Quale sinergica relazione possa sussistere fra emozione e motivazione e come essa possa rafforzare l’autostima e la motivazione stessa di ognuno di noi: questi i principali punti d’arrivo ed anche di partenza, in una visione virtuosamente circolare, che verranno con cura illustrati e spiegati nel divenire del presente articolo.
Inoltre, verranno anche presentati altri riferimenti letterari e non, significativi e funzionali per intraprendere un percorso graduale all’insegna della riscoperta di quella forza interiore che abita ognuno di noi.
Sono tante le circostanze in cui ci troviamo a chiederci che cosa sarebbe più giusto cambiare in noi per essere felici. La sensazione di perdere continuamente tempo durante le nostre giornate fa affiorare la consapevolezza di apportare delle drastiche modifiche al nostro modo di intendere la vita. Tutto questo però necessita di una importante leva per verificarsi e questa è appunto la forza della nostra volontà.
L’ozio è un grande distrattore del nostro cervello e prima comprenderemo questo assunto, prima avverrà la nostra trasformazione ed è per questa ragione che il primo passo da compiere è quello di allontanare quelle persone che fanno della nullafacenza e della scarsa programmazione un punto fermo della propria vita.
Il ruolo dell’intelligenza emotiva
La giusta motivazione
Letteratura e cinema d’aiuto
Non rimandare a domani, quello che puoi fare oggi, in nessuna maniera.
Se esistono esempi di personaggi famosi che hanno raggiunto il grande pubblico e determinati riconoscimenti pur provenendo da famiglie povere e situazioni a dir poco difficili, la qualità che certamente non gli è mancata è l’ostinatezza e la caparbietà di raggiungere un traguardo concreto, ancor prima che contare sul proprio talento.
Leggere le biografie di scrittori come Stephen King o di attori come Jim Carrey ed Emily Blunt potrebbe aiutare a scovare la chiave per non perdersi d’animo, neanche di fronte alle situazioni più complicate.
Intelligenza emotiva: una risorsa cognitiva e motivazionale
Al sorgere dell’iniziale premessa del presente articolo è stata solo indicata una vivida e sinergica connessione tra emozione e motivazione. Di questi due costrutti, per il momento, è presa in considerazione la motivazione: è considerevolmente significativo e funzionale osservare quanto, avulsi da un percorso descrittivo graduale, entrambi i costrutti condividano una porzione etimologica pregnante, azione, porzione non a caso rappresentativa di un muovere verso, porre in azione, dirigere lo sguardo verso. Come suddetto, è primariamente preso in osservazione ciò che il termine emozione porta con sé e, soprattutto, quanto e come essa possa arricchire l’idea d’intelligenza, un’idea tendenzialmente interiorizzata come risorsa squisitamente cognitiva.
L’intento è quello di andare oltre un aspetto meramente cognitivo dal momento in cui è nella scoperta delle ulteriori potenzialità dell’intelligenza che può essere situata la forza interiore di ognuno di noi. Al momento, potrebbe apparire un ragionamento astratto e forzato e ciò sarebbe plausibile ma, di seguito, verrà riproposto in altre parole al fine di carpirne l’essenza pratica.
Accade spesso di tralasciare l’ascolto di se stessi e, di conseguenza, la conoscenza dei nostri bisogni, delle nostre motivazioni, delle nostre esigenze: conoscere, dunque, è una fra le più fertili possibilità da esercitare e concretizzare per rinforzare non solo l’autostima ma anche la motivazione.
Del resto, è considerevolmente confermato quanto l’ignoto spaventi e, pertanto, sentirsi improvvisamente demotivati e smarriti può causare disagio, disperazione e paura: quest’ultima, in particolare, è un’emozione primaria che si consiglia di assimilare e vivere non solo come un normale picco emotivo perché è giusto sperimentare paura e smarrimento ma anche come fonte di energia, di azione e nuovo punto di svolta.
Qui, tra l’altro, ritorna il percorso dell’ascolto di se stessi dal momento in cui la perdita di motivazione improvvisa potrebbe non esserlo e potrebbe esser stata causata o da una frenetico desiderio di voler raggiungere molti obiettivi in poco tempo o da una perdita considerevole di interesse verso ciò che prima lo era. Un po’ come quando per molti anni si è creduto con fermezza che l’intelligenza fosse un costrutto esclusivamente cognitivo ed invece si è rivelata essere una risorsa culturale, emozionale, motivazionale e sociale: allo stesso modo, anche a noi capita di considerarci o imbattibili o battibili.
