino. Ecco alcuni dei principali fattori che possono contribuire alla disbiosi intestinale:

  1. Dieta scorretta: Un’alimentazione ricca di cibi processati, povera di fibre e ad alto contenuto di zuccheri può favorire la crescita di batteri nocivi a discapito di quelli benefici, portando a uno squilibrio della flora intestinale.
  2. Assunzione di antibiotici: Gli antibiotici sono progettati per eliminare batteri patogeni, ma possono anche distruggere i batteri benefici presenti nell’intestino, alterando l’equilibrio del microbiota e favorendo la crescita di microrganismi dannosi.
  3. Stress cronico: Lo stress può influenzare negativamente la salute intestinale. L’esposizione prolungata allo stress può compromettere la funzione barriera dell’intestino, aumentando la permeabilità intestinale e favorendo l’insorgenza della disbiosi.
  4. Fattori ambientali: L’esposizione a sostanze tossiche, inquinanti ambientali o infezioni può influenzare negativamente la composizione del microbiota intestinale, portando a uno squilibrio della flora batterica.
  5. Alterazioni ormonali: Cambiamenti ormonali, come quelli legati alla gravidanza, al ciclo mestruale o alla menopausa, possono influenzare l’equilibrio della flora intestinale. Ad esempio, l’aumento di estrogeni durante la gravidanza può influenzare la composizione del microbiota.
  6. Uso eccessivo di lassativi o antiacidi: L’abuso di lassativi o antiacidi può interferire con la funzione normale dell’intestino e alterare l’equilibrio del microbiota intestinale.
  7. Infezioni intestinali: Le infezioni intestinali, come quelle causate da batteri patogeni o parassiti, possono disturbare l’equilibrio della flora intestinale, favorendo la crescita di microrganismi dannosi e contribuendo alla disbiosi.
  8. Malattie croniche: Condizioni come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), la malattia infiammatoria intestinale (IBD) o il diabete possono influenzare negativamente la composizione del microbiota intestinale e portare a uno squilibrio della flora batterica.

Questi sono solo alcuni dei principali fattori che possono causare la disbiosi intestinale. È importante sottolineare che spesso la disbiosi intestinale è il risultato di una combinazione di questi fattori e che il mantenimento di uno stile di vita sano e la gestione dello stress possono contribuire a mantenere un equilibrio ottimale della flora intestinale.

Due tipi di disbiosi: fermentativa o putrefattiva?

La disbiosi fermentativa e la disbiosi putrefattiva sono due tipi di squilibri nella flora batterica dell’intestino, ma si differenziano principalmente per il tipo di fermentazione che avviene nell’intestino e per i prodotti risultanti.

Disbiosi fermentativa

La disbiosi fermentativa è un tipo di squilibrio nella flora batterica intestinale dove predominano batteri che favoriscono la fermentazione dei carboidrati.
Le cause possono essere diverse e includono:

  1. Dieta sbilanciata: un’eccessiva assunzione di carboidrati fermentabili, come zuccheri e amidi, può favorire la crescita e la proliferazione di batteri fermentativi nell’intestino.
  2. Assunzione di antibiotici: gli antibiotici possono alterare l’equilibrio della flora batterica intestinale, favorendo la crescita di batteri fermentativi a scapito di altri ceppi batterici.
  3. Stress: lo stress cronico può influenzare negativamente la salute intestinale e favorire la crescita di batteri fermentativi.
  4. Patologie gastrointestinali: condizioni come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o la malattia infiammatoria intestinale (IBD) possono essere associate a disbiosi fermentativa.

Nella disbiosi fermentativa si osserva un aumento dei batteri che preferiscono la fermentazione dei carboidrati, come ad esempio alcuni ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium. Questi batteri metabolizzano i carboidrati in eccesso presenti nell’intestino, producendo gas (come l’idrogeno, il metano e il biossido di carbonio) e acidi organici (come l’acido lattico e l’acido acetico).

Allo stesso tempo, potrebbero esserci meno batteri in grado di competere con quelli fermentativi, come i batteri che prediligono altri substrati o processi metabolici. Ad esempio, alcuni batteri che svolgono ruoli importanti nella digestione proteica o nella produzione di acidi grassi a catena corta potrebbero essere in minoranza.

Tuttavia, l’identificazione specifica dei batteri mancanti e in eccesso richiede un’analisi dettagliata della composizione della flora batterica intestinale attraverso test specifici come il sequenziamento del DNA fecale o l’analisi del microbioma intestinale. Questi test possono aiutare a determinare quali ceppi batterici sono abbondanti o carenti e guidare così l’approccio terapeutico per ristabilire l’equilibrio della flora intestinale.

