sciarpa copri colonTutto nasce dalle correnti d’aria dell’artico, o quasi. Quando i gradi centigradi diventano pochi pochi è facile che avvenga una contrazione importante a livello muscolare, con interesse specifico dell’addome.
In questo contesto, colon irritabile e brividi di freddo diventano una spiacevole realtà per migliaia di italiani.

Questa condizione di malessere, in virtù di una sommaria leggerezza da parte del soggetto colpito, può in poco tempo subire un peggioramento e precedere fenomeni di costipazione anche gravi. Con l’arrivo della prima perturbazione atmosferica e l’arrivo delle prime gelate sotto i 500 metri d’altezza in Piemonte, era giusto parlare della relazione tra condizione di salute dei tessuti intestinali e temperatura esterna percepita.

Freddo e spietato come il noto personaggio di romanzo criminale, il clima più rigido può incrinare ulteriormente lo stato già precario del povero intestino, a causa di una serie di fattori, che in parte possono essere studiati per trovare una soluzione definitiva.

Trattasi di un disturbo di carattere infiammatorio da non sottovalutare che, nei casi più gravi, può diventare di tipo cronico e danneggiare a tal punto la mucosa del colon, da causare una diarrea con versamenti di sangue.
In questi terribili casi si parla di colite spastica o “colon irritabile”, facendo riferimento a un problema fisico che non implica una perforazione, come nel caso di colite ulcerosa, ma che è spesso sintomo di uno intestino debole e debilitato.

Quando si parla di una patologia di questo tipo però si allude ad una colite di tipo ulcerativo. Si fa riferimento ad una lesione degenerativa del reticolare subepiteliale, un’ostruzione dei vasi sanguigni e la conseguente infiltrazione di linfociti e leucociti con successiva fuoriuscita di pus, necrosi, sino ad arrivare, nei casi clinici peggiori, ad ulcerazioni della mucosa intestinale.
Ovviamente questa è solo una degenerazione pesante di una colite condizionata dal freddo, ma è importante ricordarla, onde affrontare questo problema di petto e non rifugiarsi nel più classico e patetico: “io non lo sapevo”.

Le origini del freddo

Come è giusto che sia, quando pensiamo al gelo, la nostra mente ci porta in pochi secondi nelle steppe siberiane, i compagnia di tigri bianche o al circolo polare artico rifugiati negli igloo con dei simpatici eschimesi. Ma se torniamo alle nostre latitudini, soprattutto all’altezza del colon è più facile pensare a brividi, vertigini quando ci si alza dal letto e alle classiche coliche che colpiscono la zona addominale.
Eppure più che nel pieno della stagione invernale, come sarebbe logico pensare, è proprio durante i cambi di clima più repentini che l’individuo è più esposto. In questo periodo percepire una fastidiosa sensazione di freddo alla pancia è molto frequente.

E’ invece la stagione delle allergie quella che può creare più disturbi a chi soffre di colite, a causa dei frequenti capovolgimenti climatici e alla colonnina di mercurio che sembra a volte impazzita, segnando escursioni termiche tra mattina e pomeriggio anche di 12-13 gradi. Non Dicembre o le gelate di Gennaio quindi, ma primavera inoltrata come stagione ancor più delicata dal punto di vista di questa problematica.

Non per questa ragione però il caldo estivo riserverà meno problemi delle correnti fredde invernali o delle gelide notti di Marzo, trascorse magari per strada a passeggiare nella nostra città. Il pericolo di raffreddori addominali è dietro l’angolo ed anche quando si azionano i condizionatori inverter nelle prime giornate afose di luglio, nei propri uffici si rischia di accumulare un eccesso di corrente d’aria climatizzata che può ripercuotersi negativamente sul colon, a nostra insaputa.

Quando si parla di colite e freddo non bisogna citare però solamente il fattore clima, ma considerare anche la temperatura dei cibi che siamo soliti consumare.
Mangiare troppi frullati ghiacciati o birre iper freddate possono interferire con la regolare digestione e quindi compromettere anche l’umore durante la giornata o persino il sonno, se assunti durante la cena.