Ciò che si consiglia per ritrovarsi e, dunque, per ritrovare la propria motivazione e forza di volontà è porsi in un ascolto attivo delle proprie esigenze, desideri e obiettivi: le fasi di sconforto esistono, sono protagoniste della vita di ognuno di noi e, quello suddetto, potrebbe rappresentare un valido ed equilibrato modo per accoglierli, accettarli e trasformarli in rinnovata linfa.
È un percorso graduale, richiede esercizio ed allenamento ed al contempo è una fonte inestimabile di equilibrio percepito e sperimentato nel momento in cui si vive un periodo di demoralizzazione.
Errare è umano, ma è proprio dai nostri sbagli che dovremmo ripartire per rimetterci in carreggiata e puntare con maggiore tenacia verso gli obiettivi che ci siamo dati. All’inizio si tratterà di piccoli traguardi quotidiani, cose piuttosto semplici, ma man mano che acquisiremo fiducia in noi stessi potremmo alzare “l’asticella” e puntare in alto. L’importante è redigere un piano strategico, con obiettivi a breve, medio e lungo termine, avendo l’accortezza di compilare parallelamente un diario delle emozioni, utile per renderci conto di quanto bene ci stia facendo questo spirito organizzativo e questo nuovo modo di vedere sia alla testa che al corpo.
Parte determinante del nostro percorso sarà la capacità di rilassarci e trovare la giusta armonia per poter rendere meglio. Non è un mistero che tanti mental coach suggeriscano un lavoro sui chakra al fine di gestire meglio gli agenti stressanti, spesso talmente influenti sulla psiche da far nascere delle vere e proprie malattie da stress. Il primo passo concreto è innanzi tutto cercare di essere felici, sorridere alla vita, perchè è il modo più efficace per vincere eventuali problemi e superare gli ostacoli della quotidianità.
Piccoli piaceri come prendersi cura dell’orto oppure badare ad un gattino appena nato possono restituire quell’armonia perduta e iniziare a responsabilizzarci in funzione di qualcosa di vicino. Spesso ci renderemo conto della tortuosità della strada da compiere, ma al contempo di come costruiremo passo dopo passo quella “mentalità vincente” che ci farà sentire felici, anche di fronte ad una parziale sconfitta, perchè offrirà lo spunto per apportare modifiche e continuare a migliorarci e sviluppare consapevolezza e autodisciplina. Non è un caso se persone con una forte motivazione riescono a risolvere più facilmente i problemi di salute, come nel caso di chi è riuscito a guarire dalla colite, sviluppando un’immensa forza di volontà.
Intelligenza emotiva e motivazione: perché è importante riconoscerne il legame
Così come per il costrutto dell’intelligenza, dapprima considerata una risorsa meramente cognitiva e poi riconosciuta come risorsa emozionale e culturale, anche per le emozioni il percorso non è stato meno insidioso. Ancor prima di addentrarsi in definizioni e spiegazioni più dettagliate, diviene funzionale illustrare anzitutto il legame che vige tra intelligenza emotiva e motivazione personale: l’ascolto delle proprie emozioni corroborerebbe la motivazione al comportamento.
In altre parole, l’esercizio di conoscere le proprie esigenze, emozioni e bisogni può rinforzare la conoscenza delle nostre azioni nonché delle nostre motivazioni poste in essere per raggiungere le suddette esigenze. Rispetto a tale relazione, la teoria piramidale dei bisogni di Abraham H. Maslow rappresenta un valido riferimento bibliografico. Nel suo bellissimo libro, scritto nel 1954, egli struttura la teoria motivazionale dello sviluppo umano attraverso la quale è riuscito a supportare l’idea secondo la quale la soddisfazione dei bisogni primari, posti alla base della piramide, rappresenta una condizione predisponente il soddisfacimento di quelli posti più in alto se non al vertice della piramide.
Difatti, egli ipotizza che il mancato soddisfacimento nonché ascolto di taluni bisogni, prevalentemente primari, possa ostacolare la realizzazione, ad esempio, di un bisogno non primario come quello dell’autorealizzazione.