I sintomi associati alla disbiosi fermentativa possono variare da persona a persona, ma alcuni comuni includono:

  1. Gonfiore addominale: l’accumulo di gas prodotto dalla fermentazione dei carboidrati può causare gonfiore e distensione addominale.
  2. Flatulenza: la produzione eccessiva di gas può portare a flatulenza e rumori intestinali.
  3. Diarrea o stitichezza: l’eccessiva produzione di acidi organici e gas può influenzare la motilità intestinale, causando cambiamenti nelle abitudini intestinali.
  4. Dolore addominale: il gonfiore e l’irritazione intestinale possono causare dolore addominale, crampi e disagio generale.
  5. Disturbi gastrointestinali: altri disturbi come la sensazione di pesantezza dopo i pasti, la sensazione di bruciore, la nausea e l’indigestione possono essere presenti.

Disbiosi putrefattiva

La disbiosi putrefattiva è un altro tipo di squilibrio nella flora batterica intestinale, caratterizzato da un aumento dei batteri che metabolizzano le proteine, producendo composti come ammoniaca, solfuri e ammine. Questo squilibrio può essere associato a diversi fattori e può causare una serie di sintomi sgradevoli.

Cause:

  1. Dieta ricca di proteine: l’eccessivo consumo di proteine nella dieta può favorire la crescita dei batteri putrefattivi nell’intestino, poiché fornisce loro una fonte abbondante di substrato per metabolizzare le proteine.
  2. Assunzione di antibiotici: come nella disbiosi fermentativa, l’uso prolungato o inappropriato di antibiotici può alterare l’equilibrio della flora batterica intestinale, favorendo la crescita di batteri putrefattivi a scapito di altri ceppi batterici.
  3. Patologie gastrointestinali: condizioni come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o la malattia infiammatoria intestinale (IBD) possono essere associate a disbiosi putrefattiva.
  4. Stress cronico: lo stress prolungato può influenzare negativamente la salute intestinale e favorire la crescita di batteri putrefattivi.

Sintomi:

  1. Feci maleodoranti: la decomposizione proteica nei batteri putrefattivi può produrre composti volatili che conferiscono un odore sgradevole alle feci.
  2. Flatulenza maleodorante: come risultato della produzione di gas da parte dei batteri putrefattivi, possono verificarsi flatulenza e odore sgradevole.
  3. Dolori addominali: il processo di decomposizione proteica può causare irritazione e infiammazione intestinale, portando a crampi e dolori addominali.
  4. Disturbi gastrointestinali: la disbiosi putrefattiva può causare sintomi gastrointestinali come diarrea o stitichezza, sensazione di pesantezza dopo i pasti, nausea e indigestione.

I batteri che predominano nella disbiosi putrefattiva includono spesso specie come i Clostridium, i Bacteroides e altri batteri anaerobi che metabolizzano le proteine. Questi batteri possono essere abbondanti a discapito di batteri più equilibrati che svolgono funzioni diverse nell’intestino, come quelli che favoriscono la fermentazione dei carboidrati o la produzione di acidi grassi a catena corta.

 

Conseguenze della disbiosi intestinale

La disbiosi intestinale, un disturbo caratterizzato da uno squilibrio della flora batterica nell’intestino, può avere conseguenze significative sull’intestino stesso e sulla salute generale dell’individuo.
Ecco un’analisi delle principali conseguenze e dell’impatto che la disbiosi può avere sull’intestino e sulla salute in generale:

Conseguenze sull’intestino:

  1. Disturbi digestivi: la disbiosi intestinale può manifestarsi con sintomi gastrointestinali come gonfiore, flatulenza, diarrea o stitichezza. Questi disturbi possono compromettere la funzionalità digestiva e influenzare la qualità della vita dell’individuo.
  2. Infiammazione intestinale: uno squilibrio della flora intestinale può causare un’infiammazione cronica nell’intestino, contribuendo allo sviluppo di condizioni come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o le malattie infiammatorie intestinali (IBD), come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
  3. Permeabilità intestinale aumentata: la disbiosi intestinale può compromettere l’integrità della mucosa intestinale, aumentando la permeabilità dell’intestino e consentendo alle sostanze nocive di passare attraverso la parete intestinale. Questo fenomeno, noto anche come “leaky gut”, può contribuire allo sviluppo di infiammazioni sistemiche e condizioni autoimmuni.
  4. Malfunzionamento immunitario: lo squilibrio della flora intestinale può influenzare negativamente il sistema immunitario, compromettendo la sua capacità di riconoscere e combattere gli agenti patogeni. Ciò può aumentare il rischio di infezioni e rendere l’organismo più suscettibile a malattie.