I piedi freddi ed altri segnali

I sintomi della colite emorragica non sono unici e tendono ad assumere connotazioni diverse a seconda delle caratteristiche fisiche e genetiche del paziente.
Esiste un però un fattore molto chiaro, capace di mettere a nudo i sintomi di una colite perforativa, tanto da poter essere isolato e quindi studiato: il freddo. Recenti ricerche mediche hanno centrato il loro focus sugli effetti delle temperature più rigide sulla salute intestinale.

Si è potuto riscontrare un nesso piuttosto chiaro tra freddo, difficoltà digestive e debolezza di stomaco. Una soggetto che soffre di una colite da freddo vive un processo di cura molto difficoltoso che, se non affrontato in tempo, può rivelarsi insidioso e pieno di pericoli.
Per placare il dolore intestinale che ha queste origini si dovranno impiegare degli strumenti che compensino questo sbalzo di temperatura e producano benessere termico all’individuo.

Tipico sintomo di chi soffre dicolite invernaleè il sollievo generato dalla pressione nella zona addominale da parte di una semplice borsa dell’acqua calda. Altri segnali legati a questo problema nella sensibilità delle pareti intestinali sono una diarrea di tipo acquoso e una miscela terribile di sangue e pus attraverso le feci, spesso caratterizzate da un pessimo odore.
Conseguenze secondarie, ma sempre riconducibili alla colite e freddo, sono la mancanza di appetito, pallore in volto e generale debolezza a livello dell’organismo.

Tra le altre avvisaglie riscontrate più spesso nei pazienti si ritrovano: traumi all’addome, piedi e mani sempre fredde, lingua bianca, naso otturato. Altro segnale spesso sottovalutato, perchè quasi mai messo in connessione con le basse temperature esterne sono i rumori di stomaco.

La nostra pancia ci parla e sarebbe nostro dovere ascoltarla. I migliori medici e gastroenterologi mondiali sono proprio quelli che riescono a tradurre meglio la sintomatologia del corpo, magari considerando soluzioni naturali ad ampio raggio.
Questa azione di attenta lettura dei segnali dovrebbe coinvolgere in prima persona il paziente ed essere il suo punto fermo verso la guarigione completa.
Un orecchio il più nello stomaco come cura per la colite, non mi stancherò mai di dirlo.

La cura naturale

Una miscela di zenzero, ginseng e liquerizia è la chiave giusta per riscaldare il proprio corpo e ristabilire la giusta compattezza dei tessuti intestinali e portare alla guarigione l’organismo. Una composizione da bere contenente questi ingredienti può essere la cura migliore per la colite da freddo e ristabilire la saluta generale compromessa dal cattivo stato delle mucose intestinali, penalizzate da temperature fredde e rigidi inverni.

Anche il trattamento dell’area del basso ventre mediante dolci massaggi eseguiti da personale competente e certo non improvvisato, può portare benefici alla cura per la colite da freddo.
La capacità riscaldante impressa dai palmi delle mani, attraverso la pressione associata al massaggio diventa una medicina naturale in grado di risolvere molti problemi di stomaco, molto più di tante cure farmacologiche.

Per scoprire come curare la colite e il freddo se ne occupa abbondantemente il programma PIP quando parla anche dell’importanza del calore umano mostrato dalle persone che soffrono di colon e retto. Quando una persona prova freddo dentro è quasi automatico che somatizzi questo disagio, creando inconsciamente una protesi del proprio animo con il corpo, danneggiando anche la funzionalità di organi in parte compromessi.

Stare vicino a chi è malato e lo sforzo a sorridere e a cercare il calore dell’abbraccio di un amico da parte di chi soffre di colite è uno dei rimedi più naturali, proprio come un caldo pullover di lana per proteggersi dal freddo.