Può accadere di sentirsi insoddisfatti e demotivati sul proprio posto di lavoro e, secondo la suddetta teoria, ciò potrebbe essere causato da una carente valorizzazione delle proprie potenzialità e risorse. Qui, pertanto, cade a pennello il legame sopraindicato fra intelligenza emotiva e motivazione dal momento in cui l’ascolto attivo dei nostri primari bisogni e non può supportare ognuno di noi nella personale percezione che ognuno di noi ha della propria motivazione all’agire: più riuscirò a conoscere me stesso, più riuscirò a comprendere la causa della mancata motivazione che potrei sperimentare in una determinata situazione e/o contesto storico, vedi pandemia da Covid-19.
Come prendersi cura della propria forza di volontà durante la pandemia da Covid-19
La diffusione del Nuovo Coronavirus ha ingenerato una drastica rimodulazione dei ritmi della vita quotidiana di ognuno di noi. Non solo un mutamento drastico ma considerevolmente repentino, improvviso ed imprevedibile che ha posto l’intera umanità in balìa di un timore non solo rivolto al presente ma anche e considerevolmente rivolto al futuro. La vitale fluidità della vita è stata rinchiusa fra le quattro mura delle nostre abitazioni divenendo così un luogo da vivere a pieno, giorno dopo giorno, alla ricerca di nuovi stimoli che, in maniera notevole, riuscissero a far trascorrere il tempo che sembrava essersi fermato.
È accaduto di ritrovarsi a condividere molto più spazio e tempo con la propria famiglia ma si è verificato anche un notevole aumento del tempo trascorso in compagnia di se stessi e delle proprie paure recondite, paure insorte nel divenire della pandemia e paure antecedenti che con la pandemia si sono ingigantite perché non precedentemente ascoltate, accolte ed interiorizzate. La pandemia da Covid-19, in una visione esclusivamente psicologica, ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un’opportunità di sviluppo della persona, di evoluzione ed anche di consapevolezza: come se il tempo che sembrava essersi fermato, appare ad oggi un tempo prezioso posto a nostra disposizione che ha consentito la scoperta di nuove passioni ma anche di fragilità sopite.
Ancora una volta, dunque, il suggerimento utile e funzionale alla cura della forza di volontà e della motivazione diviene non solo l’ascolto del nostro corpo e della nostra mente ma anche la focalizzazione del tempo presente, la suddivisione di esso in piccoli obiettivi raggiungibili e concretizzabili, anche e soprattutto perché, come i recenti accadimenti storici insegnano, il futuro è notevolmente imprevedibile.
Suggerimenti pratici per supportare la forza di volontà: dalla letteratura sino al cinema
Anzitutto, fra i riferimenti bibliografici indicati e consigliati al fine di riscoprire l’enorme forza interiore che contraddistingue ognuno di noi, è possibile annotare Intelligenza emotiva e Lavorare con intelligenza emotiva di Daniel Goleman; Chi ha spostato il mio formaggio? di Spencer Johnson; Il coraggio di essere felici. L’autentico cambiamento è nelle nostre mani, di Ichiro Kishimi.
Nel proseguire la disamina dei riferimenti che possano supportare la forza interiore, è possibile anche considerare la scelta di un’attività fisica dal momento in cui lo sport non fa altro che supportare e rinforzare la percezione dell’autostima e della motivazione: ti occorrerà semplicemente scegliere lo sport che più possa coinvolgerti, appassionarti e divertirti.
Per quanto concerne riferimenti di natura cinematografica, di seguito alcuni suggerimenti: Billie Elliot, Cast Away, L’attimo fuggente, La ricerca della felicità, The Imitation Game. Infine e non per importanza, alcuni riferimenti relativi ed appartenenti a culture orientali, quali ad esempio alcuni insegnamenti riconducibili alla cultura giapponese. In quest’ultima, ad esempio, la carpa koi simboleggia una creatura molto stimata e non solo per i suoi colori ma anche e soprattutto per il significato che porta con sé, ossia quello della perseveranza.
La carpa koi è in grado di nuotare controcorrente, è sempre in movimento ed è notevolmente nonchè metaforicamente affine alla natura umana. Il significato della carpa koi, infatti, è da sempre accompagnato da una vivida leggenda secondo la quale la carpa koi ha risalito il Fiume Giallo sino poi ad arrivare alla Porta del Drago, oltrepassata la quale diviene un drago immortale. Pertanto, la suddetta leggenda insegna quanto la forza di volontà appartenga ad ognuno di noi e che con la sua forza ognuno di noi possa raggiungere obiettivi desiderati e perseguiti.