Impatto sulla salute generale:

  1. Infiammazione sistemica: la disbiosi intestinale può scatenare una risposta infiammatoria sistemica che coinvolge tutto il corpo. L’infiammazione cronica può essere associata a una serie di condizioni croniche, tra cui obesità, diabete, malattie cardiache e disturbi neurologici.
  2. Sintomi extra-intestinali:lLa disbiosi intestinale può manifestarsi con sintomi al di fuori del tratto gastrointestinale, come affaticamento cronico, mal di testa, nebbia mentale, dolori articolari e problemi cutanei come acne, eczema o psoriasi.
  3. Difetti nutrizionali: uno squilibrio della flora intestinale può compromettere la capacità dell’intestino di assorbire nutrienti essenziali come vitamine, minerali e aminoacidi, portando a carenze nutrizionali e compromettendo la salute generale dell’individuo.
  4. Aumento del rischio di malattie croniche: la disbiosi intestinale è stata associata a un aumento del rischio di sviluppare una serie di malattie croniche, tra cui disturbi metabolici, malattie cardiache, diabete, disturbi autoimmuni e disturbi neurologici.

In conclusione, la disbiosi intestinale non solo influisce sul benessere dell’intestino, ma può avere un impatto significativo sulla salute generale dell’individuo. È importante riconoscere i segni e i sintomi della disbiosi intestinale e adottare misure preventive e terapeutiche mirate per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la qualità della vita.

Soluzioni efficaci e naturali

Per trattare la disbiosi intestinale e ripristinare l’equilibrio della flora intestinale, è importante adottare un approccio olistico che comprenda:

  1. Cambiamenti dietetici: favorire un’alimentazione ricca di fibre, verdure, frutta, proteine magre e grassi sani può supportare la crescita di batteri benefici.
  2. Integrazione di probiotici: l’assunzione di integratori probiotici può aiutare a ripristinare e mantenere l’equilibrio della flora intestinale.
  3. Limitare l’uso di antibiotici: utilizzare gli antibiotici solo quando necessario e sotto la supervisione di un medico per ridurre il rischio di danni alla flora intestinale.
  4. Gestione dello stress: pratiche come lo yoga, la meditazione o la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a ridurre lo stress e migliorare la salute intestinale.
  5. Consultare un professionista: in caso di persistenza dei sintomi o di peggioramento della condizione, è consigliabile consultare un naturopata professionista per un piano di trattamento personalizzato.

La disbiosi intestinale è una condizione complessa che può influenzare negativamente la salute generale e il benessere. Tuttavia, con le giuste misure preventive e un trattamento mirato, è possibile ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la qualità della vita.

Quali fermenti lattici assumere?

La scelta dei probiotici per trattare la disbiosi intestinale dipende dalla causa sottostante e dalle specifiche esigenze dell’individuo. Tuttavia, ci sono diversi ceppi batterici che sono stati studiati per il loro potenziale benefico nel ripristinare l’equilibrio della flora intestinale.

Ecco alcuni dei migliori ceppi batterici sotto forma di probiotici che possono aiutare a migliorare la situazione del microbiota durante la disbiosi:

  1. Lactobacillus acidophilus: questo ceppo è noto per il suo ruolo nel mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale e nel supportare la digestione. Può anche contribuire a ridurre l’infiammazione e a rafforzare il sistema immunitario.
  2. Bifidobacterium lactis: questo ceppo è associato alla promozione della salute intestinale e all’equilibrio della flora batterica. Può aiutare a ridurre i sintomi gastrointestinali come gonfiore e flatulenza, migliorando la funzione digestiva.
  3. Lactobacillus rhamnosus: è noto per il suo ruolo nel rafforzare il sistema immunitario e nel migliorare la funzione intestinale. Può anche essere utile nel ridurre i sintomi associati alla sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e ad altre condizioni gastrointestinali.
  4. Saccharomyces boulardii: questo lievito è stato studiato per il suo potenziale benefico nel ripristinare l’equilibrio della flora intestinale durante la disbiosi. È noto per il suo effetto anti-infiammatorio e può aiutare a ridurre i sintomi di diarrea e stitichezza.
  5. Streptococcus thermophilus: questo ceppo è ampiamente utilizzato nella produzione di yogurt e altri prodotti lattiero-caseari fermentati. Può contribuire al mantenimento dell’equilibrio della flora intestinale e supportare la digestione.
  6. Bifidobacterium bifidum: è associato alla promozione della salute intestinale e al sostegno del sistema immunitario. Può essere utile nel ridurre l’infiammazione e migliorare la funzione digestiva durante la disbiosi intestinale.

È importante notare che l’efficacia dei probiotici può variare da persona a persona, e che la scelta dei ceppi batterici dovrebbe essere fatta in base alle specifiche esigenze individuali e sotto la supervisione di un professionista. Inoltre, la qualità e la purezza del prodotto probiotico sono fondamentali per garantire risultati ottimali.